Ecco su cosa conviene puntare, secondo il Censis, per risollevare il turismo in Italia dalla crisi.

Che il turismo in Italia sia fondamentale per la nostra economia è ormai assodato. Un’ulteriore conferma deriva dal World Trade and Tourism Council (Wttc), il forum per l’industria dei viaggi e del turismo. Secondo i suoi dati, infatti, il solo turismo nel suo complesso ha rappresentato il 13% di tutto il PIL nazionale. Un valore ben più alto della media dei Paesi europei e del mondo.

Questi sono i dati contenuti nell’ultimo rapporto Censis incentrati sul turismo in Italia. Le cose, però, sono cambiate con la diffusione dei contagi e con i relativi lockdown, che hanno fermato di fatto i viaggi nel nostro Paese. Eppure, secondo il Censis ci sono alcune strategie da realizzare per risollevare il settore turistico dalla crisi che lo ha travolto. Per capirle meglio, analizziamo la situazione del turismo prima della pandemia.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Il turismo in Italia nel periodo pre-coronavirus

Il turismo in Italia prima della pandemia presentava delle disomogeneità fra il turismo straniero e quello domestico. Infatti, secondo il Censis, nel periodo 2009-2019 gli stranieri che hanno viaggiato nel nostro Paese sono stati il 58,1% del totale dei turisti; gli italiani, invece, solo il 22,1%. Anche a livello di presenze la situazione è stata simile. Infatti, la presenza di stranieri in Italia è stata del 38,4%, mentre quella italiana è stata del 2,3%. In buona sostanza, dunque, il turismo è stato trainato dagli stranieri in visita nel nostro Paese. In generale, tutto l’indotto turistico ha prodotto un valore di 210 miliardi di euro.

La pandemia, però, ha cambiato le carte in tavola. L’emergenza sanitaria ha ridotto drasticamente i viaggi, anche nei periodi festivi come l’estate e il Natale. Il nostro Paese, a livello europeo, è uno dei più colpiti. Ma è davvero tutto perduto? Non secondo il Censis, che propone le sue soluzioni. Scopriamo insieme di cosa si tratta.

Le strategie per ripartire

Un primo importante strumento da usare per far ripartire il turismo in Italia è il Pnrr, cioè il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che destina al settore “Turismo e Cultura” 8 miliardi di euro. L’obiettivo è quello di risollevare il turismo puntando sulla tecnologia con la “Missione 1”. Si tratta di un passo in avanti rispetto alla precedente versione del Piano, che concedeva, invece, solo 3 miliardi a questo settore.

C’è da dire anche che il turismo in Italia soffre di un annoso problema: l’incompatibilità fra turismo di massa e la qualità della convivenza fra turisti e abitanti delle città. Per evitare di concentrare il turismo in poche città, si possono rendere accessibili tutti quei luoghi di grande interesse culturale ma che non sono conosciuti molto dai viaggiatori. Si possono, anche, creare degli eventi ad hoc che siano in grado di attirare i turisti.

Per  far ripartire al meglio il turismo in Italia si deve far tesoro delle “lezioni” della pandemia. Si deve, perciò, riconsiderare tutto l’indotto turistico nell’ottica sanitaria (dagli aeroporti agli alberghi alle navi da crociera), puntando sul distanziamento, sulla sanificazione dei luoghi, ripensando gli spazi e gestendo al meglio i flussi turistici.

Si dovrà riorganizzare anche il turismo in Italia relativo ai congressi e alle fiere. Secondo il Censis, un ottimo modo per far ciò è quello di creare un tipo di turismo “blendcombinando, cioè, il turismo di prossimità – con pochi partecipanti, per evitare il contagio – con la fruizione di contenuti digitali.

Il turismo in Italia ci offre, dunque, uno spunto in più, ancora una volta, per capire come le criticità si possano trasformare in opportunità.

Leggi anche:

Lavoro da remoto e turismo, un’accoppiata vincente. Anche per l’Italia

Le misure che potrebbero promuovere il turismo in tempi di Covid

Italia, turismo: valore economico da 230 miliardi di euro

Condividi su:
Dario Portaccio

Dario Portaccio

Laureato in Informazione, Editoria e Giornalismo, oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al percorso di formazione biennale dell'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, con cui sono diventato giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici