Il Digital Markets Act (DMA) o “accordo sui mercati digitali” è un piano di regolamentazione formulato dalla Commissione europea per combattere gli abusi di mercato delle grandi piattaforme digitali in Europa. La finalità è quella di creare delle condizioni competitive ed eque per quanti operano nel settore informatico e tecnologico accanto all’attività delle Big Tech.

Il Digital Markets Act, un freno al Far West delle Big Tech

Il provvedimento è stato reso necessario per cercare di regolamentare le posizioni dominanti nei mercati digitali delle Big Tech. Con questa espressione ci si riferisce alle grandi aziende che detengono un monopolio in specifici campi del settore informatico-digitale, con quotazioni di mercato che vanno dai 500 miliardi di dollari ai 2 trilioni. Tra queste, ad esempio, Google per i motori di ricerca, Facebook per le piattaforme social, Amazon per l’e-commerce e Apple per i sistemi hardware di comunicazione.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Il piano di misure per arginare il monopolio di questi colossi nasce come proposta nel 2020 dalla Commissione europea insieme al Digital Service Act. Il 25 novembre 2021, a meno di un anno dall’avvio dei negoziati in sede di Consiglio, gli Stati membri hanno approvato all’unanimità la posizione sulla normativa sui mercati digitali. Nella serata di giovedì 24 marzo 2022, è stato raggiunto un accordo tra Parlamento Europeo e Consiglio sul testo del Digital Markets Act che entrerà in vigore nel 2023.

Il Digital Markets Act vuol introdurre un sistema che limiti l’espansione del dominio commerciale delle Big Tech per garantire la partecipazione di altri player. Il pacchetto di provvedimenti si è reso necessario in seguito alla rilevanza degli ambiti operativi delle Big Tech. Queste imprese, oltre a margini di profitto sproporzionati, giocano un ruolo fondamentale nella gestione di dati personali, della privacy e della sicurezza e del loro utilizzo a fini commerciali, oltre a impedire, di fatto, l’ingresso di competitor nelle loro aree di influenza.

Le misure previste e per garantire concorrenza e competitività

Il Digital Markets Act ha introdotto nuove regole per limitare pratiche commerciali scorrette, garantire un regime concorrenziale, creare condizioni competitive eque, riequilibrare interessi pubblici e privati e migliorare la governance del mondo digitale.

È necessario che le Big Tech rimodulino le loro piattaforme di messaggistica in maniera tale da garantire l’interoperabilità con i servizi di altre aziende più piccole. Ai consumatori deve essere garantita la possibilità di disinstallare app o software preimpostati dalle case produttrici in modo da lasciare all’utente più scelta. Inoltre i leader dei mercati digitali devono garantire l’accesso ai dati, la trasparenza dei processi di gestione delle pubblicità e non potranno più proporre come scelte preferenziali i proprio prodotti sui portali di vendita.

Le sanzioni per chi non rispetterà le regole prevedono multe fino al 10% delle vendite globali in caso di violazione e anche al 20% in caso di recidiva. Il Digital Markets Act mette in conto anche la possibilità di modifiche strutturali alle aziende che non si attengono a quanto previsto dal nuovo regolamento.

L’accordo si applica, in definitiva, alle cosiddette piattaforme gatekeeper, cioè quelle piattaforme online di grandi dimensioni che detengono una posizione economica forte, hanno un impatto significativo sul mercato interno e operano in più paesi dell’UE, collegano un’ampia base di utenti a un gran numero di imprese.

In questo modo, stando alle parole del commissario europeo per il Mercato interno Thierry Breton, si vuol “mettere fine al Far West” informativo creato dalle Big Tech.

Leggi anche

Big Tech Cina: nascono le linee guida etiche

I settori economici cresciuti di più nel 2020

Condividi su:
Giacomo Capodivento

Giacomo Capodivento

Insegno religione dal 2012. Laureato in Comunicazione e Marketing e studente in Comunicazione e innovazione digitale. Per me occuparmi di comunicazione è una questione politica. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici