Sul nostro pianeta la popolazione sta crescendo sempre di più. Anche se nel mondo occidentale non sembra, in gran parte degli altri Paesi la crescita è molto significativa. Questo porta a numerosi problemi, primo tra tutti: la sostenibilità dello smaltimento dei rifiuti. Abbiamo avuto modo di vedere come nel continente africano si stia sviluppando un’economia circolare dei rifiuti. Sempre con l’imprenditore Samuele Barrili, oggi ci spostiamo verso l’Estremo Oriente.

Il gigante indiano dei rifiuti

Secondo l’ultimo censimento (2021) l’India ha una popolazione che sfiora 1,4 miliardi. Come ogni Paese orientale bisogna considerare che stiamo parlando degli abitanti censiti, quindi la realtà presenta indubbiamente numeri maggiori. Si può quindi facilmente immaginare quanto possa essere problematico lo smaltimento dei rifiuti. In particolar modo nelle campagne e nelle periferie delle città, dove ancora oggi ci sono principalmente delle discariche a cielo aperto.

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Questo incide anche sulla qualità dell’aria. Infatti stando ai dati del World Air Quality Report 2017-2021, tra le 50 città più inquinate al mondo in base alla concentrazione di PM (ovvero particelle di polvere, sporco e liquidi) ben 35 sono indiane. A questo va aggiunto il fiume più importante del Paese: il Gange. Secondo la maggior parte degli studi internazionali (fatta eccezione per i report indiani) il Gange è forse il fiume più inquinato al mondo. Le sue acque servono tra uno e due miliardi di persone.

Una scena quotidiana sul fiume Gange in India.

Sensibilizzazione per lo smaltimento dei rifiuti

“La campagna che abbiamo fatto prevedeva la sensibilizzazione al conferimento dei rifiuti per evitarne l’abbandono” racconta Barrili. “I rifiuti, venivano conferiti direttamente in una piazza del paese in cui era presente un equipaggiamento su rimorchio. Equipaggiamento in grado di separare organico da non organico. Si è trattato di un semplice inizio, ma ha avuto un’ottima risposta”. Ultimamente molti cittadini indiani per arrotondare stanno intensificando la raccolta autonoma di rifiuti per poi rivenderli e arrotondare.

Questa potrebbe essere una semplice pratica che se dovesse prendere piede creerebbe una vera soluzione allo smaltimento dei rifiuti, creando una nuova vita alle materie prime secondarie. Un altro esempio notevole di cui parla Samuele è l’azienda indiana Poucheo. Essa ha iniziato a produrre portafogli con carta riciclata. “Sembra finta pelle e in acqua non si sfalda. Secondo me ha un enorme potenziale” conclude l’imprenditore italiano.

Lo smaltimento rifiuti made in USA

In base alla sua esperienza, Barrili ci spiega che gli Stati Uniti sono oggi tra i Paesi industrializzati più indietro nella raccolta differenziata e smaltimento dei rifiuti. Ma anche in un contesto certamente non all’avanguardia come quello USA, possiamo trarne uno spunto interessante. Infatti i cittadini statunitensi possono trattare sul prezzo delle tasse sui rifiuti, ovvero si riconosce un maggior valore ai rifiuti. Per dirla in termini semplici, in pratica: in base alla quantità e qualità dei rifiuti, dovrò pagare meno. Un differente approccio che insieme alla graduale chiusura delle innumerevoli discariche ancora aperte permette anche agli Stati Uniti un più sostenibile smaltimento dei rifiuti.

L’Italia e l’Europa: bene, ma non benissimo

L’Italia è tra i Paesi con la più alta percentuale diffusa di raccolta differenziata. Nonostante questo primato purtroppo, ancora oggi ben poche sono le materie prime secondarie che vengono riutilizzate. “Dovremmo capire che gli stessi materiali ricavati dallo smaltimento dei rifiuti potrebbero creare una vera economia con nuovi posti di lavoro” spiega Samuele Barrili.

Per quanto riguarda il nostro continente, Barrili conclude così: “Auguro all’Europa di uscire dalla logica consumistica odierna, per giungere a un’economia davvero circolare, perché il consumismo non può essere sostenibile”. Esempi nobili sono l’azienda inglese Biffa, leader mondiale del riciclo della plastica o l’opportunità di riconvertire auto a motore termico in innovative auto elettriche, senza acquistarne di nuove.

La soluzione allo smaltimento dei rifiuti in conclusione la si potrebbe attuare ispirandosi all’enunciato del chimico e fisico francese Antoine-Laurent Lavoiser: “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.”

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Riccardo Pallotta

Riccardo Pallotta

Laureato in comunicazione e marketing con una tesi sul brand journalism. Attore e speaker radiofonico in Italia e all'estero. Social media manager. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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