Ci siamo chiesti se esistesse un impegno concreto per il riciclo della plastica, un’innovazione per la lotta all’inquinamento, ad esempio attraverso gli alberi. Oggi la risposta potremmo  trovarla in un batterio supereroe in grado di di degradarla, come se la mangiasse e la digerisse. Un sistema di smaltimento che potrebbe determinare una rivoluzione dall’impatto ambientale incredibile: il più grande degli ultimi vent’anni. Ideonella Sakaiensis è il passo in avanti di cui abbiamo bisogno per ridurre il consumo di plastiche, appena cento anni dopo l’inizio della loro diffusione su larga scala. Il decennio delle battaglie ambientali è appena iniziato, meglio non farsi trovare impreparati e sprovvisti di innovazioni, peccato che sulla Plastic Tax si sta già facendo un passo indietro.

Il riciclo della plastica di Ideonella Sakaiensis

Prende il nome da Sakai, l’Ideonella Sakaiensis, città da cui arrivò il primo campione di rifiuti urbani che ha permesso ai ricercatori di isolarlo. Il batterio è stato scoperto in Giappone nel 2016. Recentemente l’Istituto di Scienza e Tecnologia Nara di Ikoma ha pubblicato uno studio a riguardo. La ricerca può riaccendere la speranza di impiego dell’enzima Sakaiensis nella lotta al consumo sregolato di plastica e al suo riciclo.

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Come funziona? — Il PET è il materiale di cui sono composte le bottiglie di plastica e la maggior parte degli imballaggi e involucri per alimenti. Il batterio I. Sakaiensis è in grado di degradare questo tipo di materiale. Per farlo utilizza due enzimi che collaborano sinergicamente in un processo di digestione al fine di degradare la plastica in massimo sei settimane a 30 gradi. Per caso il gruppo di ricerca ha ingegnerizzato uno dei due enzimi; la forma mutata scoperta è in grado di compiere lo stesso lavoro più efficientemente. Andando avanti con gli studi si potrebbe arrivare a diffondere su scala industriale un enzima ottimizzato capace di accelerare i processi di smaltimento della plastica.

Il bilancio plastico del 2021

Marevivo è un’associazione che si occupa di tutela del mare e dell’ambiente. Ha tirato le somme del 2021 in termini di cifre per quanto riguarda la plastica nei mari e non solo. Ne è conseguito che 22.000 kg di rifiuti sono stati rimossi da spiagge, fiumi e laghi; 4 km di reti abbandonate e 30.000 kg di pneumatici sono stati recuperati dai fondali; 800 kg di plastica sono stati bloccati grazie alla barriera sul fiume Platani. Inoltre sulla terra ferma i volontari hanno recuperato 15mila bottiglie di plastica grazie agli eco-compattatori nelle città che hanno aderito all’iniziativa.

Nonostante gli sforzi di questa Onlus e di quello di altre centinaia di associazioni per la tutela dell’ambiente, l’inquinamento da plastiche rimane uno dei temi più caldi e difficili da affrontare. Il riciclo della plastica è il processo più sicuro e valido al fine di assicurare un corretto smaltimento del materiale.

Come si muove il Governo sul riciclo della plastica

Torniamo nuovamente a parlare dei possibili processi di smaltimento, degradazione, riciclo e riuso della plastica come unica misura risolutiva, perché ancora una volta le decisioni politiche non sono state in grado di fornire strategie adeguate alla riduzione dell’inquinamento da plastiche.

L’UE si è data come obiettivo entro il 2030 di ridurre della metà i rifiuti di plastica nei nostri oceani e questo sembra essere uno dei primi passi verso un impegno concreto. In Italia siamo ai primi posti in termini di riciclo rispetto al resto d’Europa. Il Governo, sulla scia europea, ha formulato la Plastic Tax. Questa è applicata a fabbricanti, venditori, acquirenti UE e importatori.

La tassa ha come obiettivo la riduzione dell’utilizzo di prodotti in poliuretano, tutto questo spronando le aziende a convertire la produzione di plastica in altri materiali. L’imposta sul consumo della plastica monouso doveva inizialmente entrare in vigore nell’estate 2020; a causa della pandemia è stata rimandata al 2021 e ancora a gennaio 2022. Ad oggi apprendiamo la notizia di un ennesimo slittamento della legge a data da destinarsi. Non possiamo permetterci un altro passo falso per quel che riguarda i problemi ambientali legati all’inquinamento da rifiuti.

Sup contro la plastica usa e getta

Dal 14 gennaio in Italia verrà adottata la direttiva europea antiplastica chiamata Sup (Single use plastic). Verranno messi al bando i prodotti usa e getta come ad esempio piatti, posate, bicchieri, coperchi, tappi, cannucce e buste in plastica. Questi articoli rappresentano il 70% di tutti i rifiuti marini. Resteranno in commercio le merci composte da plastica biodegradabile. Tutto questo per salvaguardare l’ambiente e soprattutto i mari ormai invasi e soffocati.

 

 

 

 

 

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Flavia Santilli

Flavia Santilli

Studio presso l'Università degli Studi de L'Aquila. Ho collaborato con diverse testate. Sportiva agonista e istruttrice di nuoto. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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