Approvato il decreto attuativo del Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, necessario per applicare la raccolta delle firme online a referendum e leggi d’iniziativa popolare, in ipotesi ci sarebbe l’uso anche per le elezioni. Sarà resa fruibile a breve la piattaforma gestita dalla Sogei, alias Società Generale d’Informatica, su cui sarà possibile firmare per i quesiti referendari futuri tramite Spid.

Le firme online per i referendum

Con l’approvazione del decreto attuativo sarà realizzabile la riforma del sistema di raccolta delle firme per referendum e leggi di iniziativa popolare prevista dagli articoli 341 – 343 della Legge di Bilancio 2020. L’esigenza di garantire una piena partecipazione alla vita democratica per i diversamente abili potrebbe rappresentare una profonda trasformazione dell’istituto referendario, e forse anche per le elezioni, in quanto permetterebbe l’accesso alla firma online per tutta la cittadinanza italiana.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

La trasformazione profonda nel meccanismo di raccolta delle firme per referendum e proposte di legge di iniziativa popolare riguarda il fatto che l’autenticazione delle firme online si baserebbe su procedure semplificate rispetto al cartaceo. Un fattore, che unito all’accessibilità della rete da parte degli utenti, si conforma come procedura estremamente facilitata rispetto a quelle della comune raccolta tramite uffici pubblici e banchetti con autenticatore fisico.

Eutanasia e cannabis apripista sulla raccolta firme online

Un’esperienza simile, ma ancora non centralizzata per la raccolta delle firme via virtuale, aveva già dato risultati strabilianti con le proposte di referendum su eutanasia e cannabis che in pochissimo tempo avevano raggiunto ed ampiamente superato la quota necessaria di 500000 firme.

La differenza rispetto a oggi è che quelle raccolte per la componente online furono supportate da un ente privato che metteva a disposizione una propria piattaforma. Con il decreto attuativo questo accadrà tramite una piattaforma statale con accesso ad elenchi, aggiornati e in aggiornamento, delle liste elettorali dell’intero territorio nazionale.

Come le firme online evolvono la Digital Democracy italiana

Quest’innovazione si conforma come una delle più significative della Digital Democracy avvenute in Italia. L’aspettativa è quella della semplificazione delle procedure burocratiche e di accertamento, in quanto si fonda sull’identità digitale Spid e sui dati online delle liste elettorali, che insieme all’accessibilità dell’utenza potrà essere una facilitazione enorme per comitati promotori e cittadinanza.

L’applicazione della firma digitale in questo campo rappresenta di certo un paradigma opposto rispetto alla filosofia dominante sull’iniziativa popolare e referendaria dei primi anni della Repubblica. Allora si tendeva a rendere più difficile il lavoro di raccolta e autentica, che era supportabile solo da grandi comitati referendari e grazie a una enorme consapevolezza iniziale della popolazione sulle problematiche trattate volta per volta dai referendum come accadde per aborto e divorzio.

Alcuni dubbi sulle nuove tecnologie

Ogni meccanismo ha le sue criticità. Se prima, per superare le difficoltà della distanza dai banchetti di raccolta erano necessarie convinzione e consapevolezza iniziali, oggi il rischio è opposto: la facilità può mettere dinanzi a una popolazione anche referendum con quesiti pericolosi per il sistema democratico e sostenuti in maniera impulsiva.

La tutela di un sistema democratico si fonda sulla garanzia della libertà della scelta elettorale e sull’attuazione delle misure necessarie per tutelarla. La sfera virtuale aumenta le difficoltà e dal dibattito pubblico ne sono emerse alcune. Dato che la firma online si trova depositata in un luogo virtuale, è stato evidenziato il rischio di violazione della privacy con profilazione del cittadino in quanto permette il controllo del comportamento elettorale individuale.

Insieme a questo, c’è la tutela dei macro-dati delle comunità e della loro applicazione che in ambito elezioni e referendum riguarda la formazione e la gestione delle liste elettorali per l’accesso al diritto di voto. Il grande pericolo dell’era della democrazia digitale è quello della vulnerabilità del sistema al controllo della codifica dei dati nel metalinguaggio informatico sfruttabile da tecnocrati ed hacker, che è invece praticamente sconosciuto dalla moltitudine dei cittadini.

Raccolta firme online anche per liste politiche

Comunque l’applicazione di un sistema simile alla raccolta delle firme per i referendum è incentivata nel dibattito pubblico anche per quanto riguarda la presentazione delle liste politiche, perché permetterebbe un più ampio accesso come proposta elettorale alle elezioni per una pluralità di soggetti politici.

La digital democracy italiana negli ultimi tempi sembra aver acquisito un alto grado di reattività con le innovazioni introdotte. Se non applicata come sostitutivo della materialità contestabile del voto cartaceo, tramite schede virtuali direttamente al momento del voto, potrà essere un utile supporto per la democrazia.

Leggi anche:

Referendum in Kazakistan. Il Paese apre alla democrazia

Scozia, un nuovo referendum per l’indipendenza e l’Europa

Condividi su:
Pasquale De Salve

Pasquale De Salve

Sono laureato in Filosofia e scrivo per passione. Qui scrivo di ambiente, politica, diritti e qualche volta anche di altro. Cerco di intendere il mondo per quello che è, ma di utilizzare quelle poche parole che ho a disposizione perché possa migliorare. Il suo cambiamento, però, dipende dallo sforzo di ognuno di noi!

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici