In risposta alla pandemia le grandi città del futuro ripensano al proprio sviluppo. La regola del 3-30-300 si concentra sulla vitale importanza delle aree verdi per la nostra salute.

I principali cambiamenti legati all’emergenza sanitaria

Oggi 4,2 miliardi di persone, il 55% della popolazione, vive infatti nelle città. Queste sono il centro delle principali attività economiche e responsabili del 70% delle emissioni globali di gas serra. Con la pandemia si è accelerato un ripensamento del modello di città del futuro. Lo smart working è uno dei fenomeni che stanno spingendo al cambiamento: negli Usa il 40% della forza lavoro ha iniziato e continuerà a lavorare da remoto, almeno in parte. Le compagnie stanno scoprendo che non hanno più bisogno di tanto spazio per i propri uffici, le persone che hanno bisogno di case più grandi. L’appartamento passa così da luogo dell’abitare e del tempo libero a luogo di studio e lavoro. Diventa più importante la disponibilità di terrazzo o giardino: il che spinge verso le periferie o centri abitati più piccoli.

Le città del futuro e i cambiamenti climatici

L’intervista di Greenpeace alla Dott.ssa Lina Fusaro, ricercatrice dell’Istituto per la BioEconomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche, fa notare che “le giornate di caldo estremo sono aumentate di 8-9 per ogni decennio. Sono maggiormente intense nelle aree urbane, dove si verifica il fenomeno dell’isola di calore. Le città, in conseguenza del consumo di suolo, presentano temperature dell’aria sia diurne che notturne superiori di anche 12°C rispetto ad aree naturali circostanti. Le chiome degli alberi garantiscono un confort termico che deriva sia dal diretto ombreggiamento delle superfici, sia dal processo di traspirazione. Inoltre, 1 ettaro di foresta urbana può rimuovere mediamente 17 kg/anno di PM10, e 35,7 kg/anno di ozono troposferico…”.

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Spazi verdi e spazi pubblici urbani generano benessere

Il rapporto Greening the Cities, pubblicato recentemente da Greenpeace sottolinea infatti che “la possibilità di godere della natura, del verde e degli spazi per la collettività, migliora e preserva la salute e il benessere“. “Trascorrere almeno 120 minuti a settimana nella natura, si legge nel rapporto, “è associato a un buon stato di salute, benessere e qualità della vita. Trascorrere almeno 30 minuti in uno spazio pubblico aperto riduce lo stress, l’ansia, la rabbia e la fatica, genera migliori prestazioni cognitive e aumenta la felicità”. Si tratta di benefici concreti per la salute e considerazioni utili a programmare lo sviluppo delle città del futuro.

La situazione nelle grandi città

La disponibilità di spazi verdi urbani nelle grandi città del mondo è aumentata del 4,11% negli ultimi 15 anni e, allo stesso tempo, l’accessibilità degli spazi verdi urbani è aumentata del 7,1%. Sfortunatamente, solo una manciata di città ha soddisfatto pienamente lo standard dell’OMS che stabilisce un minimo di 9 m² di spazi verdi per abitante, per non parlare del valore ideale di 50 m² pro capite. Roma per esempio si colloca a 39m², Madrid a 21m², Città del Messico a 6m² e Bogotá a 5m².

La regola del 3-30-300: come costruire le città del futuro

Non esistono le linee guida univoche, ma alcune indicazioni possono servire da modello per le città del futuro. Il Dr. Cecil Konijnendijk van den Bosch, che insegna silvicultura urbana a Vancouver, ha proposto una regola di pianificazione. La regola del 3-30-300 si concentra per esempio sulla vitale importanza delle aree verdi quali parchi, giardini e foreste urbane per la nostra salute e il nostro benessere nelle città del futuro.

  • 3 alberi per ogni casa La prima condizione da garantire è che chiunque viva in città deve poter vedere almeno tre alberi dalla propria abitazione. Gli studi dimostrano, infatti, come, anche solo poter osservare alberi e aree verdi dalle nostre finestre sia importante per la nostra salute psico-fisica.
  • 30 per cento della superficie di ogni quartiere occupata da chioma arborea Creando quartieri più verdeggianti, si incoraggiano le persone a trascorrere più tempo all’aria aperta e interagire con lo spazio in cui vivono, il che a sua volta promuove la salute sociale.
  • 300 metri dal più vicino parco o spazio verde Si parla quindi di una distanza percorribile a piedi in un tempo tra cinque e dieci minuti. L’OMS raccomanda una distanza massima di 300 metri dallo spazio verde più vicino (di almeno 1 ettaro di estensione).

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Davide Scorza

Davide Scorza

Davide Scorza, educatore in servizi dedicati ai giovani e allo sviluppo di comunità. Curioso delle potenzialità di applicazione dei media in ambito sociale. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista.

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