Come gestire i propri animali da compagnia in caso di contagio da Covid? A chi rivolgersi per far stare loro (e noi) tranquilli e al sicuro?

Lo sappiamo da poco meno di un anno, ma è sempre meglio ribadirlo: gli animali da compagnia non trasmettono il Covid agli esseri umani. Possono però sviluppare l’infezione da noi: è quindi sempre buona norma prendere qualche precauzione igienica in più per tutelarli. La compagnia degli animali è sicuramente d’aiuto in questo periodo di isolamento e, per alcuni, di vera e propria quarantena. Persino il Ministero della Salute incoraggia l’adozione di cani e gatti: il fenomeno ha conosciuto un vero e proprio boom nei mesi scorsi, come vi abbiamo raccontato in questo articolo.

Ma cosa fare se ci si ritrova a casa, in quarantena, con i nostri animali da compagnia da gestire e da tutelare dal Covid? Vediamo quali possono essere le situazioni più problematiche e come affrontarle.

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Cosa devo fare se sono in quarantena o isolamento domiciliare e non posso portare a spasso il mio cane?

Non molti proprietari di cani lo sanno, ma esistono metodi alternativi alla classica passeggiata per far sgranchire le gambe al proprio animale. Ad esempio, molti padroni di cani di razze particolarmente bisognose di movimento si sono procurati un tapis roulant. Parliamo naturalmente di una soluzione temporanea (anche se il tapis roulant può servire anche a noi), dovuta a una situazione di emergenza: la passeggiata insieme, magari nella natura, è sempre da preferire.

Se invece non volete privare il vostro animale da compagnia della passeggiata, anche se siete in isolamento per il Covid, potete rivolgervi a un’associazione. Sul territorio ce ne sono moltissime che si occupano non sono di portare fuori il cane, ma anche di accompagnarlo dal veterinario o di procurare il suo cibo. Informatevi di quali associazioni o figure di dog sitter sono presenti nella vostra città: in questo sito potete cercare un dog sitter attraverso il Cap.

E se finisco in ospedale per il Covid, chi si occuperà del mio animale da compagnia?

Nel caso di ospedalizzazione del padrone, l’animale domestico può essere affidato alle cure di amici o parenti. In mancanza di queste risorse, sarà ricollocato presso un’associazione o un rifugio per animali. Le cure possono avvenire presso il proprio domicilio, previa opportuna sanificazione, o altrove. In questo caso l’animale sarà sottoposto a una quarantena di almeno 72 ore.

Per segnalare la presenza di animali domestici di cui prendersi cura durante la degenza in ospedale, consultare il sito di Enpa e scaricare il modulo apposito. In questo modo, anche durante l’ospedalizzazione, l’animale non sarà abbandonato a se stesso.

Le cure e l’assistenza agli animali domestici, anche in periodo di Covid e previa autocertificazione, rientrano nell’ambito della deroga per motivi di salute. In caso di affidamento a terzi, è bene incaricarli per iscritto in doppia copia, lasciando registrazione anagrafica e libretto vaccinazioni.

Cosa succede agli animali da compagnia di persone morte di Covid?

Questo è sicuramente lo scenario più triste a cui pensare: ma è bene sapere che gli animali domestici non saranno abbandonati anche dopo l’eventuale decesso del padrone. Molte associazioni sul territorio si occupano di ricollocare cani e gatti rimasti “orfani” a causa del Covid presso nuove famiglie. In caso mancasse una rete familiare di accoglienza per l’animale, la soluzione è l’affido temporaneo a un rifugio, in attesa di una nuova adozione.

I dati rilevati dalle associazioni animaliste fanno ben sperare: rispetto al 2019 le adozioni di animali sono aumentate fino al 40%. Anche nell’eventualità più tragica, nessun animale domestico rimasto “orfano” a causa del Covid soffrirà l’abbandono.

 

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Giulia Zennaro

Giulia Zennaro

sono una giornalista freelance di cultura e società, scrivo come ghostwriter, insegno in una scuola parentale e tengo laboratori di giornalismo per bambini. Scrivo per Hall of Series e theWise Magazine e, naturalmente, BuoneNotizie.it: sono diventata pubblicista grazie al loro laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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