Cara mamma e caro papà, bentornati nella rubrica che vi dedico ogni giovedì.  Oggi voglio parlarvi di come il risentimento degli adulti abbia un effetto sulla relazione coi bambini.

In che modo le emozioni influenzano la relazione

Se sei genitore di un bambino sotto i 5 anni, ti sarà capitato di vivere spesso situazioni in cui tuo figlio è arrabbiato o disperato per qualcosa che hai detto o fatto e dopo 5 minuti ride e scherza con te come se nulla fosse accaduto.

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Quando si perde questa abilità?

Immagino con l’arrivo del rimuginio termine poco tecnico ma molto chiaro per indicare qualcosa in cui molti adulti sono campioni del mondo.

Ciò su cui voglio farti riflettere oggi in particolare è su quali emozioni si generano in te quando tu e tuo figlio vivete queste situazioni.

Se gli stai porgendo un giocattolo e lui sbotta senza un motivo per te logico o chiaro, come reagisci?

Inveisci contro di lui o riesci a trattenerti ma dentro di te covi comunque un po’ di risentimento?

Sei in grado anche tu di switchare da uno stato d’animo all’altro alla sua stessa velocità? (E’ possibile te lo giuro!)

Perché se non sei in grado di farlo, le tue azioni (e parole) conseguenti un suo momento di crisi possono minare la vostra relazione e l’autostima di tuo figlio.

Mi spiego meglio: se quando lui ha superato la crisi tu sei ancora in uno stato d’animo di frustrazione o rabbia, che magari stai reprimendo in quel momento, riuscendo a parlare senza urlare; se riesci a rimanere neutrale e aiutarlo a gestire la crisi ma questa è (diciamo) una calma apparente e non reale, sarai poco predisposto a sintonizzarti sul canale dell’amore che scorre fra di voi e a recepire i suoi bisogni profondi.

Così facendo il bambino si sentirà rifiutato e non accolto e penserà di aver fatto qualcosa di sbagliato.

Il risentimento: che effetto ha nei bambini?

Quando ci resti male per un comportamento di tuo figlio, o il bambino fa qualcosa che non ti aspetti, che è contro il tuo modo di fare e di vedere le cose o quando ti irriti, ciò che avviene è che inizi a giudicarlo.

E il giudizio che crei dentro di te su tuo figlio, anche se non lo espliciti, influenza la fiducia che il bambino ha in se stesso.

Perché nel momento in cui tu pensi che lui è maleducato oppure che ha sbagliato e non è giusto comportarsi in un determinato modo, lo farai sentire sbagliato e incapace di fare ciò che ti aspetti da lui e ancora peggio, questo lo farà dubitare del proprio sentire.

Questi giudizi si esprimono perché spesso nessuno ti informa che lo sviluppo di certe abilità relazionali non è veloce quanto le tue aspettative.

Ricordo per esempio quando mia figlia era nella fase in cui quando era frustrata o voleva qualcosa che aveva un altro bimbo (o viceversa) ha iniziato a prendere tutti a sberle.

Ora puoi immaginare come ciò mi mortificasse, io che sono per la non violenza sempre e comunque.

Con l’aiuto di una educatrice ho scoperto che è una fase normale: c’è chi usa le mani, chi i morsi o altro.

E’ più comune in chi vive in comunità, tipo asilo nido, perché si trova in situazioni che non ha le capacità, a due anni, di gestire con la dovuta calma.

Questo, però, non significa che la bambina non svilupperà mai quelle abilità o che è maleducata ecc.

Significa che va accompagnata e guidata nell’imparare a chiedere le cose agli altri in un determinato modo, meglio se con gentilezza. Vuol dire che per far comprendere i propri bisogni, usare le parole è meglio che usare la fisicità.

Ovvio che finché un bambino non sviluppa il linguaggio farà ancora più fatica a trovare altri modi.

Il supporto di un adulto, di un educatore, genitore o no, è fondamentale ed è importante sapere come intervenire.

E’ importante sapere che punire è sempre sbagliato e non porta a nulla.  Mostrare un’alternativa potenziante è la cosa migliore, con costanza senza aspettarsi il miracolo improvviso.

Creare delle situazioni in cui il bambino possa esercitarsi nel comportamento desiderato e complimentarsi per questo quando riesce per esempio a stare in relazione senza usare le mani. Un po’ alla volta capirà e migliorerà e avrà così acquisito nuove abilità.

Tutto questo, però, può accadere solo se tu per primo hai fiducia in lui ed eviti di giudicarlo.

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Sara Propoggia

Sara Propoggia

Sara Propoggia, sono una Parent Coach: facilito la vita ai genitori che scelgono la consapevolezza e agiscono per creare un mondo pacifico e armonico, un giorno alla volta.

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