Seguite i soldi e troverete la mafia“. Questa una delle lezioni più importanti lasciate dal giudice Giovanni Falcone per contrastare la mafia, rappresenta l’idea che le organizzazioni criminali si basino sull’acquisizione illecita di denaro e potere e che seguendo i flussi finanziari è possibile individuarne i membri e le attività.

Grazie a questa tecnica investigativa il magistrato palermitano riuscì per smantellare molte organizzazioni mafiose, in primis la famiglia mafiosa di Corleone, che gestiva il traffico di droga. Falcone aveva capito che per combattere la mafia bisognava andare a colpire le sue fonti di reddito e le sue attività economiche, così ha iniziato a investigare sui loro investimenti e proprietà.

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A questo insegnamento, che resta valido anche per capire cosa sono le ecomafie di oggi, Legambiente si è ispirata per redigere ogni anno un report sulle loro attività e sui loro interessi. Il rapporto del 2022 segnala che anche se i reati contro l’ambiente sono diminuiti del 12,3% rispetto al 2020, il numero totale di illeciti non è sceso sotto i 30mila, con una media di quasi 84 reati al giorno, circa 3,5 ogni ora. Tuttavia, gli arresti sono aumentati del 11,9% rispetto al 2020, raggiungendo quota 368.

Inoltre, sono stati contestati 59.268 illeciti amministrativi, con una media di 162 al giorno, 6,7 ogni ora. La corruzione è un fattore che agevola questi crimini: nel periodo tra il 16 settembre 2021 e il 31 luglio 2022 sono state censite 115 inchieste, con 664 persone arrestate, 709 denunciate e 199 sequestri.  Questi dati dimostrano che i reati all’ambiente rappresentano un guadagno significativo per le ecomafie, che nel 2021 hanno fatturato 8,8 miliardi di euro.

Cosa sono le ecomafie e quali sono i loro principali interessi

Il termine ecomafie è stato coniato da Legambiente per indicare le attività illecite delle organizzazioni criminali di stampo mafioso che arrecano danni all’ambiente e sono dedite al traffico e allo smaltimento abusivo di rifiuti. Nel 2021, il ciclo illegale del cemento è stato il crimine più frequente con 9.490 reati (31% del totale), seguito dal ciclo dei rifiuti con 8.473 reati.

Quest’ultimo ha anche registrato il maggior numero di arresti, 287, con un aumento del 25,9% rispetto al 2020 e di sequestri (3.745, con un aumento del 15%). I reati contro la fauna sono al terzo posto con 6.215 reati. Vi è stato un aumento significativo di quelli contro il patrimonio boschivo, con 5.385 reati tra incendi colposi, dolosi e generici, con una superficie colpita dalle fiamme di oltre 159.000 ettari, un aumento del 154,8% rispetto al 2020.

Inoltre, c’è stato un aumento nei reati contro il patrimonio culturale, in particolare nei furti di opere d’arte, che sono arrivati a 603, con un aumento del 20,4%. Legambiente ha monitorato 38 inchieste contro i traffici illeciti di rifiuti nel 2021, rispetto alle 27 dell’anno precedente, mentre nei primi sette mesi di quest’anno la cifra è arrivata a 17.

In aggiunta, sono stati eseguiti 640.195 controlli nel settore agroalimentare e si segnala che tra i nuovi interessi delle ecomafie c’è il traffico illecito degli oli vegetali esausti. Il Conoe, il consorzio nazionale raccolta e trattamento oli e grassi vegetali ed animali esausti, stima che ben 15.000 tonnellate all’anno sfuggano alla raccolta e al trattamento dei certificati dei consorzi.

I territori più colpiti

Nel 2021 Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, sono i territori maggiormente colpiti dall’ecocriminalità e dalla corruzione. In queste regioni si concentra il 43,8% dei reati accertati dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di Porto, il 33,2% degli illeciti amministrativi e il 51,3% delle inchieste per corruzione ambientale a livello nazionale.

Nelle regioni del Nord, la Lombardia è quella con il maggior numero di reati ambientali con 1.821 reati, pari al 6% del totale nazionale e 33 arresti. A livello provinciale, Roma è al primo posto con 1.196 illeciti ambientali, superando Napoli e Cosenza rispettivamente a 1.058 e 1.060 reati.

Nel 2021 le forze dell’ordine hanno applicato 878 volte i delitti contro l’ambiente e hanno messo sotto sequestro beni per un valore di oltre 227 milioni di euro. Il delitto più contestato è l’inquinamento ambientale, mentre il maggior numero di ordinanze di custodia cautelare è scattato per l’attività organizzata di traffico illecito di rifiuti.

Le proposte di Legambiente

In occasione della presentazione del rapporto, Legambiente ha proposto 10 modifiche normative per migliorare l’azione dello Stato contro le ecomafie. Tra queste proposte ci sono la costituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e illeciti ambientali ad essi correlati, l’inclusione dei delitti previsti dal titolo VI-bis del Codice Penale e il delitto di incendio boschivo tra quelli per cui non si applica la prescrizione, l’approvazione del disegno di legge contro le agromafie, l’inserimento dei delitti contro gli animali nel codice penale e l’emanazione dei decreti attuativi della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema Nazionale per la protezione dell’ambiente.

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Giovanni Binda

Giovanni Binda

Giovanni Binda, aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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