Un business da miliardi di dollari, ancora poco conosciuto dalla maggior parte della popolazione. Molti sono certi sarà il futuro, un futuro in parte già qui. Ma cos’è il Metaverso?  Il termine, dal greco “oltre l’universo”, è stato coniato per la prima volta nel romanzo cyberpunk del 1992 Snow Crash dell’autore statunitense Neal Stephenson. La parola Metaverso è ora definita nell’Oxford English Dictionary come “uno spazio di realtà virtuale in cui gli utenti possono interagire con un ambiente generato dal computer e con altri utenti”.

Concretamente (se di concretezza si può parlare), si tratta di un universo alternativo al quale è possibile accedere tramite visore o console VR, ad esempio Playstation; una “realtà non reale”, abilitata, popolata e supportata dall’intelligenza artificiale (IA) dove il proprio avatar, ovvero il nostro gemello digitale, vive, lavora e si intrattiene. A noi il compito di guidarlo, guidarci, nelle scelte ed esperienze, come in un videogioco.

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Cosa si potrà fare nel Metaverso?

Tra le espressioni più compiute del Metaverso vi sono realtà virtuali che integrano esperienze su quasi ogni fronte. Giochi, interazioni sociali, meeting, shopping, istruzione, eventi dal vivo. Il mondo del gaming sta aprendo la pista. I Metaversi esistono da qualche decennio, oggi però vi sono strumenti particolarmente evoluti che permetteranno lo sviluppo di esperienze di altro tipo; qui il coinvolgimento economico entra a gamba tesa.

Gli utenti possono infatti creare beni, venderli oppure acquistarli e di conseguenza guadagnare dal loro lavoro virtuale. Criptovalute, NFT (Non-fungible token) e Blockchain vanno a braccetto con il Metaverso, uno spazio virtuale che diviene “luogo” d’eccellenza per l’uso di moneta e transazioni digitali.

Metaverso realtà virtuale

Immersivo, persistente e interoperabile: tre caratteristiche del nuovo spazio virtuale

Poche persone si rendono conto della velocità con cui l’IA sta avanzando. Secondo Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, il Metaverso potrebbe rappresentare la prossima iterazione di internet mobile, proponendo un mondo alternativo iper reale in cui coesistere.

L’imprenditore, che nel 2021 ha cambiato il nome della propria holding in Meta, e che in questa dimensione sta investendo ingenti somme di denaro ha dichiarato che quello che darà il Metaverso sarà la sensazione di presenza; ovvero l’impressione reale di essere i soggetti che vivono le esperienze virtuali messe a disposizione in questi “mondi paralleli”. (Facebook Connect 2021 – Livestream)

Matthew Ball, Managing partner del Venture Capital Epyllion Industries, parla di Universo Persistente, ovvero un universo senza pausa e senza reset di fabbrica, esattamente come quello reale; sincronizzato con la vita reale, non capace di porre limiti all’utente, dotato di un’economia completamente funzionante.

Sul tavolo dei grandi player vi è il tema del coordinamento tra spazi virtuali sviluppati da società diverse, definito anche come interoperabilità. Obiettivo della “vita nel Metaverso” infatti è quello di far sì che gli avatar possano viaggiare senza barriere tra spazi digitali con le stesse risorse virtuali.

Ci sono persone che hanno una visione diversa sugli sviluppi del Metaverso. Tra queste, Elon Musk CEO di Tesla e SpaceX che ha dichiarato durante una recente intervista con Babylon Bee: “Non credo che in futuro qualcuno voglia legarsi uno schermo in faccia per tutta la giornata”.

Parlando di Metaverso e realtà virtuale, Musk ha detto “non vedo un futuro in cui si dovrebbe lasciare il mondo fisico per vivere in un mondo virtuale. Al contrario, credo che la vera rivoluzione la porteranno progetti come Neuralink che trasformeranno in virtuale la vita reale”. Molto si muove attorno a queste questioni, ciò che è certo è che l’intelligenza artificiale e i mondi virtuali sono sempre più sofisticati e pervasivi.

Le delicate sfide poste dal Metaverso

Molte aziende sono interessate al Metaverso per i guadagni che questo prospetta; in particolare per gli introiti ottenibili dai nuovi dati che gli utenti concederanno alle piattaforme e che si tradurranno in informazioni su preferenze, gusti, abitudini. La privacy e la sicurezza dei dati saranno cruciali, vista la grande quantità di informazioni personali potenzialmente sensibili coinvolte.

Altre preoccupazioni ruotano attorno alla salute mentale. I mondi virtuali porteranno gli utenti a rifuggire dalle responsabilità e dalle interazioni del mondo reale? Ahmed Zaidi, Cofondatore e Chief Technology Officer della società di apprendimento automatico Catalyst AI ha dichiarato:

“Quando i tempi di consegna delle informazioni si azzereranno, sarà difficile distinguere tra la nostra realtà digitale e la nostra realtà fisica poiché diventeranno la stessa cosa. Intrecciati per formare un’unica realtà”.

Il nostro ambiente si riempirà di persone, luoghi, oggetti e attività che in realtà non esistono, eppure ci sembreranno profondamente autentici. Altri temi caldi da affrontare riguarderanno il furto d’identità, il rispetto dei diritti umani, le discriminazioni digitali e molto ancora. Sarà interessante capire se verranno istituite delle agenzie di regolamentazione per la supervisione dell’intelligenza artificiale in grado di fronteggiare i nuovi dilemmi e le innumerevoli incognite che porrà questa tecnologia.

Le macchine stanno diventando sempre più intelligenti. E noi come stiamo evolvendo? È una domanda che vale la pena porsi. Si stima che potrebbero volerci dai cinque ai dieci anni prima che le caratteristiche chiave del Metaverso diventino mainstream, ma attualmente esistono aspetti di questa dimensione già attivi e funzionanti che è bene iniziare ad esplorare con spirito critico e profonda curiosità.

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Giulia Angelon

Giulia Angelon

Mi piace esplorare l’esistenza, osservandone i misteri e sperimentando la forza creatrice che genera l'atto di comunicare quando nasce dall’ascolto e dal dialogo. Per BuoneNotizie.it scrivo di benessere e innovazione in chiave culturale, imparando l’arte di esserci nelle cose con intensa leggerezza.

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