A Panama si riduce il numero delle navi che attraversano il canale per la siccità e a Suez nel 2021 la portacontainer “Ever Given” s’incaglia per il vento. Segnali di quel cambiamento climatico che influenza anche le principali rotte commerciali, ma, esistono anche delle soluzioni ed a Panama e Suez iniziano ad attrezzarsi.

La siccità è un’avvisaglia sul Canale di Panama

Il periodo di siccità durante la stagione delle piogge, che va da maggio a dicembre, ha ridotto i livelli di acqua dolce nell’invaso di Gatún del Canale di Panama a causa dell’effetto incrociato di cambiamento climatico e del vento el Niño, che riscalda ulteriormente il Pacifico. Le Autorità del Canale hanno limitato il traffico per ben 10 mesi al passaggio composto da una serie di chiuse che portano le navi dall’oceano fino al lago artificiale che non può subire l’aumento di salinità perché garantisce anche il fabbisogno idrico degli abitanti di Panama.

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Le misure per gestire il traffico nel Canale

Il contingentamento ha ridotto da 38 a 32 il numero di imbarcazioni che possono transitare ogni giorno. Quelle in attesa sono passate da una media di 90 a circa 160 e i loro tempi di attesa sono aumentati da 3 o 5 giorni a 19 giorni, con un incremento esponenziale dei costi. Il pedaggio, messo all’asta, è lievitato ad oltre un milione. Molte delle navi scaricano fino a 1200 container  per diminuire il peso e pagare il trasporto sulla costa opposta 750 mila dollari in più. Lo Stato panamense ha stimato una riduzione di introiti pari a circa 200 milioni di dollari per il 2023.

La diga di Gatún che garantisce il canale è alimentata quotidianamente da sette ettometri cubi (hm³) di acqua da pioggia e fiumi. L’utilizzo umano, l’industria, le operazioni del canale e l’evaporazione ne consumano invece dieci hm³.

Le autorità panamensi hanno stimato che, per via del cambiamento climatico, i periodi di siccità potrebbero durare di più ed essere più intensi riducendo di 1000 mm, dai 3000 attuali, la quantità di piogge e costituendo un grande rischio sia per le attività del canale, sia per l’approvvigionamento alimentare del 52% della popolazione rurale panamense.

Tra gas e petrolio dal Golfo del Messico, container e frumento per la Cina, il canale è per gli USA ancora importante. Da questo arriva il “Programa Hídrico”, una soluzione a medio-lungo periodo. Il Canale de Panamá non può creare nuovi invasi. Per questo l’Autorità del Canale di Panama (ACP) e il Genio Militare dell’esercito statunitense intendono alimentarlo con l’acqua dolce dei fiumi Indio e Bayano tramite l’ausilio di vasche e di tecniche di riempimento incrociato. .

Cosa suggerisce l’incidente della “Ever Given”

La nave “Ever Given”, che trasportava oltre 18 mila container, nel 2021 fu colpita da una forte tempesta di sabbia mentre attraversava il canale di Suez. Il suo sbandamento dovuto ai venti e alla scarsa visibilità la fece incagliare bloccando l’intero traffico del canale per sei giorni e generando una coda di oltre 250 navi. Cambiamento climatico? Forse.

La ricerca della società di previsione dei rischi Marsh, High seas: Enabling a climate resilient Suez Canal”, ha evidenziato che anche il Canale di Suez, nonostante sia un tragitto senza dislivelli nel pieno del deserto, ha anch’esso i suoi fattori di rischio.

Come il cambiamento climatico incide sul canale di Suez

L’aumento delle temperature medie superiori ai 45 gradi e l’aumento del livello del mare sono i maggiori elementi critici. Le alte temperature generano forti venti e frequenti tempeste di sabbia che destabilizzano le navi in transito. L’aumento dei livelli dell’acqua colpirebbe, inoltre, le coste esterne danneggiando le infrastrutture ricettive e i canali interni destabilizzandone la struttura.

Se a livello globale la strategia più efficace è contenere l’aumento delle temperature entro gli 1,5 gradi, a livello locale la società Marsh consiglia di considerare due aspetti di fondo nell’implementazione delle strategie di resilienza: quello fisico e quello  finanziario. Cioè, garantire sia che le infrastrutture siano adatte alle sfide degli eventi climatici estremi sia che chi le gestisce abbia la necessaria resilienza finanziaria per poter agire efficacemente in risposta ai problemi.

Strategie di resilienza materiale e finanziaria

La risposta ai rischi fisici legati al clima va conseguita tramite l’adattamento delle infrastrutture portuali che partano da studi di vulnerabilità climatica territoriale. La resilienza economica, invece, tramite lo sviluppo ulteriore di meccanismi finanziari che consentono compensazioni derivanti da programmi pubblico-privati adibiti a ridurre il rischio nell’adattamento.

Marsh raccomanda celerità nell’attuazione degli investimenti e nella definizione delle infrastrutture necessarie per mitigare i rischi del cambiamento climatico sul Canale di Suez. La società di consulenza raccomanda inoltre che qualsiasi misura da introdurre sia in condivisione con la United Nations Office for Disaster Risk Reduction (UNDRR).

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Pasquale De Salve

Pasquale De Salve

Sono laureato in Filosofia e scrivo per passione. Qui scrivo di ambiente, politica, diritti e qualche volta anche di altro. Cerco di intendere il mondo per quello che è, ma di utilizzare quelle poche parole che ho a disposizione perché possa migliorare. Il suo cambiamento, però, dipende dallo sforzo di ognuno di noi!

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