Il mondo della musica si sta schierando sempre di più a difesa dell’ambiente, impegnandosi a ridurre il proprio impatto sul Pianeta. Grazie al grande attivismo degli ultimi anni della Generazione Z e dei Millennials, sono nate iniziative importanti che mirano a sviluppare la consapevolezza e l’educazione ambientale nell’industria musicale, puntando alla trasformazione del settore, attraverso un decalogo di azioni concrete.

Musica in streaming, musica dal vivo: che impatto ha la musica sull’ambiente?

Il mondo in cui viviamo si sta digitalizzando sempre di più. Verrebbe dunque da pensare che l’attuale streaming digitale, che riduce la produzione di cd e vinili e quindi il consumo di plastica, sia ecosostenibile. Basta poco, però, per scoprire che anche le canzoni online non sono a impatto zero. Infatti i servizi di streaming si appoggiano a dei server che necessitano di un’enorme quantità di energia elettrica. Si stima che per l’ascolto di musica streaming vengano prodotti circa 350.000 tonnellate di gas serra all’anno.

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Anche la musica dal vivo può avere un impatto negativo sull’ambiente in termini di rifiuti prodotti e di peggioramento dell’aria che respiriamo. Pensiamo ad esempio all’enorme quantità di bottiglie di plastica e rifiuti rimasti per terra dopo i festival all’aperto, allo spostamento di migliaia di fan e di addetti ai lavori per recarsi ai concerti, ai trasporti delle attrezzature per montare i palchi e, ancora, all’istallazione degli impianti elettrici per gli eventi ad alta partecipazione. Secondo uno studio svolto dal Green Touring Network, la musica live genera circa 670.000 tonnellate di CO2 all’anno. Questo significa che un concerto genera tra i 2 e i 10 kg di CO2 per spettatore.

Sostenibilità ambientale: le iniziative nel mondo della musica

Nasce il Manifesto della Musica Sostenibile per la difesa dell’ambiente

L’Associazione dei Produttori Musicali Indipendenti PMI, con la collaborazione di IMPALA e Rockol, ha realizzato il Manifesto della Musica Sostenibile. Si tratta di un programma di dieci obiettivi, che può essere sottoscritto dagli operatori e dagli artisti dell’industria musicale che hanno posto come obiettivo primario la sostenibilità ambientale.

Il settore musicale ha già iniziato a ridurre l’impatto della musica live, ma resta ancora molta strada da fare nell’ambito della diffusione e del consumo di musica registrata. A questo proposito molte aziende all’estero si sono dotate di un “sustainability manager” che abbia voce in capitolo nelle decisioni strategiche aziendali. “È necessario incoraggiare tutta la filiera – sottolineano i promotori del manifesto – ad adottare pratiche non dannose per l’ambiente e innescare dei comportamenti virtuosi che abbiamo ricadute positive anche sul comportamento di consumo dei fruitori di musica“.

Sostenibilità ambientale: nasce il Manifesto della musica sostenibileI dieci obiettivi del manifesto della musica sostenibile

Music Declares Emergency: un’iniziativa green per affrontare la crisi climatica

Nel 2019 nasce in Inghilterra il Music Declares Emergency, sotto lo slogan “No music on a dead planet”, ovvero “Non c’è musica in un pianeta morto”. Più di 4000 artisti e professionisti dell’industria musicale si sono uniti per l’ambiente, preoccupati per l’attuale crisi ecologica che stiamo affrontando. I Radiohead, i Massive Attack e Billie Eilish sono tra gli artisti che hanno denunciato l’emergenza ambientale. Hanno infatti chiesto ai governi e ai media di agire immediatamente per intraprendere azioni concrete che affrontino la crisi climatica. “Crediamo che attraverso il potere della musica – dichiara il Music Declares Emergency sul suo sito web – si possano promuovere quei cambiamenti culturali necessari per creare un futuro più verde,  più giusto e migliore”. Hanno aderito all’iniziativa anche importanti etichette discografiche e rilevanti organizzazioni del settore come Abbey Road Studios, Universal Production Music e Warner Music UK.

Attualmente il movimento è presente anche in Svizzera, Austria, Germania, Francia, Portogallo, Stati Uniti d’America, Canada, Olanda e Cile. Ma la sua intenzione è quella di diventare, in breve tempo, un fenomeno globale.

Le etichette firmano il Music Climate Pact per la salvaguardia della sostenibilità ambientale

Un’altra iniziativa green importante è quella del Music Climate Pact, il cui obiettivo è ridurre le emissioni di gas serra a zero entro il 2050 e ottenere una riduzione del 50% entro il 2030. Il progetto è nato dalla collaborazione tra l’associazione delle etichette discografiche britanniche e l’Aim, un’associazione di musica indipendente del Regno Unito. Esse sono riuscite a coinvolgere anche Sony, Universal e Warner music, le tre principali etichette discografiche del mondo.

Oltre a impegnarsi a ridurre le emissioni di anidride carbonica, le associazioni si adoperano altresì ad avviare un’azione sociale più estesa, sostenendo gli artisti che si dimostrano attenti all’impatto della musica sull’ambiente e che ne parlano pubblicamente per sensibilizzare i propri ascoltatori.

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Giulia De Giacinto

Giulia De Giacinto

Giulia De Giacinto. Appassionata di Motorsport, in particolare di Formula 1; mi piace raccontare le sue connessioni con la sostenibilità e storie di grande ispirazione. Attualmente scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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