Bagnarsi nelle acque europee è sempre più sicuro: le acque balneabili sono considerate “eccellenti” rispetto ai parametri della Direttiva europea in materia, nell’85,7% dei siti analizzati dall’UE. Lo riporta un Report dell’Agenzia europea dell’Ambiente (AEA) di giugno, che conferma come stabile e positivo, già dal 2015, il dato sulla qualità delle acque di balneazione europee.

In quali Paesi si trovano le migliori acque balneabili e quanta qualità possiamo ancora perseguire a vantaggio dell’ambiente, della collettività e del turismo?

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Dove sono le migliori acque balneabili europee?

A guidare la classifica europea delle acque balneabili secondo il Report AEA, è Cipro: eccellente nel 99,2% dei siti balneari. Segue l’Austria con un indice di balneabilità superiore del 96,9%: sì, avete letto bene, perché la classifica non riguarda solo le acque costiere ma anche quelle dei laghi e fiumi, e la qualità delle acque austriache è fra le migliori d’Europa.

Segue a brevissima distanza la Grecia con il 96,6% di siti eccellenti e la vicina Croazia (nel 95,6% dei casi). Unico dei paesi nordici fra i migliori dieci, è la Danimarca che vanta un indice di eccellenza nel 94,3% dei siti, a pari merito con Malta e Bulgaria. Poi Romania e Germania con il 90,2% di balneabilità. E l’Italia?

Proportion of bathing waters classified as excellent quality in 2022 -Immagine tratta dal Report AEA European bathing water quality in 2022
Proportion of bathing waters classified as excellent quality in 2022 -Immagine tratta dal Report AEA European bathing water quality in 2022

Acque di balneazione italiane: la qualità eccellente c’è

L’Italia chiude la top-ten europea al decimo posto, registrando in tutto il territorio nazionale l’89,6% di siti qualitativamente eccellenti. Sembrerebbe un risultato deteriore e invece non lo è, perché il nostro è il Paese con il maggior numero di siti analizzati (oltre 5.500) e, in proporzione, solo l’1,5% di questi ha una qualità delle acque definita come “scarsa”. Un risultato decisamente inferiore al 4,1% di siti inquinati delle avanzatissime Svezia e Olanda.

In Italia 4,854 siti costieri presentano acque balneabili eccellenti nell’87,8% dei casi (la media europea è dell’88,8%) per le quali ci sono tante iniziative di pulizia soprattutto dalla plastica e nonostante le cementificazioni, mentre le acque dell’entroterra (fiumi e laghi) nei restanti 675 siti hanno una percentuale di eccellenza dell’88%, ben al di sopra della media europea, ferma al 79,2%.

Balneazione in Europa: meglio le acque delle coste o dell’entroterra?

Al di là di ogni classifica, l’Agenzia europea per l’Ambiente sottolinea come in Europa, tra 2010 e 2015 la percentuale di siti di balneazione dell’UE classificati come eccellenti sia cresciuta dall’87 all’89% per i siti costieri e dal 78 all’82% per le acque dell’entroterra. Ma l’acqua dei siti costieri resta migliore di quella dei fiumi e dei laghi, perché nei primi vi è un rinnovamento più frequente e una maggiore capacità di autodepurazione.

Ciò non toglie che è eccellente il 79,3% dei siti di balneazione interni ed il rischio per la salute che potrebbe derivare tanto dalla balneazione nei laghi e nei fiumi che sulle coste risulta davvero limitato.

In tutta Europa, comunque, i valori di “povertà qualitativa” delle acque balneari non raggiungono in media neanche l’1,5% di tutti i siti (solo 329 casi: erano l’1,9 nel 2009).  Ma a cosa si deve questo successo?

Coastal and inland bathing water quality in the 27 EU Member States between 2009 and 2022 - Immagine tratta dal Report AEA European bathing water quality in 2022
Coastal and inland bathing water quality in the 27 EU Member States between 2009 and 2022 – Immagine tratta dal Report AEA European bathing water quality in 2022

Direttiva acque balneabili: un successo sopra le aspettative

Sicuramente l’ottima situazione delle acque europee si deve al sistema di monitoraggio introdotto dalla Direttiva del 2006 che richiedeva entro il 2015, di raggiungere una qualità almeno “sufficiente” di tutti i siti e che nel 2022 questo requisito lo ha soddisfatto nel 95,9% di tutti i siti analizzati (oltre 21.600). Non solo: da quella Direttiva sono derivati grandi investimenti negli impianti di trattamento delle acque reflue urbane che hanno portato ad un drastico calo di inquinanti organici e patogeni nei flussi che arrivano al mare. Per questo, spiega l’Agenzia, è ora possibile fare il bagno in acque urbane un tempo fortemente inquinate.

Qualità delle acque balneabili, come migliorare ancora 

L’Agenzia europea per l’ambiente ammette che bagnarsi nell’1,5% di acque balneabili di scarsa qualità può rappresentare un rischio per la salute. Inoltre, riconosce che molti siti non sono stati ancora catalogati e monitorati e che in certi casi, le acque di balneazione europee subiscono forme di inquinamento di breve durata. Essenziale è riportare alla sufficienza i siti con le acque peggiori per evitare che scattino i divieti di balneazione con tutte le inevitabili ripercussioni ambientali, turistiche ed economica.

Non solo, l’AEA raccomanda di valutare sempre meglio l’inquinamento dei bacini idrografici in vista della ormai prossima revisione della Direttiva acque balneabili tenendo conto dei recenti fenomeni di alluvione, per i quali occorrono piani integrati di trattamento dei reflui urbani che prevengano gli straripamenti delle acque piovane e di dilavamento.
Un obbligo da porre nell’interesse degli Stati e della collettività che potrà godere dei vantaggi ambientali ed economici di siti qualitativamente eccellenti e turisticamente più appetibili a livello mondiale.

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Antonio Mazzuca

Antonio Mazzuca

Dal 2007 sono redattore editoriale tecnico-giuridico esperto e formatore in materia di salute e sicurezza sul lavoro e tutela ambientale. Sono il coordinatore editoriale della Testata tecnica InSic.it e dal 2015 editore della testata culturale registrata Gufetto.press dedicata al mondo della cultura off per le quali scrivo news, articoli, recensioni, interviste e approfondimenti e svolgo formazione ai redattori sia per la parte critica che redazionale e per la scrittura in ottica SEO.

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