Il volontariato in carcere è una risorsa da proteggere e incentivare. A dirlo è la ricerca “Al di là dei muri”, presentata nella Casa Circondariale di Busto Arsizio e curata dall’Iref-Acli, che fornisce i numeri del ruolo del Terzo Settore nelle carceri italiane nel triennio 2018-2020.  Le cifre in calo – si stima un dimezzamento del numero di volontari – mettono in evidenza uno stretto rapporto tra il volontariato e il miglioramento delle condizioni di detenzione. Nell’81,5% dei casi, l’accesso dei volontari agli istituti avviene attraverso enti e associazioni.

Il ruolo del Terzo Settore nelle case di detenzione

Il Terzo Settore svolge un’importante funzione nell’apertura al territorio degli istituti penitenziari per diversi motivi. Innanzitutto perché spesso è il no profit ad offrire spazi, attività e possibilità per l’esecuzione penale in esterna, cioè per quelle misure alternative alla detenzione carceraria, note come misure di comunità. In secondo luogo, è proprio nel volontariato che si manifesta un forte impegno per la salvaguardia della dignità dei detenuti, colmando l’intervento deficitario dello Stato.

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Attualmente non c’è una rilevazione statistica ufficiale dei numeri dell’impegno volontario, l’unica fonte disponibile deriva dalle schede del Dipartimento dell’amministrazione penitenziale. Rispetto al 2019, complice il covid, nel 2020 il numero dei volontari si è quasi dimezzato, passando da 19511 a 9825, dunque un volontario per ogni cinque detenuti.

La presenza del volontariato in carcere è prevista dagli articoli 17 e 78 dell’Ordinamento Penitenziario (L. 354/75). Le finalità di questa misura comprendono “il reinserimento sociale dei condannati e degli internati e all’opera” e “il sostegno morale dei detenuti e degli internati e al futuro reinserimento nella vita sociale”. Il Terzo Settore ha dunque un’importanza capitale, se si considera che ad esso vanno ricollegate circa l’80% delle attività di promozione sociale degli istituti penitenziari.

Come si può fare volontariato in carcere?

Oltre a instaurare un rapporto con il detenuto, gli operatori volontari fanno da tramite tra interno ed esterno, favorendo la sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Bisogna ad ogni modo fare una distinzione tra volontariato intramurario ed extramurario: nella prima tipologia rientrano coloro che operano all’interno del carcere; nella seconda quelli che si occupano di attività esterne, che vedono il coinvolgimento di detenuti.

In Italia, la rete di volontariato in carcere si divide in attività svolte da singoli o da associazioni o gruppi di realtà coordinate da una più ampia organizzazione. Per lo più, coloro che operano nel volontariato sono coinvolti in attività di sostegno alle persone, che possono essere anche ricreative, culturali o religiose, o ancora progetti orientati alla formazione, al lavoro o occupazioni di tipo sportivo.

Secondo l’Ordinamento penitenziario, per svolgere attività volontaria ci sono due modalità di ammissione all’interno del carcere: nel caso di operatori singoli la domanda (contenente dati personali, motivazioni e proposta dell’attività) va presentata al direttore dell’istituto penitenziario in cui si vuole operare. Qualora si partecipasse alle attività di risocializzazione in qualità di membro di un’associazione, bisogna far riferimento a quanto disposto dall’organizzazione per le quali è prevista un’autorizzazione di durata annuale per tutti coloro che vi appartengono.

La presenza del Terzo Settore, che in Italia è molto variegata e in crescita, è dunque da tutelare e sostenere per garantire la promozione sociale. L’importanza del suo ruolo negli istituti penitenziari ne è un esempio concreto e spesso costituisce l’unico modo per far entrare la società civile nel carcere.

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Giacomo Capodivento

Giacomo Capodivento

Insegno religione dal 2012. Laureato in Comunicazione e Marketing e studente in Comunicazione e innovazione digitale. Per me occuparmi di comunicazione è una questione politica. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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