La Rete Rurale Nazionale integra politiche ambientali, produttive e sociali con l’agricoltura come veicolo di una crescita sostenibile.

Le potenzialità e i risultati del mondo rurale

Contrariamente a quanto potrebbe sembrare, l’agricoltura non è affatto un settore in declino. Il mondo rurale rimane infatti nel suo complesso un comparto rilevante per produzione e occupazione in Europa e in Italia. Secondo un report pubblicato da Crea (Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia), nel 2019 il valore della produzione della branca agricoltura, silvicoltura e pesca ha raggiunto quasi i 61,6 miliardi di euro. Ma qual è la percentuale dei terreni agricoli a livello nazionale? Sulla base della classificazione Eurostat, in Italia il 25,5% del territorio ricade in aree prevalentemente rurali, il 53,9% è costituto da aree intermedie. Questo il contesto sul quale interviene la Rete Rurale Nazionale, in un Paese, l’Italia, che nel 2019 si è collocato al primo posto della classifica europea per valore aggiunto agricolo.

Cos’è la Rete Rurale Europea e perché è nata

Con 8,6 milioni di addetti, il 4,3% dell’occupazione totale, l’agricoltura conserva quindi nell’Unione Europea un ruolo significativo. Incide, per esempio, per il 21% dell’occupazione in Romania mentre l’Italia si colloca in una posizione intermedia (3,9%). È nell’ambito di questo contesto che l’Unione Europea ha istituito quindi la Rete Rurale Europea: uno strumento pensato per armonizzare e sostenere un comparto produttivo così significativo e cruciale.

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Il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, ha istituito a sua volta nel 2008 la Rete Rurale Nazionale (RRN). Si tratta dello strumento incaricato di dare attuazione alle direttive europee e di promuovere e sostenere tutte le attività legate allo sviluppo delle aree rurali. La RRN si pone l’obiettivo di armonizzare e coordinare le politiche agricole per far crescere ulteriormente l’attività economica delle aree rurali e portarla ai livelli della media europea: un obiettivo che potrebbe davvero innescare un processo migliorativo, capace di coinvolgere non solo l’economia ma anche la società.

L’agricoltura, infatti, è un vero e proprio mondo che – peraltro – negli ultimi anni ha manifestato una capacità di innovazione notevole. Un impulso che è partito in molti casi dai giovani: spesso l’agricoltura è diventata un volano di crescita che ha rilanciato zone incolte e abbandonate. E sono molti i casi in cui questo è stato fatto con l’utilizzo innovativo di nuove tecniche, più sostenibili e capaci di rappresentare un’alternativa vantaggiosa allo sviluppo intensivo del territorio.

La Rete Rurale Nazionale e la gestione regionale delle politiche agricole

L’attivazione della Rete vuole migliorare i processi di organizzazione delle politiche rurali sul territorio nazionale: viene quindi intesa come un acceleratore dei processi di sviluppo delle politiche rurali. Aiuta gli operatori locali promuovendo l’adesione ai programmi di aiuto nazionali ed europei, che spingono verso l’innovazione tecnologica e lo sviluppo sostenibile. Allo stesso tempo, la Rete Rurale consente visibilità ai risultati raggiunti e promuove le opportunità disponibili soprattutto per i giovani, driver principali del cambiamento e protagonisti di un’agricoltura moderna, innovativa, competitiva, multifunzionale, rispettosa dell’ambiente. Il sito del progetto, che merita una visita, offre una panoramica esaustiva sugli strumenti disponibili e sugli sviluppi.

I principali risultati: la RRN in numeri

La Rete Rurale Nazionale punta sulla formazione delle nuove generazioni. Così facendo si impegna a mantenere il comparto rurale italiano sui livelli di eccellenza attuali.  Allo stesso tempo sarà facilitata la transizione verso modalità produttive sempre più sostenibili e aggiornate. A fare da promotrici di esperienze di sviluppo innovativo sono state raccolte 65 testimonianze provenienti da 17 regioni. Il programma RURAL4LEARNING ha formato 1600 studenti in 18 regioni italiane, grazie alla collaborazione con 33 istituti agrari. Favorendo l’incontro tra università e aziende, RURAL4UNIVERSITY, il programma dedicato alla formazione degli studenti universitari, ha fin qui formato oltre 900 studenti provenienti da 11 regioni. Per il racconto di esperienze significative legate alle tematiche dello sviluppo rurale, è stata infine realizzata ad hoc OFF, la prima serie sull’agriturismo italiano.

L’agenda ONU 2030 e lo sviluppo delle aree rurali

Il raggiungimento degli obiettivi per il prossimo decennio delineati dall’Agenda Onu 2030 è indissolubilmente intrecciato con quanto avverrà nell’ambito rurale. Il richiamo al debellamento della fame nel mondo per raggiungere la sicurezza alimentare e promuovere un’agricoltura sostenibile (previsto dal secondo obiettivo), la gestione sostenibile delle risorse idriche (obiettivo 6), la necessità di conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine (obiettivo 14), la necessità di proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre (obiettivo 15) fanno tutti riferimento in primo luogo alle aree rurali.

Il programma della Rete Rurale Nazionale potrà essere quindi un veicolo determinante perché gli obiettivi generali vengano recepiti e raggiunti anche sul piano locale.

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Davide Scorza

Davide Scorza

Davide Scorza, educatore in servizi dedicati ai giovani e allo sviluppo di comunità. Curioso delle potenzialità di applicazione dei media in ambito sociale. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista.

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