L’ondata di caldo record fa chiudere il mese di giugno con un aumento estremo della temperatura media (+3.3°C) rispetto alle medie del periodo. Non ancora ai livelli del 2003 che svetta ancora 0.6°C più in alto. Le cause dell’aumento del caldo sono molteplici, ma la percezione del caldo in città è più elevata a causa dell’assenza di vegetazione urbana (come un bosco urbano) che la protegga dal caldo: piantare alberi, infatti, è il modo migliore per contrastare la calura.

I boschi urbani: una soluzione tra bellezza e biodiversità

Sul sito dell’Associazione Bosco Urbano Aps, leggiamo che per bosco urbano si intende “un’area verde estensiva, sita in ambiente urbano, di grandi dimensioni, con basso livello di antropizzazione (dal quale derivano consequenzialmente anche bassi costi di gestione/superficie, seppur fornita di servizi”. Insomma un area verde che possa garantire una più ampia biodiversità; un vantaggio estetico che favorisca il turismo locale e un contrasto agli effetti del cambiamento climatico

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Perché piantare alberi dovrebbe aiutarci a sentire meno caldo?

Per contrastare il caldo, nulla funziona meglio degli alberi: “ombrelloni” naturali che riparano il suolo dai raggi solari contribuendo a rinfrescare le aree sottostanti. Gli alberi “si comportano da condizionatori naturali – spiega Stefano Mancuso, neurobiologo e scrittore – poiché assorbono acqua dalle radici e, attraverso la fotosintesi, la rilasciano sotto forma di vapore acqueo; tale processo, endotermico, sottrae energia all’ambiente circostante, determinando l’abbassamento della temperatura in prossimità delle piante nelle ore di maggiore insolazione e l’aumento dell’umidità atmosferica.”

Inoltre “le piante arboree – prosegue – collocate vicino agli edifici, schermano questi ultimi dai raggi solari e riducono così la temperatura al loro interno.” Gli alberi creano indubbiamente ambienti più freschi, migliorano la qualità dell’aria assorbendo sostanze tossiche e rilasciando ossigeno. Nelle città del futuro, gli alberi la faranno da padroni secondo il modello del 3-30-300, in cui il rapporto tra uomo e verde dovrebbe essere di 3 alberi fuori casa, 30% della superficie totale del quartiere e non più 300 metri dal più vicino parco o bosco urbano.

«Gli alberi sono la tecnologia più efficace contro il caldo»

Uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, ha rilevato la variabilità delle temperature in un contesto urbano evidenziandone la correlazione con la presenza degli alberi e delle piante. I ricercatori, grazie all’uso di sensori ad alta precisione, hanno potuto misurare la temperatura dell’aria lungo 10 diversi percorsi da 7 km con una rilevazione, ripetuta da 3 a 12 volte, ogni cinque metri. Negli spazi osservati la copertura arborea varia tra lo 0 e il 100%. La massima efficacia di raffreddamento, afferma lo studio, si raggiunge dopo il superamento della soglia critica del 40%.

Nel dettaglio, riferiscono ancora i ricercatori, “la variabilità della temperatura dell’aria diurna all’interno del paesaggio urbano è stata in media di 3,5 °C, con un intervallo compreso tra 1,1 e 5,7 °C.” Nei punti di massima efficacia, in altre parole, l’interazione tra la chioma degli alberi e gli altri elementi del paesaggio si è tradotta in un calo della temperatura di quasi 6 gradi. Una variazione che, in caso di temperature estreme, potrebbe realmente fare la differenza.

In breve, rimodulare le città integrandola con boschi urbani, zone più o meno grandi di aree verdi, potrà fare la differenza nei prossimi anni. Inoltre, Brian Stone Jr., docente di pianificazione ambientale presso il Georgia Institute of Technology, spiega che l’incremento delle aree verdi contribuirà anche a un risparmio sia in termini economici, riducendo la necessità di condizionatori, sia in termini di emissioni di CO2, riducendo i consumi di energia elettrica.  

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Vittorio Palmieri

Vittorio Palmieri

Napoletano. Emigrato nell'entroterra irpino-sannita, in controtendenza con l'emorragia dei paesi interni verso la vita metropolitana. Ignoto poeta "prestato alla burocrazia". Nell’entroterra segue percorsi sociali con enti del terzo settore. Ha collaborato ad un progetto di agricoltura sociale con le Associazioni Irpine “Ecopotea Aps” e “Al Centro dei Ragazzi Odv”. Nell’ultimo anno fonda Introterra Aps, nata con lo scopo di rivalutare e riscoprire l'entroterra campano, e con la quale rileva un progetto giornalistico editoriale decennale "bMagazine.it" e fonda l'etichetta "Introterra Edizioni" Aspirante giornalista pubblicista, scrivo per Buonenotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista

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