Nessuna influenza in Italia. Non accadeva da 20 anni, parola dell’Istituto Superiore di Sanità.

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute, nel periodo 2020 – 2021 non è stato rilevato alcun virus influenzale. Questo nonostante i 6.818 campioni clinici analizzati dall’inizio della stagione influenzale. Al suo posto, l’Istituto ha rilevato solo pochi casi di sindromi simil-influenzali. Si tratta di sintomi simili a quelli dell’influenza (come brividi e mal di testa) originati da un altro virus. Eppure, già dallo scorso autunno si paventava l’arrivo di una stagione difficile, fra Covid-19 e influenza. Ci siamo già dimenticati di titoli come questi, che ci hanno fatto temere il peggio?

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Influenza stagionale alle porte, tra 6 e 8 milioni i casi stimati

Tgcom24

Per fortuna, però, le cose sono andate meglio. A confermarlo, ci pensano l’Istituto Superiore di Sanità e Influnet nel loro ultimo report. Ecco perché.

I dati dell’Istituto Superiore di Sanità

Nel calcolo dei dati, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha tenuto conto del numero dei pazienti costantemente monitorati sotto il profilo sanitario. Si tratta di 1.482.343 pazienti per settimana. A questi dati sono stati applicati due indici, uno collegato all’altro. Stiamo parlando del MEM e dell’ILI. Cosa significano? Il Moving Epidemic Method  – Metodo epidemico in movimento, in italiano – misura l’intensità, l’inizio e la durata dell’epidemia influenzale. Per ottenere questi dati, il MEM ricorre a quelli forniti dall’ILI, cioè dall’Incidenza delle sindromi influenzali in Italia.

Grafico dell'incidenza delle sindromi di influenza (ILI) in Italia fornito dall'Istituto Superiore di Sanità

Grafico dell’incidenza delle sindromi influenzali (ILI) in Italia. Le diverse linee colorate si riferiscono al numero di casi totali per mille pazienti assistiti nelle stagioni influenzali del passato e in quella appena trascorsa. In particolare, la linea rossa si riferisce alla recente stagione influenzale, il cui numero di casi è sotto la soglia epidemica (Fonte: Istituto Superiore di Sanità).

I dati del report sono stati elaborati dal dottor Antonino Bella, medico del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità che ha coordinato il sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica e virologica, cioè Influnet. Analizzando il grafico si comprende che nel periodo 2020-2021 l’epidemia non ha mai raggiunto un picco, al contrario degli altri anni.

Pochi casi anche di sindromi simil-influenzali

La situazione diventa ancora più chiara analizzando i casi delle sindromi simil-influenzali per età durante la stagione 2020-2021.

Grafico dell'incidenza delle sindromi simil-influenzali in Italia per età nella stagione 2020-2021 realizzato da Influnet. Il totale dei casi durante la stagione influenzale non ha mai raggiunto il picco e si è mantenuto al di sotto dei 4 casi per mille assistiti

Grafico dell’incidenza delle sindromi simil-influenzali in Italia per età nella stagione 2020-2021 realizzato da Influnet. Il totale dei casi durante la stagione influenzale non ha mai raggiunto il picco e si è mantenuto al di sotto dei 4 casi per mille assistiti (Fonte: Istituto Superiore di Sanità)

Nemmeno qui si è mai registrato alcun picco di casi, in barba ai titoli sensazionalistici. Come conferma l’Istituto Superiore di Sanità, anche nel mondo la circolazione dell’influenza è stata ridotta. In un’intervista rilasciata all’ANSA, Bella conclude: “questa malattia, che colpisce mediamente 5-6 milioni di italiani ogni anno e ne accompagna alla morte quasi diecimila ogni inverno, è semplicemente scomparsa“.

Ma come abbiamo raggiunto questo risultato?

Cosa ha impedito la diffusione dell’influenza secondo l’Istituto Superiore di Sanità

Innanzitutto, secondo Bella l’influenza non si è diffusa perché il coronavirus ha prevalso sul virus influenzale. C’è stata, poi, una grande campagna vaccinale, che ha portato a somministrare 14 milioni di dosi di vaccini. Si è protetto, così, il 25% della degli italiani. La memoria immunitaria ha svolto un buon lavoro per bloccare la diffusione del virus, così come le mascherine per bloccare la diffusione del Sars-Cov-2. A questi fattori si aggiungono altri accorgimenti come il distanziamento e il lavaggio delle mani.

Un risultato di tutto rispetto, dunque, come del resto vi avevamo già anticipato tempo fa a proposito della Covid-19.

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Dario Portaccio

Dario Portaccio

Laureato in Informazione, Editoria e Giornalismo, oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al percorso di formazione biennale dell'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, con cui sono diventato giornalista pubblicista.

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