Il cambiamento climatico è sempre più evidente. Non solo desertificazione, agricoltura in crisi, scioglimento dei ghiacci. Secondo un recente studio pubblicato da Nature, il riscaldamento globale potrebbe far emergere e diffondere fino a 15mila nuovi virus. Senza dubbio anche questo ha permesso che si arrivasse a numerosi accordi sul clima senza precedenti nella storia.

Il cambiamento climatico potrebbe creare virus

Secondo uno studio pubblicato lo scorso 28 aprile dalla prestigiosa rivista Nature, ci sarebbero almeno 10mila specie di virus che possono infettare gli uomini. Attualmente la stragrande maggioranza di essi circola in maniera silenziosa nei mammiferi selvatici. Purtroppo però il cambiamento climatico causerà massicce migrazioni che porteranno alla condivisione delle stesse aree tra umani e fauna selvatica.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Questo porterà inevitabilmente, specialmente nei Paesi più poveri e nell’area tropicale, a facilitare lo spillover zoonotico, ovvero il processo naturale per cui un patogeno degli animali evolve e infetta l’uomo. Un processo che nello studio ha visto una simulazione che portava all’anno 2070 e dove, come visto recentemente, i pipistrelli rappresentavano i protagonisti della trasmissione. Tutto questo sarebbe evitabile se la temperatura globale fosse mantenuta sotto 1,5 gradi fino a fine secolo, come previsto dagli accordi sul clima di Parigi.

Accordi sul clima: il mondo intero nella stessa direzione

Manifestazione contro il superamento di 1,5 gradi di riscaldamento globale entro la fine del secolo.

Big Tech firmano accordi sul clima

Come visto, oltre ai cambiamenti ambientali, anche la nostra stessa salute sarà sempre più a rischio per il riscaldamento globale. Questo ha portato alcune tra le maggiori e più importanti aziende tecnologiche mondiali a un accordo senza precedenti. Nelle ultime settimane, Google, Meta, Shopify e Stripe hanno annunciato un investimento di 925 milioni di dollari di rimozione del carbonio nei prossimi otto anni.

In pratica, la nuova azienda di Stripe, Frontier, svolgerebbe il ruolo di intermediario tra chi paga per compensare le proprie emissioni di CO2 e i fornitori. In sostanza tecnicamente si tratta di un Advance Market Commitment (Amc), un contratto vincolante che dovrebbe permettere lo sviluppo di un nuovo mercato che consente di sviluppare tecnologie per la cattura di anidride carbonica. Il ruolo di Frontier potrebbe essere determinante nello sviluppo delle tecnologie finalizzate alla rimozione del carbonio garantendone la domanda futura grazie anche alle sue garanzie fornite sia a imprenditori che a investitori.

Anche le star firmano accordi sul clima

In una società come quella attuale non poteva mancare l’esempio green delle star, creatori di mode. Anche molti personaggi famosi hanno ormai dato priorità ad accordi sostenibili che economici. Uno dei più impegnati contro il cambiamento climatico è senza dubbio Leonardo Di Caprio che recentemente ha investito in Mosa Meat (carne in vitro) e Beyond Meat (carne vegetale). L’attore ha poi twittato che mangiare questa carne una volta a settimana avrebbe l’effetto di eliminare 12 milioni di auto dalle strade.

Sono innumerevoli gli altri accordi sul clima che hanno stipulato personaggi famosi in giro per il mondo. C’è chi promuove scarpe fatte di alghe, come Jason Momoa e chi si trucca solo con cosmetici a basso impatto ambientale, come Jessica Alba e Scarlett Johansson. Ci sono rapper che ai loro concerti organizzano catering totalmente compostabili, chi collabora con AmericaN Express per ricavare carte di credito dalle microplastiche raccolte dagli oceani o chi promuove occhiali da sole totalmente biodegradabili, come il campione del Superbowl Tom Brady.

In Italia prodotti agro-alimentari a zero CO2

Anche l’Italia non resta indietro e si appresta a creare il primo distretto agricolo a emissioni zero in Europa. La Puglia, colpita negli ultimi anni dalla Xylella fastidiosa che ha decimato gli alberi d’ulivo, è pronta a rinascere da queste ceneri. “È un progetto grande e unico, che ha l’ambizione di mettere sul mercato prodotti agro-alimentari certificati a emissione zero, grazie alla compensazione delle emissioni per esempio attraverso la riforestazione.” afferma Riccardo Valentini, Premio Nobel per la Pace del 2007 e membro dell’Intergovernmental Panel on Climate Change.

Questo laboratorio verde pugliese sarà possibile grazie a un finanziamento del Ministero delle Politiche agricole di 50 milioni di euro iniziali. Attualmente le aziende coinvolte sono 65, ma sono destinate a crescere presto per consentire la certificazione “a emissioni zero” di tutti i prodotti alimentari proveniente dal Salento. Una grande svolta che potrebbe essere il primo esempio europeo del settore. Gli accordi sul clima evidenziano un’evidente direzione che ormai è percorsa da chiunque a livello internazionale per salvare il nostro pianeta.

Leggi anche:

Il cambiamento climatico si può rallentare mangiando CO2

Condividi su:
Riccardo Pallotta

Riccardo Pallotta

Laureato in comunicazione e marketing con una tesi sul brand journalism. Attore e speaker radiofonico in Italia e all'estero. Social media manager. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici