Il cloud seeding, anche detto inseminazione delle nuvole, è una tecnica che permette di stimolare artificialmente la produzione di pioggia all’interno delle nuvole ed è stata proposta dal Codacons, l’associazione per la tutela dell’ambiente e dei consumatori, per porre rimedio alla stretta morsa della siccità che da mesi attanaglia il nostro paese e in particolare le regioni del nord Italia.

Una situazione, quella della carenza di pioggia, che ha costretto il Consiglio dei Ministri a deliberare lo stato di emergenza per siccità per Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto e Piemonte, con uno stanziamento di oltre 35 milioni da ripartire tra le cinque regioni coinvolte.

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Il cloud seeding, altro non è che una tecnica mirata a modificare le condizioni meteo, con l’obiettivo di modificare la quantità ed il tipo di precipitazione attraverso la disseminazione nelle nubi di sostanze chimiche che rimpiazzino i naturali nuclei di condensazione per favorire le precipitazioni – ha dichiarato il Presidente Nazionale del Codacons, Marco Donzelli – Questa tecnica è già stata usata più volte in varie parti del mondo e aiuta a far nevicare e piovere quando non avviene naturalmente. Servono interventi immediati non si può tardare ancora, per questo motivo scriveremo al Governatore Fontana ed al Ministero dell’Ambiente

In cosa consiste il cloud seeding

Per permettere alle gocce di pioggia di formarsi, c’è bisogno dei nuclei di condensazione e cioè di piccole particelle attorno a cui il vapore acqueo presente nelle nuvole possa condensare.  Il cloud seeding, o inseminazione delle nuvole, mira a cambiare la quantità ed il tipo di precipitazione proprio attraverso l’introduzione in atmosfera artificialmente di queste particelle, così da riuscire a far condensare il vapore delle nubi, alimentando la pioggia.

I nuclei di condensazione che vengono utilizzati per indurre artificialmente la pioggia sono composti da ioduro di argento. Si predilige l’utilizzo di questa sostanza perché è in grado di legarsi alle molecole d’acqua presenti all’interno della nube, favorendone la condensazione e, quindi, la creazione di pioggia. Come alternativa può essere utilizzato anche ghiaccio secco, cioè CO2 allo stato solido. Per produrre ghiaccio a temperature superiori sono usate anche espansioni di propano liquido per creare cristalli, mentre è in aumento l’uso di materiali igroscopici, come ad esempio il sale.

Sono due i modi con cui avviene l’inseminazione delle nuvole: il primo consiste nello sparare dei razzi da appositi cannoni, in modo da lanciare le particelle verso il cielo mentre, il secondo sfrutta l’uso di di velivoli che spargono le particelle sulla parte superiore delle nubi.

Vantaggi e svantaggi dell’inseminazione delle nuvole

Innanzitutto va ricordato che con la tecnica del cloud seeding non si creano nuvole, ma si aumenta la quantità di pioggia prodotta all’interno di nubi già presenti. Questa maggior quantità di pioggia risulta essere un aiuto per tutti quei paesi dove solitamente le precipitazioni sono scarse, specialmente per quanto riguarda il settore agricolo con un conseguente guadagno in termini economici. L’aumento delle piogge, inoltre, può contribuire a migliorare la qualità dell’aria, andando a liberare il cielo da tutta una serie di inquinanti come, ad esempio, il particolato.

Il cloud seeding, però, risulta essere una tecnica molto costosa e dibattuta. Infatti il primo scoglio è la difficoltà nel riuscire a dimostrare l’effettiva efficacia del metodo. Il problema è affermare con certezza che la pioggia sia causata unicamente dall‘inseminazione delle nuvole e non da processi naturali che magari si sarebbero verificati in ogni caso.

Altro argomento di discussione riguarda l’introduzione in atmosfera di sostanze chimiche come lo ioduro di argento. Queste particelle infatti si legano alla pioggia e, alla fine, finiscono nei corsi d’acqua e nelle falde acquifere, ma ancora gli scienziati non sono in grado di prevedere l’eventuale impatto di questa sostanza sugli ecosistemi e sulla salute umana.

Dove viene utilizzato il cloud seeding

La tecnica dell’inseminazione delle nuvole viene utilizzata principalmente negli USA e in Cina per favorire l’agricoltura in quelle aree colpite da siccità, per indurre nevicate nelle principali stazioni sciistiche o per diminuire l’inquinamento andando, quindi, a migliorare la qualità dell’aria e ad avere cieli più limpidi.

Uno degli esempi più recenti e noti è stato quello in occasione delle Olimpiadi di Pechino del 2008, quando si usò il cloud seeding per concentrare le precipitazioni il giorno precedente alla cerimonia d’apertura, svoltasi poi in una giornata serena.

Oltre a Cina e USA, un altro Paese che fa ampio uso di questa tecnica sono gli Emirati Arabi Uniti, dove le piogge sono scarse e per questo motivo dagli anni ’90 il governo ha speso decine di milioni di euro in questa tecnologia. Il caso più noto è stato nell’estate del 2021 quando il governo degli Emirati Arabi Uniti, per alleviare le temperature torride di quel periodo, che si sono avvicinate più volte ai 50 gradi, ha generato o potenziato artificialmente intense piogge tanto da allagare alcune strade e impedire localmente la circolazione dei veicoli.

 

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Giovanni Binda

Giovanni Binda

Giovanni Binda, aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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