Le grey models, sono modelle over 50 che sfidano i canoni classici imposti dalla bellezza e dalla moda. Qualche decennio fa, la carriera di modella era destinata a durare per un breve periodo, fino a quando la top model  in questione non avesse raggiunto un’età non più adeguata per le passerelle.

Nel frattempo i dettami della moda stanno evolvendo e la parola d’ordine è diventata inclusività: la bellezza non dipende da fattori anagrafici, ma da caratteristiche che rendono ogni persona unica. In questo caso, le modelle incarnano un ideale di bellezza in cui ogni donna si può riconoscere. Non più canoni estetici irraggiungibili, ma donne che sfilano con i propri difetti che, in quanto tali, le rendono speciali e irripetibili.

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Le grey models: i nuovi canoni di bellezza

Uguali e dunque tutti perfetti per posare di fronte a un obiettivo o per calcare una passerella, perché, anche secondo gli stilisti e le case di moda, siamo tutti degni di essere rappresentati nello stesso modo.

Non più omologazione nel mondo del fashion, ma esclusività e unicità che devono catturare l’attenzione affinché le persone si possano sentire rappresentate da un modello raggiungibile, da un canone di bellezza in cui potersi riconoscere. Le grey models non si limitano a indossare abiti o a essere testimonial di prodotti cosmetici. Il loro è un messaggio rivolto alle coetanee che devono sentirsi belle nonostante lo scorrere degli anni. Un esempio su tutti è l’attrice Jane Fonda, 85 anni portati splendidamente che, grazie al suo fascino over age è da anni il volto della nota azienda di cosmesi Oréal. L’imperfezione è la nuova perfezione: le top model non più giovani, coloro che hanno superato il mezzo secolo di età, oggi sono sempre più richieste dalle case di moda.

Grey models: l’origine del fenomeno

Grazie alla fondazione della società inglese Grey Model Agency, le grey models sono diventate vere protagoniste nel settore della moda. L’agenzia mira a favorire chi apprezza il proprio corpo nonostante il passare dell’età. La fondatrice Rebecca Valentine, che si trova a capo dell’impresa, è entusiasta della popolarità inaspettata che ha ottenuto.

Donne e uomini oltre i cinquanta e sessant’anni possono rappresentare finalmente e degnamente le persone over age grazie a un’agenzia che si dedica esclusivamente a loro. A conferma che la moda non è soltanto la prerogativa di chi è giovane e bello, secondo i dettami stabiliti dalla società, ma è per tutti. Rebecca Valentine ha debuttato in Gran Bretagna riscuotendo un tale successo tanto da partecipare alla London Fashion Week. Nel corso degli anni, il successo ha portato la Grey Model Agency a diffondere il proprio progetto dalla Cina, all’Australia, dagli Stati Uniti al Messico, fino a Milano.

Dall’inizio del progetto, sono molte le case di moda che hanno inserito donne over nei propri book. E’ il caso di Frances Dunscombe, che nel 2015 all’età di 82 anni è entrata a far parte del casting delle modelle per la campagna autunno-inverno di Prada. Alla Fashion Week di Parigi dello scorso anno, l’azienda svedese H&M ha debuttato con la 71enne Pat Cleveland, modella afroamericana. Anche Giorgio Armani e lo stilista cinese Youjia Jin hanno scelto modelle non più giovani per le loro sfilate.

Grey models: le modelle che sfidano i tradizionali canoni estetici

Grey models, molto richieste nel settore beauty

Grey models: la bellezza che non conosce età

Davvero bellezza fa rima con giovane età? Occorre mostrare un viso privo dei segni del tempo pelle per essere belle? O sono i canoni estetici con i quali siamo cresciuti che ci portano a ritenere che sia sbagliato invecchiare? Mostrare con fierezza la propria età non deve spaventare perché le rughe sono lo specchio di una vita vissuta. Enfatizzare i propri difetti trasformandoli in caratteristiche che rendono particolare ogni singola persona.

Il corpo e i lineamenti mutano con il passare del tempo, ma è il decorso naturale della vita quindi perché considerarlo con un’accezione negativa? Con l’ossessione della giovinezza a tutti i costi la bellezza tende a passare in secondo piano. La moda in questo senso ha iniziato a fare dei passi avanti, segnale che il mondo del fashion e del beauty nel corso degli ultimi anni ha portato in primo piano il concetto di inclusività. Non solo per questioni di età: la moda include ogni genere, ogni disabilità, ogni taglia, con l’obiettivo di arrivare a tutti. Il processo di inclusività è solo agli inizi. C’è ancora molta strada da fare affinché il settore della moda non proponga stereotipi irraggiungibili, ma che possa essere davvero per tutti, senza alcun limite, compresa l’età.

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Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi, laureata in Informazione ed Editoria ho collaborato con testate scrivendo di cultura, costume e società. Appassionata di attualità, politica e sostenibilità, oggi scrivo per BuoneNotizie.it grazie al Laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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