Oggi è il sesto anniversario dalla strage del Bataclan. Più consapevolezza e nuove protezioni dall’UE sul terrorismo.

A 6 anni dagli attentati di Parigi, tra il Bataclan e lo Stade de France, guardiamo in faccia una realtà diventata fin troppo riconoscibile, quella del terrorismo. La Francia in questi attacchi è stata resa simbolo del mondo occidentale ed è stata gettata alle fiamme e agli spari, insieme al suo insieme di valori, usi, costumi e credo religiosi. A 6 anni dagli attentati, l’UE ha messo in atto nuove strategie per la difesa dal terrorismo interno ed esterno e ad oggi guarda con lucidità anche alla pandemia, potenzialmente strumentalizzabile.

I primi passi del terrorismo in Francia, da Charlie Hebdo in poi

A settembre 2021 è iniziato il maxi processo agli attentati di Parigi del 13 novembre 2015, con una previsione di durata di 9 mesi. Un procedimento tanto lungo non ha precedenti in Francia. Tre commando Isis irrompevano al Bataclan, allo Stade De France e in diversi bar del centro. In totale 400 feriti e 130 morti, di cui 89 solo nella sala concerti del Bataclan. Coinvolti nel processo 1800 parti civili, circa 20 imputati per la preparazione degli attentati e Salah Abdeslam, unico terrorista superstite. Dal 2015 l’UE ha rafforzato le norme contro il terrorismo.

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La drammatica escalation che ha macchiato di sangue la Francia negli ultimi anni ha inizio già il 7 gennaio 2015, quando nel più totale sbigottimento mondiale è stata messa a tacere la satira. 12 persone morivano durante l’attentato alla rivista Charlie Hebdo, rea di aver “osato” pubblicare vignette sull’Islam e caricature di Maometto. Illustrazioni che sono state ripubblicate solo alla vigilia del processo storico sugli attacchi di gennaio 2015.

Passano gli anni, ma l’azione ritorna. Il 16 ottobre 2020 il professore di storia e geografia Samuel Paty viene decapitato da Abdoullakh Anzorov, suo alunno 18enne, per aver aperto in aula una discussione proprio su quelle vignette satiriche di Charlie Hebdo. Senza dimenticare la strage a Nizza del 14 luglio 2016, quando un tir travolge i presenti alla festa nazionale uccidendo 86 persone e ferendone 450.

Come è cambiata la gestione del terrorismo da parte dell’UE negli ultimi 6 anni?

Dopo gli attentati del 2015, l’Unione Europea ha rafforzato le misure già in vigore contro il terrorismo e ne ha adottate di nuove. Tra le azioni intraprese c’è un miglioramento nello scambio delle informazioni. Già nel 2015 i leader dell’UE si sono uniti in un piano di comunicazione e intenti per garantire la sicurezza dei cittadini, prevenire la radicalizzazione e tutelare i valori e per cooperare con i partner internazionali. E nel 2016 il Consiglio ha promosso la creazione di un centro europeo antiterrorismo.

Nel 2019 sono nati regolamenti per gestire l’interoperabilità tra i membri UE in tema di frontiere, sicurezza e migrazione. L’applicazione si prevede dal 2023 anche con un servizio di identificazione biometrica. Nel novembre 2020, a seguito degli attentati terroristici in Francia, Germania e Austria, si sono rafforzate ulteriormente le azioni degli Affari interni dell’UE, seppur nella tutela di valori quali democrazia, giustizia e libertà d’espressione.

I punti di forza delle azioni UE contro il terrorismo: una breve panoramica

Tra i punti messi in atto dall’UE c’è il rafforzamento dei controlli alle frontiere esterne e la prevenzione della radicalizzazione online (punto particolarmente importante se si pensa all’isolamento sociale causato dal Covid-19). A questo proposito, il 16 marzo 2021 è stato attivato un regolamento sulla diffusione dei contenuti terroristici online con la facoltà di rimuoverli o disabilitarne l’accesso in tutti gli Stati membri. Già nel 2015 Europol aveva creato un’unità per contrastare la propaganda terroristica su internet.

Sono stati potenziati i controlli sulle armi da fuoco per evitarne il riciclaggio e redatte nuove norme sull’acquisizione e detenzione di armi. Fino a quel momento, infatti, per un cavillo giuridico i terroristi potevano usare armi riconvertite. Altre azioni intraprese riguardano la soppressione del finanziamento del terrorismo, l’uso dei dati dei passeggeri aerei, ma anche la persecuzione penale dei reati di terrorismo.

La cooperazione giudiziaria è stata digitalizzata per garantire una maggiore efficenza per l’accesso transfrontaliero alle prove elettroniche. Alla base di tutta la visione antiterroristica c’è la cooperazione con i paesi terzi e il lavoro di squadra.

L’impatto del Covid-19 sul terrorismo. Cosa è cambiato con la pandemia?

I governi mondiali sono attenti a come gestire il mondo post-pandemico, la reintegrazione sociale e ciò che resta del Covid-19 che, comunque, ancora miete vittime. Le disposizioni prese durante il lockdown e nella fase attuale hanno il fine ultimo di tutelare la salute pubblica. Il rovescio della medaglia è, però, un inasprimento dei sentimenti del cittadino verso il governo. Terreno fertile per manipolazioni e infiltrazioni che possono portare nuove leve al terrorismo.

La propaganda terroristica divampa in contesti di forte squilibrio economico, regna nell’instabilità governativa e si diffonde specialmente tra chi non riesce a garantirsi i beni e i servizi primari.

La sensazione generale di pressione sociale è una diretta conseguenza di quanto fatto per contenere il Covid-19. L’anno di generale lockdown è stato terreno fertile per le energie disgreganti del tessuto sociale. L’isolamento fisico di pari passo alla totale esposizione al mondo virtuale e a contenuti di propaganda terroristica, rende più facile cadere vittima di manipolazioni e favorisce la radicalizzazione. L’UE non ha infatti ignorato questo aspetto del terrorismo, rafforzando la sicurezza anche online.

Diventa pertanto importante, in una visione a lungo termine, che i governi si impegnino a contenere l’inflazione economica (destinata a crescere nel futuro) per evitare che la propaganda terrorista possa far leva su sentimenti di instabilità e insicurezza. Altresì si potrebbe insistere su una strategia di prevenzione al pensiero radicalizzante, in modo da fornire qualche strumento in più per difendersi da manipolazioni di questo tipo.

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Mara Auricchio

Mara Auricchio

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