Politecnico di Milano, Politecnico di Bari e Università di Roma Tor Vergata si sfidano per abbattere le emissioni di CO2 nelle consegne.

Il 26 marzo 2021  ha preso il via la quinta edizione del progetto ideato dall’azienda statunitense.  L’evento virtuale ha sancito l’apertura della competizione rivolta agli studenti universitari del Politecnico di Milano, dell’Università di Roma Tor Vergata e, per la prima volta, del Politecnico di Bari. Il concorso annuale prevede che i team, seguiti da tutor di riferimento,  presentino soluzioni innovative per una logistica sostenibile, efficiente e green.

Gli obiettivi dell’Amazon Innovation Award 2021

La multinazionale americana quest’anno vuole impegnare gli studenti per migliorare il funzionamento dei depositi di smistamento e le consegne finali al cliente. I partecipanti devono mettere in pratica le conoscenze acquisite nel loro percorso, sfruttare le competenze, la creatività e le soft skill, nonché confrontarsi con le dinamiche di una grande azienda di e-commerce. Il gioco di squadra e la collaborazione con i colleghi di altri ambiti disciplinari saranno fondamentali per vincere. L’obiettivo di Amazon è quello di abbattere le emissioni di CO2, in linea con l’accordo di Parigi sul clima del 2015. Inoltre, l’impegno preso da Amazon del Climate Pledge (2019) prevede la riduzione delle emissioni di anidride carbonica entro il 2040 e l’utilizzo di energia 100% rinnovabile entro il 2030.

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Come si svolge il concorso

Gli studenti che partecipano all’Amazon Innovation Award 2021 dovranno formare un team interdisciplinare, di uomini e donne, dalle tre alle cinque persone. L’elaborato finale dovrà essere di sei pagine circa in inglese, comprensivo di eventuali appendici, sul tema “Nuovi modelli e sistemi di trasporto dei prodotti nelle città, sostenibili dal punto di vista economico e ambientale”. Nella seconda metà di aprile gli studenti candidati potranno giovarsi del supporto di un team di dipendenti di Amazon. Questi ultimi li guideranno, mediante visite virtuali, all’interno di un deposito di smistamento Amazon.  A luglio ogni ateneo selezionerà i progetti migliori ed entro il mese di settembre presenterà all’azienda statunitense le proposte più in linea con gli obiettivi di sostenibilità.

Come sarà scelto il progetto vincitore

Una giuria di manager Amazon valuterà la proposta più innovativa secondo criteri di:

  • fattibilità, ossia se possa essere realizzabile e raggiungere risultati positivi
  • scalabilità, ossia la replicabilità e un ritorno economico importante rispetto agli investimenti iniziali
  • impatto sul cliente, quindi se vi sia un beneficio significativo
  • applicabilità delle tecnologie proposte

A questi criteri si aggiungono anche i cinque principi di leadership di Amazon: pensare in grande, inventare e semplificare, insistere sugli standard più elevati, analizzare in profondità e mettere al centro il cliente.

I premi in palio all’Amazon Innovation Award 2021

Nella settimana del 6 settembre si svolgerà la cerimonia di premiazione del progetto migliore. Per il gruppo vincitore sono previsti diversi premi: un account Audible; un dispositivo Amazon Echo Show (display Amazon con comando vocale Alexa che permette di vedere contenuti); un abbonamento annuale alle pubblicazioni dell’Harvard Business Review. Inoltre, il team vincitore potrà conoscere più da vicino Amazon Logistics, affiancando per un giorno il responsabile del deposito di smistamento vicino alla propria università. Infine, i vincitori potranno sostenere il colloquio per una posizione in Amazon con accesso immediato alla fase di intervista panel (due intervistatori raccolgono informazioni sul candidato).

Il Politecnico di Milano si è aggiudicato 3 vittorie: 2016, 2019 e 2020

Nel 2016, anno del lancio dell’iniziativa, il Politecnico di Milano è stato il solo ateneo coinvolto. Gli studenti dell’università milanese avevano elaborato una soluzione per ridurre il percorso che i dipendenti devono effettuare per prelevare i prodotti. Un sistema di analisi di Big Data genera una coda virtuale dei prodotti che devono essere prelevati e avvicina gli scaffali al dipendente. La vittoria è nuovamente giunta nel 2019 grazie a un team che ha progettato e sviluppato due robot comunicanti, automi dotati di microchip che possono cooperare in sinergia e comportarsi come un unico strumento. Infine, anche nel 2020 gli studenti del Politecnico di Milano si sono aggiudicati il primo premio con il progetto “PrimePeerz”. Il team ha proposto l’aggregazione di ordini di clienti che presentano un legame tra loro. Così facendo si riducono i costi di trasporto, il numero delle spedizioni e l’inquinamento.

Gli altri progetti vincitori dell’Amazon Innovation Award

Fino a oggi il contest ha avuto un importante seguito, infatti 1300 studenti hanno proposto i loro progetti. Nel 2017 un gruppo composto da studenti del Politecnico e dell’Università di Torino ha vinto con un progetto in due step per migliorare la consegna dell’ultimo miglio. Innanzitutto, le consegne urgenti vengono distinte da quelle che possono aspettare perché il cliente indica giorno e fascia oraria desiderata per ricevere il prodotto. Successivamente, il team ha proposto l’impiego di persone comuni, non fattorini specializzati, che effettuino la consegna in città con veicoli a basso impatto ambientale.

Nel 2018, invece, è stata l’Università di Roma Tor Vergata ad aggiudicarsi, per la prima volta, la vittoria con un progetto sui robot magazzinieri. Il team ha implementato la tecnologia “kiva”, ossia dei robot di magazzino, migliorando l’efficienza di carico e scarico, l’interazione con il personale e la sicurezza nel reparto. I team vincitori sono stati premiati con un viaggio a Seattle, quartier generale di Amazon, per presentare le loro proposte.

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Francesca Iaquinto

Francesca Iaquinto

Laureata in Lettere Moderne alla Statale di Milano, è stata studentessa di merito presso il Collegio di Milano per 5 anni. Nel dicembre 2019 ha vinto una Borsa di Studio per la scrittura della tesi presso la Duke University (North Carolina). Attualmente è docente di scuola secondaria, proofreader e scrive per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo costruttivo per diventare pubblicista.

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