L’Europa punta al Portogallo per diventare la potenza green entro il 2025 e rispettare gli accordi sul clima.

Il Portogallo potrebbe essere il Paese predominante per un’Europa green. I giacimenti di litio nella zona del Paese si presentano come la soluzione più immediata per raggiungere gli obiettivi prefissati dall’Europa e le altre superpotenze per il 2025.

In Europa mancano gli stabilimenti capaci di raffinare il litio al grado di purezza richiesto per l’impiego nelle batterie (battery-grade lithium); così come mancano le fabbriche capaci di produrre dispositivi elettrochimici su vasta scala. Questo darebbe il via a nuovi progetti green che potrebbero davvero salvare il pianeta.

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Il responsabile della politica industriale europea, Thierry Breton, prevede di raggiungere l’autosufficienza dell’Europa per il 2025: data importante, che si lega indissolubilmente alle scelte intraprese durante il Summit sul clima avvenuto il 21-22 Aprile 2021, in cui l’Europa ha promesso di dedicarsi alle energie rinnovabili anticipando Cina, Russia, USA e India. La questione, però, lascia spazio a dubbi e incertezze sullo smaltimento e la reale ottimizzazione dei risultati. Due voci fanno luce sulla questione.

Il litio è davvero green?

Il litio è un cosiddetto metallo leggero: presente in qualsiasi tecnologia che necessiti di immagazzinare elettricità, dagli smartphone alle auto elettriche, si trova praticamente in ogni batteria che utilizziamo quotidianamente. L’Europa importa dalla Cina circa l’86% del suo litio, ma il Portogallo sta aumentando le estrazioni del prezioso oro bianco. Il litio è sì una soluzione green, ma lo smaltimento resta ancora un problema, in particolare modo su una produzione a larga scala.

Nei prossimi mesi Lisbona lancerà una gara che assegnerà le licenze per sfruttare i giacimenti di litio presenti nel paese. Le applicazioni di accumulo energetico green legato all’energia rinnovabile, potrebbero avere come baricentro, per l’Europa, il Portogallo.

Oltre al Portogallo, in Europa anche Finlandia e Serbia potrebbero diventare produttori, ma con risorse più ridotte. Le riserve globali accertate di litio (60.000 tonnellate), hanno la possibilità di arrivare al 2% grazie ai depositi individuati recentemente.

Il Portogallo il paese più apprezzato dall’Europa

Rita Oliveira, lisbonese residente a Verona, vede un futuro green per il Portogallo e un nuovo slancio per l’economia.

Sono in Italia da 5 anni per studio – racconta Rita – ho lasciato il mio Paese perché ho visto in Italia prospettive di studio e lavoro che lì non c’erano. Per anni il Portogallo ha affrontato crisi economiche e solo prima del Covid l’economia ha iniziato a decollare. Il Covid, però, ha nuovamente rallentato tutto e, nonostante il Paese sia davvero ricco dal punto di vista agricolo e attrattivo, non ci sono le capacità per farlo emergere. 

Sono sicura che rendere il Portogallo una base per un’Europa green non solo sanerà il debito pubblico, ma creerà nuovi posti di lavoro e renderà il Paese competitivo sulla scena internazionale. Il lito è puro: seppur non vi siano ancora molte fabbriche in grado di sfruttarlo, questa possibilità darà nuovo slancio alla realizzazione di attività in grado di sfruttarlo. 

Le aree del nord saranno sicuramente modificate: le attività di estrazione ridurranno lo spazio agricolo, ma credo che si possa trovare una soluzione green anche per quello, traslando le coltivazioni. Per un’Europa green è necessario sacrificare alcune aree, altrimenti si continuerà a cercare di trovare una soluzione senza arrivare a nulla”.

Un’Europa Green, ma rimangono ancora parecchi dubbi

Luca Minato, studente di antropologia mestrino, trasferitosi a Coimbra, la vede diversamente.

Io studio antropologia del rischio – spiega Luca – e, come sempre, per ottenere dei risultati, è necessario sacrificare alcune cose. Il Portogallo vanta una grande tradizione agricola e i luoghi destinati all’estrazione del litio si trovano nelle regioni di Montalegre e Boticas: queste, classificate dalla FAO come patrimonio agricolo mondiale, rischierebbero di modificare il loro aspetto e la loro produttività per passare al green.

In molti, quindi, si domandano quanto questo potrebbe essere un bene provvisorio e quanto invece potrebbe minare l’equilibrio e la salute per le generazioni future. Nonostante ciò credo che questa sia la soluzione migliore. 

Il segretario di Stato, Jorge Seguro Sanches, intende assegnare licenze minerarie per le aziende, coinvolgendo 11 aree nel centro nord del Paese. Gli interventi porterebbero ad un investimento di circa 4 miliardi di euro, che potrebbero risollevare il Portogallo e, perché no, anche l’Europa, nel periodo post pandemia”.

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Erika Mattio

Erika Mattio

Erika Mattio, giornalista, autrice, archeologa, antropologa, viaggiatrice, dottoranda in Antropologia fra Madrid e Venezia. Ho studiato a Istanbul e Mashhad per poi intraprendere spedizioni in Medio Oriente e in Africa. Scrivo per BuoneNotizie.it e sono diventata pubblicista grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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