Un lavoro ad alta pressione fatto di scadenze e continui obiettivi da raggiungere, un’agenda fitta di appuntamenti, call, corsi, una sovrabbondanza di stimoli da molteplici canali, una vita privata frenetica ed ecco che ci si scontra con il sovraccarico cognitivo, uno stato nel quale l’individuo non ha più la capacità, o meglio lo “spazio” per elaborare l’enorme quantità di informazioni che riceve.

Negli ultimi anni l’esposizione agli input esterni, soprattutto nella dimensione digitale si è moltiplicata, con una media giornaliera di utilizzo di internet che supera le 6 ore (fonte: We are social, “Digital 2022 Italy”). Tale abbondanza e complessità appaiono a tratti ingestibili, in ambito lavorativo e personale, per questo diventa importante aprirsi a nuovi modi di operare e di confrontarsi in maniera equilibrata con la vita.

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Sovraccarico cognitivo e lavoro

Proprio sul tema dell’equilibrio e del benessere fisico e mentale emergono alcuni dati interessanti da una nuova ricerca condotta su scala globale da 3Gem per conto di Open Text sulle strategie per affrontare il sovraccarico cognitivo in ambito aziendale e sulle esperienze vissute dai dipendenti.

Lo studio ha coinvolto 27.000 lavoratori di vari Paesi, di cui 2.000 persone in Italia. Il 43% degli intervistati nel nostro Paese ha dichiarato che il sovraccarico cognitivo ha ripercussioni sul proprio benessere psico-fisico e 1 italiano su 3, a causa dell’eccesso di informazioni, vede compromesso il delicato equilibrio vita-lavoro.

Il sovraccarico cognitivo e lo stress che ne deriva portano le persone a non riuscire mai a staccare e disconnettersi realmente, come il 36% degli intervistati in Italia, dato più che raddoppiato dal 2020. Una delle maggiori difficoltà è legata al numero sempre più alto di dispositivi, app, account e spazi digitali nei quali sono distribuite le informazioni.

Come affrontare il problema in azienda

Una valida strategia per le aziende è quella di strutturare una più corretta gestione delle informazioni. Secondo quanto emerso dalle valutazioni della ricerca, innovare la modalità di accesso ai dati, fornendo al proprio team gli strumenti per lavorare in maniera efficiente sia in forma ibrida che da remoto, può rivelarsi una valida strategia per aumentare i livelli di soddisfazione e partecipazione alla vita aziendale dei dipendenti.

La capacità di prendere decisioni migliori va di pari passo con il benessere psico-fisico dell’individuo che ad oggi scarseggia nelle aziende; solo il 9% dei lavoratori italiani, infatti, dichiara di “stare bene” nel luogo di lavoro, come rivela la Ricerca 2022 dell’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano.

Alcune suggestioni da trasformare in buone pratiche giungono dall’American Psychological Association, come riportato da Avvenire in un recente articolo: “lasciare libertà ai propri collaboratori di decidere dove, quando e come lavorare; sviluppare programmi e politiche a supporto della salute mentale; osservare con sguardo critico le politiche di equità e inclusione”.

Suggerimenti utili per prevenire il sovraccarico cognitivo nella vita

Il sovraccarico cognitivo può creare dei veri e propri “blocchi mentali”, provocare tensione, confusione, dimenticanze, ridurre la flessibilità decisionale e la capacità di risolvere problemi.

Le strategie per prevenire e affrontare uno stato di affaticamento cognitivo sono diverse e possono includere la riduzione del numero di attività nelle quali siamo impegnati, l’allungamento delle scadenze, l’abbassamento dei propri standard di perfezionismo che va a braccetto con la procrastinazione, una migliore attività di programmazione e di delega ove possibile.

Un altro aspetto importante riguarda la capacità di selezionare le informazioni rilevanti, quelle che ci consentono di passare dalla teoria alla pratica, spazio nel quale è possibile consolidare le conoscenze e misurare se quanto appreso è al momento sufficiente o meno.

Infine, un elemento di svolta può essere legato alla scelta di ricavarsi del tempo per disconnettersi dalla rete e meditare sulle ragioni per cui spesso sottostiamo a ritmi e modi che non ci appartengono, convinti che non vi siano altre strade in questo oceano di complessità, che in realtà racchiude infinite possibilità per essere reinventato ogni giorno.

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Giulia Angelon

Giulia Angelon

Mi piace esplorare l’esistenza, osservandone i misteri e sperimentando la forza creatrice che genera l'atto di comunicare quando nasce dall’ascolto e dal dialogo. Per BuoneNotizie.it scrivo di benessere e innovazione in chiave culturale, imparando l’arte di esserci nelle cose con intensa leggerezza.

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