Lo scoppio della guerra in Ucraina ha impattato su tutta la società, moda compresa. Dalle ripercussioni economiche sul settore dell’abbigliamento, alle iniziative di stilisti e brand nei confronti della popolazione colpita dal conflitto, innumerevoli le conseguenze sul comparto. Nel settore della moda il planning delle sfilate non si è fermato. Due giorni prima dello scoppio della guerra, il 24 febbraio, è andata in scena la Settimana della moda di Milano, iniziata il 22 febbraio e terminata il 28: tra i vari fashion show le modelle sono scese in passerella trasmettendo un messaggio di pace.

Dall’inizio del conflitto,  tanti brand e stilisti hanno dato il loro aiuto attraverso donazioni. In particolare la Camera Nazionale della Moda Italiana ha offerto il suo aiuto, donando i fondi raccolti nell’ambito della Fashion Week milanese a UNHCR, Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, attiva dal 1950, tutela i diritti e il benessere dei rifugiati di tutto il mondo.

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In queste settimane di tensione intanto in Russia la maggior parte delle catene occidentali ha chiuso i battenti: anche i negozi di moda hanno calato le saracinesche. Tra questi Chanel, scatenando così le influencer. Quest’ultime hanno reagito rompendo le loro borse firmate dalla Maison, immagine che ha lasciato il segno nel comparto del fashion in tutto il mondo.

La Camera Nazionale della Moda Italiana sostiene l’Ucraina

Per quanto riguarda l’intervento della Camera della moda nei confronti del popolo ucraino, sono 4,5 milioni di euro, raccolti durante la Fashion Week, donati a UNHCR.

Accanto a questo collaborerà con i Presidenti delle Regioni italiane, le ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), e con i sindaci dei Comuni segnalati dalle aziende di moda allo scopo di dare un impiego nel settore del tessile e dell’abbigliamento agli ucraini arrivati nel Bel paese. Sono disponibili 150 posti di lavoro.

Nel settore della moda altro ente impegnato nel sostenere gli ucraini è OTB Fondation (Only The Brave Fondation), nata dall’iniziativa dell’impreditore Renzo Rosso, a cui fanno capo molti marchi fashion. Operativa dal 2008, si contraddistingue per i suoi tanti progetti di sviluppo sociale per le persone che vivono in aree meno avvantaggiate a livello nazionale e internazionale

Come la CNMI, anche la OTB Fondation ha fornito aiuto alla UNHCR. In questa emergenza ucraina OTB foundation ha offerto il suo aiuto inviando pullman in Ucraina con a bordo materiale sanitario.

Occupatasi di portare in Italia gli ucraini ha offerto assistenza sanitaria negli hub vaccinali ed effettuato tamponi, considerando i tempi ancora pandemici. Dopo questa prima fase, si sta occupando del collocamento verso i centri di accoglienza.

La moda per il popolo ucraino: gli stilisti in primo piano

Al fianco del popolo ucraino, oltre agli enti del settore del fashion anche gli stilisti. Durante la presentazione della nuova collezione alla Fashion Week di Milano, Giorgio Armani ha messo in scena una sfilata senza musica, per rispettare i cittadini ucraini. Sempre lo stesso Armani ha dato il via a un’iniziativa volta a devolvere 500 mila euro nonché ha donato i suoi capi alla comunità di Sant’Egidio.

Lo stilista Louis Vuitton ha donato 1 milione di euro a Unicef in sostegno alle famiglie e ai bambini ucraini, Valentino ha stanziato mezzo milione di euro rivolti a UNHCR. Presenti poi all’appello anche Prada, Balenciaga e Chanel. Quest’ultima ha donato 2 milioni di euro per UNHCR e per l’associazione Care, organizzazione umanitaria fondata negli Stati Uniti nel 1945, il cui scopo è quello di contrastare la povertà nel mondo.

La moda in Russia, dalla chiusure dei negozi al caso Chanel

Se in Europa troviamo una moda che affronta le ripercussioni della guerra e l’inflazione, in Russia il settore sta avendo molte ricadute. Dai big brand alle catene, i negozi hanno calato il sipario. Emblematico di questa allarmante situazione, il caso delle influencer, per le quali la moda è un vero e proprio mestiere.

La maison di lusso Chanel ha chiuso i suoi negozi russi dopo il 15 marzo 2022, data in cui il Consiglio Europeo ha emanato una legge che stabilisce il divieto di vendita, fornitura, trasferimento o esportazione di beni di lusso a qualsiasi persona fisica o giuridica, entità o organismo in Russia o per l’uso in Russia.

A seguito delle sue chiusure, innumerevoli influencer hanno reagito rompendo le borsette a colpi di forbiciate: tra queste Marina Ermoshkina, 28 anni, conduttrice televisiva e attrice, con 300 mila follower.

La Ermoshkina ha postato un video su Instagram mentre era intenta a tagliare una sua borsa Chanel prima che il social fosse oscurato in Russia.

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Monia Carriero

Monia Carriero

Determinata, sensibile e dinamica, forze motrici che muovono in me la curiosità di sapere e di riportare! Aspirante giornalista pubblicista, scrivo per Buonenotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. Stay tuned =)

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