Reati minorili: confermata la tendenza a una riduzione complessiva del 10%.

Al centro delle polemiche per assembramenti, comportamenti irresponsabili e resistenza ad adeguarsi alle indicazioni di contenimento pandemico finiscono spesso gli adolescenti e i giovani. I report statistici del Ministro di Giustizia, che consentono di avere un quadro preciso relativo ai comportamenti negativi dei giovani, ci indicano invece una diminuzione rispetto al 2019 dei comportamenti devianti. Il tutto con punte di oltre il 20% in alcuni casi (meno 21% per l’omicidio, 26% per lesioni personali volontarie, 29% per danni e meno 46% per le ingiurie).

Reati minorili: differenze tra minori e giovani adulti

In questi report i reati commessi da ragazzi dai 14 (prima non si è considerati imputabili) ai 18 anni. A questi si aggiungono i cosiddetti giovani adulti. Maggiorenni, che avendo compiuto un reato entro i 18 anni, sono comunque presi in carico dal Tribunale per i Minorenni. Il Giudice è chiamato a valutarne caso per caso la capacità di intendere e di volere, con un accertamento complessivo della maturità fisica, psicologica e intellettiva. In caso di comportamento di interesse penale l’Autorità Giudiziaria segnala appunto agli Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni (USSM) la necessità di avvio di un procedimento penale.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Il Dipartimento di Giustizia Minorile

La presa in carico del minorenne segnalato per la commissione di un reato è appunto di competenza di un Tribunale specializzato (il Tribunale per i Minorenni). L’istituzione giudiziaria è composta da Giudici professionisti e da membri onorari (esperti in biologia, psichiatria, pedagogia, psicologia e altre discipline). Questa composizione deve consentire decisioni e modalità di intervento che tengano conto della specificità di chi non ha ancora raggiunto l’età adulta. Il Dipartimento della Giustizia Minorile si compone di diversi istituti che a seconda della gravità del reato o di considerazioni relative al minorenne coinvolto consentono interventi differenziati. Si tratta di centri di prima accoglienza, uffici di servizio sociale per minorenni, comunità e centri diurni e gli istituti penali specificamente destinati a ospitare i minorenni, separandoli dai detenuti adulti.

Sui reati minorili l’obiettivo è il recupero e reinserimento sociale

L’intervento rivolto al minorenne che ha commesso un reato ha come obiettivo il suo recupero e il suo reinserimento sociale. Si interviene per consentire di comprendere il significato delle azioni compiute e  porvi rimedio. Si vuole evitare che le sanzioni  possano lasciare segni evidenti nella crescita del minore, fare in modo che l’incontro con la Giustizia rimanga un incidente di gioventù nel percorso evolutivo del minorenne. Da questo avvenimento, infatti, non devono derivare – in un’età così delicata e in una personalità ancora in divenire – conseguenze irrimediabili nella vita adulta.

I reati più diffusi negli ultimi 5 anni

La criminalità minorile è connotata dalla prevalenza dei reati contro il patrimonio e, in particolare, dei reati di furto e rapina. Frequenti sono anche le violazioni delle disposizioni in materia di sostanze stupefacenti, mentre tra i reati contro la persona prevalgono le lesioni personali volontarie.

 

 

Reati in calo: la tendenza si conferma nel 2021

Quella al calo è una tendenza che le prime settimane del 2021 sembrano confermare, anche alla  luce delle restrizioni per l’emergenza pandemica. Alcune misure che limitano la libertà di movimento e interazione dei giovani sono infatti rimaste in vigore su buona parte del territorio nazionale. Al 15 febbraio risultano segnalati 1057 minorenni, di cui 947 maschi (189 stranieri), 110 femmine (18 straniere). Sono stati 6942 nell’intero 2019 e 6497 nel 2020.

Leggi anche:

Detenuti e Covid, nei penitenziari italiani diminuisce il sovraffollamento

Dalla Vezzali alla Versace: le atlete in politica e le loro battaglie di inclusione

Cosa può imparare il mondo della scuola da un progetto che ha portato la filosofia in carcere?

Condividi su:
Davide Scorza

Davide Scorza

Davide Scorza, educatore in servizi dedicati ai giovani e allo sviluppo di comunità. Curioso delle potenzialità di applicazione dei media in ambito sociale. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici