“Come ti senti?” Spesso nella vita ci viene posta questa domanda, ma pochi di noi probabilmente sanno che la risposta ha a che fare con il nostro “sesto senso”, l’interocezione, ovvero la capacità di percepire consapevolmente i segnali del corpo e le emozioni che proviamo. Abilità che è stata individuata di recente  e per la prima volta in animali, i macachi, rivelandosi una scoperta che potrebbe avere importanti implicazioni per la comprensione di questo senso e fornire inoltre utili modelli per la futura ricerca in ambito psicologico e psichiatrico.

Cos’è il sesto senso conosciuto come interocezione?

Quando consideriamo i sensi, tendiamo a pensare alla vista e all’udito, al gusto, al tatto e all’olfatto. Tuttavia, questi sono classificati come sensi esterocettivi, cioè ci dicono qualcosa sul mondo esterno. Al contrario, l’interocezione è un senso che ci informa sulle nostre sensazioni corporee interne, come il battito del nostro cuore, la sensazione di fame e sete e le farfalle che sentiamo nello stomaco, poiché anche i nostri sentimenti, pensieri e percezioni sono influenzati dall’interazione dinamica tra corpo e cervello.

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Tutti questi segnali sono strettamente legati al controllo omeostatico, un complicato processo biologico che agisce per allertare il cervello sulle nostre condizioni interne, in modo che i nostri bisogni fisiologici siano soddisfatti. La capacità di percepire ciò che sentiamo diventa pertanto una componente vitale dell’autocoscienza.

Nonostante il ruolo cruciale svolto dal nostro sesto senso, gli scienziati non sanno ancora molto di come l’interocezione si sviluppi nel bambino, in gran parte a causa della complessità nelle misurazioni dei segnali. La ricerca però sta evolvendo.

Umani e macachi sentono il proprio cuore allo stesso modo

Sul giornale scientifico PNAS è stato da poco pubblicato uno studio che si è occupato per la prima volta di analizzare la capacità dei macachi di percepire il battito del proprio cuore e dimostrare quindi che anche gli animali non umani sono dotati dell’interocezione o sesto senso (NdR rimane aperta la fondamentale questione etica sul coinvolgimento di primati in test di laboratorio al fine di comprendere dinamiche umane).

I risultati del lavoro hanno stabilito che le scimmie e le persone hanno un senso simile del battito cardiaco, aprendo la strada ad un metodo per testare questa capacità tra le specie. In futuro, come riportato anche qualche mese fa su Focus, “studiando la fisiologia dell’interocezione nei macachi, gli scienziati potrebbero riuscire a far luce su importanti aspetti psichiatrici umani, come ansia e depressione”, correlati a livelli di interocezione particolarmente bassi o alti.

La scienza dell’interocezione e il trattamento delle malattie mentali

La capacità di percepire i segnali interiori può essere più o meno consapevole: quando una persona vive un’elaborazione interocettiva disordinata, si possono prospettare varie condizioni psicologiche critiche. Sono ormai svariati gli studi che mostrano ad esempio la correlazione tra i disturbi d’ansia e i livelli alterati delle abilità interocettive, così come l’associazione tra importanti stati depressivi e una ridotta precisione interocettiva, rimettendo così al centro anche il corpo e non solo il cervello nelle fasi di diagnosi e cura di tali problematiche.

Grazie alla scoperta di queste connessioni, si stanno aprendo nuove prospettive a livello internazionale su trattamenti più efficaci e personalizzati,  tra i quali diverse tecniche di formazione interocettiva in fase di esplorazione o la terapia del galleggiamento per trattare disturbi di panico e aumentare il livello percettivo e di consapevolezza del proprio mondo interiore.

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Giulia Angelon

Giulia Angelon

Mi piace esplorare l’esistenza, osservandone i misteri e sperimentando la forza creatrice che genera l'atto di comunicare quando nasce dall’ascolto e dal dialogo. Per BuoneNotizie.it scrivo di benessere e innovazione in chiave culturale, imparando l’arte di esserci nelle cose con intensa leggerezza.

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