Per i 75 anni di attività, l’UNICEF vuole ripensare il futuro dei bambini del mondo. Presente in 193 Paesi, il fondo dell’ONU, avviato l’11 dicembre 1946 per le piccole vittime della seconda guerra mondiale, si occupa di assistenza umanitaria. Per le attività rivolte ai minori, più di 2 miliardi di persone hanno meno di 15 anni, gli è stato conferito il Premio Nobel per la Pace nel 1965. In occasione dell’anniversario, ha pubblicato un report sulla situazione attuale, che rileva l’impatto della pandemia sull’infanzia e indica la strada per il futuro dei bambini del mondo.

Il futuro dei bambini: progressi e conquiste

L’UNICEF opera attraverso l’erogazione di programmi tematici. Per quanto riguarda la salute dal 1990 a oggi la mortalità infantile è calata del 59%, anche grazie alla distribuzione di zanzariere, sali reidratanti, vaccini e micronutrienti. Nel 2019 ogni giorno 14.000 bambini sotto i 5 anni hanno tuttavia perso la vita per cause prevenibili o curabili. Per contrastare la malnutrizione infantile, quasi 150 milioni di bambini ne soffrono in forma cronica, UNICEF promuove l’allattamento materno. Una protezione dalle infezioni e utile a salvare vite, supporta il legame emotivo fra madri e bambini, insieme ai benefici per la salute mentale. Nel 2020 una persona su 4 non disponeva di acqua potabile in casa, la metà della popolazione mondiale di servizi igienici e 3 persone su 10 del necessario per lavare le mani. Grandi progressi sono stati compiuti: nel 2015 il 91% della popolazione mondiale attingeva all’acqua potabile da fonti sicure, 1,9 miliardi di persone direttamente nelle proprie abitazioni.

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Un decennio perduto: il futuro dei bambini si allontana?

Secondo l’allarme lanciato dall’UNICEF i bambini stanno affrontando la peggiore crisi registrata nei suoi 75 anni di storia. 100 milioni in più, oggi, vivono in povertà a causa della pandemia, un aumento del 10% dal 2019. Un incremento di circa 1,8 bambini ogni secondo da metà marzo 2020. Si stima che ci vorranno otto anni per ritornare ai livelli pre-pandemia. Il rapporto Prevenire un decennio perduto: Azioni urgenti per invertire l’impatto devastante del COVID-19 su bambini e giovani”, nella traduzione italiana descrive il costante aggravamento degli effetti della pandemia sui principali temi d’intervento relativi a infanzia e adolescenza.

L’allarme del direttore generale dell’UNICEF

Un miliardo di bambini è vittima di violenza, 160 milioni sono coinvolti nel lavoro minorile e 200 milioni di ragazze sono vittime di mutilazione dei genitali. La scuola ha subito sospensioni e chiusure, impedendo a più di 1,6 miliardi di studenti di frequentare regolarmente le lezioni durante i lockdown dei vari Paesi coinvolti. Le scuole sono state chiuse infatti per quasi l’80% delle lezioni in presenza nel primo anno della crisi.

“Nel corso della nostra storia, l’UNICEF ha contribuito a creare ambienti più sani e sicuri per i bambini di tutto il mondo, con grandi risultati per milioni di persone”, ha dichiarato il Direttore generale dell’UNICEF. “Questi risultati sono ora a rischio. La pandemia da COVID-19 è stata la più grande minaccia al progresso dei bambini nei nostri 75 anni di storia. Mentre il numero di bambini che hanno fame, non vanno a scuola, subiscono abusi, vivono in povertà, il numero di quelli che hanno accesso alle cure sanitarie, ai vaccini, a cibo sufficiente e ai servizi essenziali sta diminuendo. In un anno in cui dovremmo guardare avanti, stiamo andando indietro”.

Contrastare un futuro diseguale per i bambini del mondo

I progressi fatti per un futuro dei bambini più sereno sono sotto minaccia. 426 milioni di bambini – quasi 1 su 5 – vivono per esempio in zone di conflitto. Guerre che incidono per l”80% su tutti i bisogni umanitari. Già prima della pandemia, circa 1 miliardo di bambini in tutto il mondo soffriva di almeno una privazione grave. Viveva cioè senza accesso all’istruzione, alla salute, all’alloggio, alla nutrizione, ai servizi igienici o all’acqua. Il loro numero è ora in aumento e la ripresa disomogenea delle economie mondiali rafforza le disuguaglianze. I programmi sostenuti dall’organizzazione coinvolgono però oltre 190 Paesi e circa due miliardi di bambini in tutto il mondo. Si tratta quindi d’interventi che promuovono benessere e protezione: sviluppo nel campo sanitario, dei servizi igienici, delle forniture di acqua, dell’istruzione e dell’assistenza alle madri. Invio di aiuti nelle situazioni d’emergenza umanitaria (alimenti terapeutici per i bambini, kit sanitari e medicinali, tavolette per potabilizzare l’acqua, teli impermeabili, coperte e tanto altro). Supporto della ripresa emotiva e psicologica dei bambini vittima di traumi dovuti a conflitti o catastrofi naturali.

UNICEF in Italia

Anche nel nostro Paese, UNICEF lavora per la tutela dei più piccoli e dei lori diritti. 1,3 milioni di bambini vive infatti in condizioni di povertà assoluta. Il 36,9% di bambini e degli adolescenti tra i 5 e i 19 anni sono in sovrappeso o in condizione di obesità. Un adolescente su 3 è vittima di bullismo o cyberbullismo. I programmi e le iniziative supportano la genitorialità, supportano i bambini con disabilità e ne tutelano i diritti e le opportunità, promuovono salute e benessere dei bambini.

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Davide Scorza

Davide Scorza

Davide Scorza, educatore in servizi dedicati ai giovani e allo sviluppo di comunità. Curioso delle potenzialità di applicazione dei media in ambito sociale. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista.

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