Il progetto della vendita di case a 1 euro è nato per incentivare gli abitanti delle città a trasferirsi nei piccoli centri a rischio spopolamento. Si tratta di piccoli gioielli del nostro Paese, spesso sconosciuti che devono essere valorizzati. Per questo motivo, grazie all’iniziativa partita da alcuni Comuni italiani, è possibile acquistare un immobile datato alla cifra simbolica di 1 euro a patto di ristrutturarlo usufruendo dei bonus casa del Governo.

Come funziona il tentativo di ripopolamento dei borghi

L’iniziativa prevede non solo l’acquisto di un vecchio immobile, ma anche l’impegno da parte degli acquirenti nella rinascita dei piccoli borghi italiani a rischio spopolamento.

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Nella maggior parte dei casi si tratta di abitazioni abbandonate, pericolanti e spesso fatiscenti che necessitano di ristrutturazioni importanti. Dopo aver acquistato l’immobile è necessario rispettare dei tempi prestabiliti per l’avvio dei lavori di ripristino; inoltre si dovranno acquistare materiali e manodopera direttamente dalle realtà locali in modo da contribuire interamente all’economia del borgo.

Esistono diversi incentivi e bonus che si possono utilizzare per risparmiare su questo investimento. Ad esempio vi è il bonus restauro utile per ottenere una detrazione fiscale di ritorno oppure il Superbonus 110%, ma anche il bonus ristrutturazione che permette di ottenere una detrazione fiscale uguale al 50% delle spese sostenute. Infine vi è anche il bonus mobili che consente di rinnovare anche gli interni dell’abitazione.

Ripopolamento dei borghi: il fenomeno da Nord a Sud

Il primo fautore del progetto è stato il piccolo borgo siciliano di Salemi nel 2008. Successivamente hanno aderito altri borghi, dapprima nel Sud del Belpaese fino a giungere, negli anni seguenti, ai numerosi piccoli borghi del Nord Italia.

Dai piccoli paesini di montagna in Valle D’Aosta, ai piccoli borghi sconosciuti della Liguria, passando per i piccoli comuni del Lazio, della Toscana, dell’Abruzzo fino ad arrivare ai borghi affacciati sul mare della Sardegna.

Ad esempio Borgomezzavalle, paesino montano del Piemonte ha trovato diversi acquirenti provenienti dalla Svizzera, da Milano e da Novara. La strategia è comune nei vari borghi: anche Gangi, in Sicilia ha subito un ripopolamento grazie ai prezzi irrisori che sono previsti per chi aderisce all’iniziativa. In Sardegna, il borgo di Ollai è stato ripopolato da persone che provengono da varie parti del mondo alla ricerca di una realtà a misura d’uomo circondati dalla natura e dall’autenticità dei piccoli centri.

Case in vendita a 1 euro per ripopolare i borghi abbandonati: esperimento riuscito?

I borghi montani sono tra i più disabitati

I requisiti per comprare le case a 1 euro

I requisiti per poter acquistare la casa a 1 euro sono diversi: attraverso la possibilità di accessione ai bandi dei Comuni aderenti, non solo gli  italiani, ma anche gli stranieri hanno la possibilità di acquistare un immobile a prezzo irrisorio dove però l’acquirente si impegna nella ristrutturazione dell’edificio.

Possono comprare questi immobili sia i privati sia le ditte con progetti di realizzazione di immobili ad uso turistico o ricettivo. Non è previsto un limite reddituale o patrimoniali: chiunque può partecipare al bando.

Occorre rispettare i termini per l’effettuazione della ristrutturazione e della rivalutazione (entro un anno), e quelli per l’inizio della ristrutturazione (entro due mesi dall’ottenimento dei permessi) per non perdere l’opportunità di ristrutturare un immobile acquistato a prezzo ridotto.

L’impatto dello smartworking sul ripopolamento

La pandemia ha influito ampiamente alla diffusione del fenomeno del ripopolamento dei piccoli centri. Il lavoro a distanza ha spinto i liberi professionisti e i lavoratori delle aziende che hanno deciso di promuovere e quindi prediligere il lavoro da remoto, di migrare verso mete che possano offrire una maggiore qualità della vita. Si tratta dei cosiddetti city quitterscittadini che decidono di abbandonare i centri urbani per trasferirsi in un’abitazione più ampia, magari con uno spazio verde che offra la possibilità di ritornare a un contatto con la natura a ritmi più lenti dimenticando la frenesia della city. 

I city quitters sono per lo più giovani che hanno deciso di fare ritorno al proprio Paese d’origine o che decidono di cambiare vita magari investendo le proprie risorse in un’attività che possa contribuire all’economia di una realtà montana promuovendo così il turismo.

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Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi, laureata in Informazione ed Editoria ho collaborato con testate scrivendo di cultura, costume e società. Appassionata di attualità, politica e sostenibilità, oggi scrivo per BuoneNotizie.it grazie al Laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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