Secondo uno studio della società di consulenza Bain & Company, lo stress da lavoro colpisce soprattutto i lavoratori più giovani e in maniera crescente. Nel report pubblicato a fine 2022, tuttavia, si individuano anche alcune soluzioni per contrastare e invertire il trend.

Queste soluzioni sono state riassunte in tre concetti: creare di talenti, lavoratori e non macchine, unità nella molteplicità. Diminuire lo stress dei propri lavoratori sarà vantaggioso anche per i datori di lavoro.

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Lo stress da lavoro è legato all’età

Lo studio di Bain & Company ha evidenziato come, nelle economie avanzate, lo stress da lavoro è più alto quanto più sono giovani i lavoratori. Inoltre, aumentando l’anzianità, il livello di logoramento si mantiene stabile nelle giovani generazioni anziché decrescere, come avveniva in precedenza.

Le ragioni del fenomeno vanno ricercate nel rallentamento della crescita economica e nella crescente disuguaglianza. Per i lavoratori più giovani diventa difficile così raggiungere una situazione finanziaria stabile e serena.

Questi fattori si combinano con l’iperconnessione e la sovrastimolazione prodotta dalla tecnologia. L’email e le app di messaggistica abbattono i confini tra lavoro e tempo libero. I social network spingono verso la competizione e il confronto con gli altri. La sovrabbondanza di informazioni che la rete offre sovraccarica le capacità cognitive.

Lo stress da lavoro sta crescendo ed è legato all'età

Lo stress da lavoro sta crescendo ed è legato all’età (dati Bain & Company)

Combattere lo stress da lavoro con la creazione di talento

Dopo la fase delle massicce dimissioni, per contrastare il fenomeno dello stress da lavoro occorrerà una “grande riqualificazione”. La velocità con cui si muove l’economia costringe le aziende a integrare sempre nuove competenze nella propria organizzazione.

La strategia invece dovrà essere quella di individuare le capacità sottoutilizzate all’interno, anziché assumere esterni. Individuare i lavoratori che potrebbero acquisire nuove capacità e insegnargliele costituirebbe un doppio vantaggio. Innanzitutto, maggiore competitività rispetto alla concorrenza. Inoltre, il lavoratore sarà impiegato in mansioni più adatte a lui e avrà una visione del futuro più serena.

Invece di cercare di creare lavoratori tuttofare, le aziende dovranno analizzare i punti di forza e gli interessi di ciascuno.

Un lavoratore non è una macchina

Le insicurezze, lo stato emotivo, la salute mentale sono tutti elementi che influiscono sulle prestazioni. Un lavoratore stressato è meno efficace. Con le capacità umane arrivano le fragilità umane, il che rende necessario un approccio più empatico nel gestire le Risorse Umane.

Questo significa ridurre la mole di email: i lavoratori dovrebbero essere valutati in base ai loro risultati, non alla loro reattività nel rispondere a decine di messaggi. Il discorso si estende anche alle app di messaggistica istantanea, le quali hanno contribuito a peggiorare la situazione.

Significa rendere le riunioni più efficienti. Significa anche adattare gli obiettivi a ciascun individuo, accompagnandolo a costruire una vita lavorativa soddisfacente.

Infine, significa adottare le pratiche di disconnessione.

La comunità contro lo stress da lavoro

Una azienda di successo non è solo una rete di individui. Sapere trasmettere una visione comune è indispensabile per creare un collante. Una azienda di successo dovrà anche avere dei valori unificanti e riconoscibili.

Il datore di lavoro potrà ambire a risultati maggiori della somma degli obiettivi dei singoli lavoratori. I lavoratori costruiranno un ambiente di rispetto, reciprocità e fiducia con i colleghi.

Le aziende che sapranno raccogliere queste sfide potranno ambire a una crescita significativa nei prossimi anni.

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Giovanni Pigozzo

Giovanni Pigozzo

Nei modi più vari mi sono sempre occupato di quel che succede nel mondo del Lavoro. Analizzo come è fatta e come evolve l'attività umana che più di tutte occupa le nostre giornate. Aspirante giornalista pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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