Contrariamente a quanto è opinione comune, il numero dei lettori in Italia cresce di anno in anno. Secondo il rapporto dell’AIE sul 2021, infatti, l’editoria italiana è la sesta al mondo e la quarta in Europa, e vale miliardi di euro: dati da capogiro per un settore che è erroneamente percepito come in declino. Ma qual è, quindi, la vera ragione per cui questo mercato sta vivendo il suo risorgimento? Una risposta aut aut non sarebbe esaustiva, ma è indubbio che un aiuto importante al mondo dei libri arriva anche dai social network.

Buonenotizie.it ha intervistato Mia Another – autrice del bestseller “Come petali di ciliegio” e del più recente “Tokyo a mezzanotte” – per esaminare il fenomeno dei bookinfluencer e per capire, in particolare, come influenzino i lettori (e non solo). Lei stessa ha raggiunto il successo tramite l’uso sapiente dei social network: “Ho usato i social per farmi conoscere così come farei in pizzeria con gli amici, talvolta pagandone le conseguenze: se ti mostri per come sei realmente, è ovvio che non piacerai a tutti. Dopodiché non ho fatto altro che scrivere, studiare, fare ricerche e cercare di migliorare, un romanzo dopo l’altro, alla ricerca dello stile giusto, di una via di comunicazione tra me e i lettori che potesse abbracciare più persone possibili”.

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Mia Another

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Libri e social network: un’intersezione proficua

I bookinfluencer sono gli “ambasciatori” dei libri: tramite strategie di comunicazione modellate in base al social network su cui vengono operate, queste figure promuovono e pubblicizzano i prodotti editoriali. Un fenomeno in rapida espansione e oramai positivamente introiettato sia da molti lettori che da molti scrittori. Mia Another afferma: “È una realtà che apprezzo molto. C’è stato un periodo, diversi anni fa, in cui sembrava che nessuno fosse più interessato ai libri, e trovare persone che amassero la lettura era diventato difficile. Vedere che, invece, l’editoria è tutt’altro che morta, e che i ragazzi continuano a leggere, forse persino più di prima, mi rincuora. Sono felice di vedere che i libri abbiano trovato uno spazio importante nel mondo dei social”.

Tra gli influencer dei libri spiccano sempre di più i booktoker, gli utenti di TikTok che creano contenuti sui libri e che, seppur in maniera imprevedibile, possono influenzare significativamente l’andamento del mercato, contribuendo a diffondere la lettura anche tra gli adolescenti. D’altra parte, i booktoker condizionano sensibilmente questo tipo di pubblico, talvolta tanto da monopolizzarne i gusti. È quindi un bene o un male per il mercato tutto? Mia Another risponde: “È l’equilibrio del mondo: prima o poi nasce una forza che è in grado di influenzare sensibilmente il mercato, e non ci vedo niente di male, anzi. Considerando l’età media degli utenti di Tiktok, sapere che i ragazzini hanno l’hobby della lettura e che possono trasmetterlo ad altri coetanei mi fa ben sperare nel futuro”.

Il successo dei bookinfluencer

Perché, dunque, queste figure hanno tanto successo? Secondo Mia Another: “La chiave sta nel trovare un linguaggio che possa essere compreso da più persone nello stesso momento. L’immediatezza e la vivacità di Tiktok fanno molto, la creatività degli utenti ci mette il resto. Lo scrolling in bacheca è un gesto naturale ormai, che ci fa compagnia nei momenti di pausa o relax. Per la maggioranza delle persone è sicuramente più divertente guardare un breve video e sentire parlare una persona carismatica, che leggere pagine di recensioni e critica letteraria. E, in fondo, il mondo si evolve. Forse è meglio così”.

I bookinfluencer e in particolare i booktoker hanno raggiunto un seguito in così rapida crescita che persino alcune grandi realtà editoriali hanno deciso di tenerli d’occhio. È da tale considerazione che nasce ‘Bookers’, la prima agenzia in Italia che si occupa di mettere in contatto le case editrici (ma anche gli scrittori) e gli influencer. Questi soggetti danno il via a una collaborazione che si basa sull’intersezione proficua e in ascesa tra libri e social network.

E gli scrittori?

Mia Another è un esempio di come il self-publishing sia una realtà che – sebbene non apprezzata da tutti i tradizionalisti dell’editoria – fa oramai parte a tutti gli effetti del mercato editoriale: “Ho visto il mondo del self crescere ed evolversi sotto i miei occhi, arrivando fino a oggi, in cui i libri autopubblicati e ben curati non hanno nulla da invidiare a quelli delle grandi case editrici, se non distribuzione e risonanza. Ed è vero che esistono prodotti meno professionali, o figure meno competenti, ma questa è una realtà dalla quale nessun campo può esimersi. Starà sempre al lettore trovare e premiare i prodotti giusti”.

Quindi il self-publishing è un bene o un male per il mercato? Mia Another risponde: “Credo che la concorrenza faccia bene al mercato: il fenomeno self non può essere ignorato. Confido che i grandi gruppi editoriali, prima o poi, possano raccogliere la sfida come si deve e approfittarne per “svecchiarsi”, in un certo senso. Non solo rifacendosi il look, ma anche in quanto a contenuti, per poter diffondere libri più inclusivi, che siano lo specchio del cambiamento che si vede crescere giorno dopo giorno, con nuove voci e nuovi nomi, anziché un disperato attaccamento a una tradizione che va scemando, rendendosi gradualmente sempre meno appetibile”.

Libri gratis e altre iniziative promosse in epoca pandemica, bookinfluencer e concorrenza tra tante e diverse proposte editoriali sembrano quindi essere tra i fattori più determinanti nella rinascita che il mondo dei libri sta – lentamente ma in modo costante – attraversando.

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Sofia Greggio

Sofia Greggio

Sofia Greggio. Correttrice di bozze, editor e ghostwriter, ho seguito corsi di editoria come lettura professionale, scouting e consulenza editoriale e un master in scrittura creativa. Oltre al mondo dei libri, sono appassionata di civiltà orientali e infatti studio Antropologia all'Alma Mater Studiorum Università di Bologna.

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