L’overthinking, cioè la tendenza a pensare troppo, è un fenomeno molto diffuso nella società contemporanea, caratterizzata da ritmi frenetici e situazioni dove bisogna essere continuamente performanti e iperattivi per soddisfare le aspettative e gli standard sociali.

In psicologia, l’overthinking è una condizione mentale in cui si presta costantemente attenzione ad alcuni pensieri, anche se improduttivi. In casi non patologici questa situazione si risolve spontaneamente quando si trova la soluzione al problema che l’ha scatenata.

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Diversamente, pensare troppo è sintomo di un disturbo mentale, soprattutto se associato ad ansia, stress, depressione, insonnia, disturbi alimentari, scarso controllo dei propri impulsi e comportamenti autolesionistici o aggressivi. Ciò si verifica, per esempio, nel disturbo ossessivo-compulsivo, nei disturbi dell’umore, in quelli d’ansia e in quelli trauma-correlati. È molto importante capire come funziona l’overthinking, riconoscerlo e fermarlo, possibilmente affidandosi a uno specialista della salute mentale.

Pensare troppo: cause, sintomi e conseguenze

Le persone che soffrono di overthinking si sentono sopraffatte dai propri pensieri e hanno la mente costantemente coinvolta in un dialogo interiore, caratterizzato da domande e preoccupazioni ripetitive, intrusive e difficili da fermare.

Questo fenomeno può manifestarsi con sintomi fisici come mal di testa e dolori muscolari diffusi, ma anche psicologici come preoccupazione, ansia, irritabilità e sbalzi d’umore. Nella quotidianità può causare difficoltà a concentrarsi, a prendere decisioni e a svolgere le normali attività di routine.

Talvolta l’overthinking è causato da eventi stressanti o traumatici, in altri casi può derivare da ansia generalizzata, eccessivo perfezionismo e iper-criticità. Numerose evidenze scientifiche hanno dimostrato anche l’esistenza di possibili cause fisiologiche: chi soffre di overthinking, infatti, presenta una maggior attivazione dell’amigdala, cioè di quella parte di cervello adibita all’elaborazione delle emozioni e alla risposta emotiva.

Pensare troppo non è forzatamente una patologia, ma occorre prestare molta attenzione a questi sintomi, soprattutto se interferiscono significativamente con il proprio benessere psicologico e quotidiano.

Pensare troppo fa male. Cos'è l'overthinking e come fermarlo

Foto di Energepic.com da Pexels

Ruminazione mentale e rimuginio

Il flusso di pensieri tipico dell’overthinking può focalizzarsi sia su cose o eventi passati, sia su situazioni future che incutono timore. Nel primo caso si parla di ruminazione mentale, cioè della tendenza a pensare in modo ripetitivo, quasi ossessivo, a qualcosa che si è già verificato. La ruminazione mentale è un processo cognitivo di elaborazione di emozioni passate che causa un pensiero disfunzionale e maladattivo, passivo e costante, spesso associato a sintomi depressivi. Il rimuginio, invece, è un pensiero ripetitivo e ansioso che insorge in risposta al timore per situazioni future e, se intenso e persistente, può evolversi in un disturbo d’ansia generalizzata.

Come fermare l’overthinking

Pensare troppo, soprattutto se in modo ossessivo e totalizzante, potrebbe bloccare un individuo nello svolgimento di azioni presenti, impedendogli di vivere nel “qui e ora”. Per evitare che ciò accada si può ricorrere alla mindfulness o ad altre forme di meditazione, in quanto insegnano a osservare i propri pensieri da una prospettiva esterna, più obiettiva, facendo luce sia sui problemi da cui derivano che sulle rispettive soluzioni.

L’overthinking può aumentare il rischio di sviluppare ansia e depressione, ma anche sentirsi ansiosi o depressi può favorire la ruminazione mentale e il rimuginio, dando origine a un meccanismo psicologico disfunzionale. In tal caso può essere utile praticare tecniche di rilassamento, come quella del training autogeno.

Se ci si rende conto di soffrire di overthinking potrebbe risultare opportuno chiedersi: “Questi pensieri mi sono davvero utili?” In questo modo ci si può rendere conto che non vale la pena focalizzarsi sul problema, ma ragionare in un’ottica di problem solving, agendo sul pensiero eccessivo in modo costruttivo e proattivo.

Bisogna poi prendere consapevolezza del fatto che i pensieri non sono concreti, ma meccanismi mentali che potrebbero anche non riflettere la realtà. A tal fine può essere d’aiuto parlarne con una persona di fiducia o, a seconda della gravità, con un professionista della salute mentale con cui intraprendere un percorso psicologico. Fermare l’overthinking significa interrompere gli episodi di ruminazione mentale e rimuginio, imparare ad accogliere il proprio passato e gestire al meglio i dubbi e le preoccupazioni per il futuro.

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Brunella Mascolo

Brunella Mascolo

Logopedista e aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al progetto formativo realizzato dall'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo. Come professionista sanitario, nonché persona molto empatica e introspettiva, scrivo principalmente di tematiche inerenti alla crescita personale e alla prevenzione e alla tutela della salute e del benessere mentale.

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