Con 500 miliardi di dollari spesi ogni anno in sussidi dannosi per l’ambiente, i governi potrebbero favorire la green economy e generare nuovi posti di lavoro.

Ad agosto il WWF ha pubblicato un nuovo rapporto in cui afferma che 39 milioni di posti di lavoro green potrebbero nascere ogni anno se i governi investissero 500 miliardi di dollari nell’economia sostenibile. A oggi, invece, questo denaro viene speso per finanziare attività e pratiche che danneggiano l’ambiente. Il WWF stima, inoltre, che la nuova forza lavoro green creata sarebbe in grado di generare 10 mila miliardi di dollari di valore economico annuale. Il beneficio è duplice: economico e ambientale. Il rapporto, dal titolo Halve Humanity’s Footprint on Nature to Safeguard our Future (Dimezzare l’impronta ecologica dell’umanità sulla natura per salvaguardare il nostro futuro), esce in un momento cruciale. Lunedì 23 agosto, infatti, hanno preso il via i negoziati delle Nazioni Unite sulla biodiversità. Come si creano nuovi posti di lavoro nel settore della green economy e quali sono?

2,7 milioni di nuovi posti di lavoro green in Europa e 8.8 in Africa, se si distribuissero equamente le risorse

Dei 39 milioni di posti di lavoro green stimati dal WWF, 2,7 milioni di nuovi impieghi interesserebbero l’Europa e l’Asia centrale. Una maggior occupazione si riscontrerebbe nell’Asia pacifica e meridionale, rispettivamente con 12,5 e 10,9 milioni di nuovi posti. In Africa, invece, il numero stimato si aggira intorno agli 8,8 milioni. Il WWF calcola che, per ogni posto di lavoro perso nel settore dell’energia fossile, quattro nuovi impieghi sarebbero disponibili nella green economy.

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Occorre però distribuire equamente le risorse sulla base del numero di abitanti, non sul PIL nazionale. Nei Paesi a basso reddito, infatti, il costo del lavoro è più basso rispetto ai Paesi ad alto reddito (come Usa e UE). A parità d’investimento, quindi, il numero di posti di lavoro generati nei Paesi a basso reddito sarà nettamente superiore. Questi Paesi, inoltre, possiedono economie precarie, vivono in ecosistemi fragili e ospitano gran parte della biodiversità terrestre.

Come dimezzare l’impatto dell’uomo sull’ambiente entro il 2030: dall’agroecologia e pesca sostenibile alla pianificazione territoriale ed economia circolare

In occasione dei negoziati sulla biodiversità, il rapporto del WWF lancia due proposte agli Stati membri delle Nazioni Unite. Innanzitutto, dimezzare l’impatto di produzione e consumo entro il 2030. Secondo, identificare i settori produttivi e finanziari chiave per una transizione nature-positive (a beneficio della natura) entro il 2030. I governi devono agire a tutto campo su più attività economiche, come l’agricoltura, la pesca, le infrastrutture, i commerci, la finanza e l’economia circolare. Si tratta di investire nei giusti settori per creare nuovi posti di lavoro green. L’impegno degli Stati, infatti, si esplica in diverse azioni da compiere:

  • investire nell’agroecologia, che usa concimi naturali e pianta specie per per ripristinare la fertilità del suolo, abolisce l’impiego di pesticidi chimici e della monocoltura;
  • incentivare la pesca sostenibile, che lascia nel mare abbastanza pesci in grado di riprodursi e preserva gli habitat;
  • proteggere gli impollinatori (api);
  • favorire una dieta sostenibile con meno proteine, che richiedono grandi risorse;
  • promuovere una pianificazione territoriale attenta alla biodiversità e alle comunità locali (stop alla deforestazione, tutela della mangrovie e delle coste fragili);
  • colpire il commercio illegale di specie a rischio di estinzione;
  • disincentivare gli investimenti privati che danneggiano l’ambiente;
  • investire nell’economia circolare che minimizza i rifiuti e riduce l’inquinamento: i prodotti durano di più perché vengono riciclati, la domanda cala e non c’è bisogno di nuovi impianti di produzione inquinanti;
  • impegnarsi per rendere trasparente la catena di fornitura (per esempio, introdurre la tracciabilità dei prodotti importati).

Quali sono i settori della green economy che generano nuovi posti di lavoro green

Alla fine del report il WWF offre dei dati divisi per settori economici. L’agroecologia creerebbe 11,3 milioni di posti di lavoro green, la pesca sostenibile 8,5 milioni, mentre la silvicoltura 9,1 milioni. L’economia circolare, invece, e le infrastrutture sostenibili produrrebbero rispettivamente 6,9 e 3,1 milioni di nuovi impieghi.

Il rapporto del WWF stima, inoltre, che l’agroecologia potrebbe aumentare il reddito degli agricoltori del 30%. Una dieta sostenibile, invece, capace di dimezzare il problema dell’obesità, farebbe risparmiare agli Stati 500 miliardi di dollari per le cure ospedaliere. Il report WWF sottolinea, poi, che il capitale naturale delle foreste mondiali è pari al doppio del valore dei mercati azionari globali (circa 150 mila miliardi di dollari).

Le previsioni occupazionali in Italia secondo Unioncamere-Anpal: più uno Stato investe nella green economy, maggiori saranno i nuovi posti di lavoro

Unioncamere (unione italiana delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura) & ANPAL (agenzia nazionale politiche attive sul lavoro) grazie al sistema Excelsior hanno da poco redatto un report. Il documento illustra le previsioni occupazionali in Italia tra il 2021-2025. Excelsior è un sistema informativo che monitora l’intero mercato del lavoro nazionale. Lo studio presenta due diversi scenari, a seconda dell’andamento della pandemia da Covid-19. Lo scenario A tiene in considerazione la presenza di nuove e possibili misure restrittive; quello B presenta un quadro più favorevole con una crescita sostenuta già dal 2021.

Il report, inoltre, solleva un elemento chiave. Gli esiti occupazionali della transizione verde sono incerti perché dipendono dagli investimenti dei singoli Stati. Maggiore è l’impegno delle istituzioni, delle imprese e dei cittadini in materia di ambiente, quindi, maggiori saranno i nuovi posti di lavoro green. In questo senso, una spinta propulsiva verrà proprio dai fondi del Next Generation Eu, oltre 200 miliardi per l’Italia. L’Europa impone di spendere almeno il 37% del totale nell’obiettivo della transizione ambientale.

Come agire per creare lavoro: approccio sostenibile e competenze verdi

Bisogna, dunque, operare su più fronti: ridurre le emissioni di CO2, utilizzare meglio le risorse naturali per l’energia e lavorare sulle competenze verdi. Da un lato, questo approccio sostenibile inciderà in positivo sui settori connessi all’energia, come agricoltura, costruzioni e trasporti, che avranno bisogno di nuova forza lavoro. Dall’altro, porterà alla nascita di nuove professioni con competenze verdi specifiche. Per fare qualche esempio, il giurista ambientale, il “contabile verde”, il promoter di nuovi materiali sostenibili o il responsabile degli acquisti green. Il report Unioncamere–ANPAL sottolinea, inoltre, che le competenze green saranno richieste sia ai già occupati, che ai nuovi ingressi nel mondo del lavoro. Tra il 2021 e il 2025 le imprese e la PA avranno bisogno di 2,2-2,4 milioni di figure professionali con competenze verdi di medio livello. La domanda riguarderà i tecnici specializzati, gli addetti ai servizi commerciali e turistici, ma anche gli operai e gli artigiani.

 

posti di lavoro green

Fonte: excelsior.unioncamere.net

Nuovi impieghi nel settore delle costruzioni e delle infrastrutture: ecco quali sono

Lo studio stima che, in caso di scenario B (quello più favorevole alla crescita economica), i nuovi posti di lavoro green nel settore delle costruzioni e delle infrastrutture sarebbero 210.300. Tra questi elenca:

  • il progettista in edilizia sostenibile,
  • lo specialista in domotica,
  • i tecnici e gli operai specializzati nell’efficientamento energetico delle costruzioni (la più richiesta),
  • operai specializzati nelle costruzioni e nel mantenimento di strutture edili,
  • addetti alle rifiniture delle costruzioni,
  • artigiani per pittura e pulizia degli esterni degli edifici,
  • operai per installare e manutenere strutture elettriche e elettroniche.

Il settore, infatti, potrà beneficiare delle risorse stanziate per l’efficientamento energetico, la messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico, la riqualificazione energetica e l’adeguamento antisismico. Nel dettaglio, il cittadino potrà detrarre le spese dei lavori per isolare termicamente la casa e sostituire gli impianti di riscaldamento invernale. Potrà ancora, a spese dello Stato, installare pannelli solari fotovoltaici e strutture per la ricarica di veicoli elettrici.

Nuove assunzioni nel settore agroalimentare, nella mobilità e nella robotica

Lo scenario incoraggiante B prevede la nascita di 72.500 nuovi posti di lavoro nel settore agroalimentare. Questo, infatti, deve gestire in modo sostenibile gli alimenti e costruire catene di fornitura intelligenti. Non solo, conservare al meglio i cibi e di ridurre i rifiuti. Le professioni richieste potrebbero essere: l’addetto che controlla gli impianti e i processi produttivi nel rispetto alle norme ambientali, il bioagricoltore e il certificatore di prodotti sostenibili. Il settore della mobilità sostenibile e della robotica, invece, vedrà la nascita di oltre 200 mila nuovi posti di lavoro green. Nello specifico, gli impieghi riguarderanno il progettista meccanico per la mobilità elettrica, l’addetto all’assemblaggio, il manutentore di motori elettrici e l’ingegnere dei materiali.

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Francesca Iaquinto

Francesca Iaquinto

Laureata in Lettere Moderne alla Statale di Milano, è stata studentessa di merito presso il Collegio di Milano per 5 anni. Nel dicembre 2019 ha vinto una Borsa di Studio per la scrittura della tesi presso la Duke University (North Carolina). Attualmente è docente di scuola secondaria, proofreader e scrive per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo costruttivo per diventare pubblicista.

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