L’11 luglio la Commissione europea ha presentato un pacchetto di misure nell’ambito della mobilità sostenibile. Con il pacchetto l’Unione europea mira a rendere in particolare il trasporto merci più efficiente e più sostenibile. Gli obiettivi sono favorire la transizione all’elettrico nel settore dei trasporti su ruota e migliorare la gestione delle infrastrutture ferroviarie.

La manovra dovrebbe sostenere il settore dei trasporti affinché riesca a ridurre le emissioni del 90% entro il 2050. Per favorire la realizzazione del pacchetto, la Commissione ha avanzato tre proposte legislative separate. Il primo regolamento è una revisione di una direttiva già in atto sui pesi e le dimensioni dei mezzi per il trasporto di merci, il secondo è una proposta per il conteggio delle emissioni e il terzo è incentrato sul trasporto internazionale di merci e passeggeri.

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La revisione della direttiva Peso e dimensioni

L’attuale direttiva europea sui pesi e le dimensioni stabilisce il peso massimo in lunghezza, larghezza e altezza per i veicoli pesanti. Ad oggi le batterie per alimentare i mezzi elettrici impegnano però più peso e spazio dei sistemi di propulsione tradizionali. Per questo, la proposta della Commissione europea prevede di aumentare i massimali di peso e dimensioni per i veicoli che utilizzano tecnologie a emissioni zero. In tal modo, la transizione a una mobilità sostenibile dovrebbe essere incoraggiata, favorendo l’acquisto di camion a emissioni zero.

Inoltre, quando i sistemi di propulsione a zero emissioni diventeranno più leggeri, i veicoli beneficeranno di un carico aggiuntivo rispetto agli autocarri convenzionali. Il regolamento prevede inoltre l’introduzione di meccanismi di controllo del peso e delle dimensioni dei mezzi che si spostano da un Paese all’altro.

La proposta impone l’uso di rilevatori stradali integrati per verificare le infrazioni di peso. Questo monitoraggio dovrebbe permettere di ridurre l’inquinamento, il carico infrastrutturale e il traffico intenso. La congestione complessiva sulle strade costa infatti all’Unione europea 230 miliardi di euro all’anno.

Monitorare le emissioni prodotte per una mobilità sostenibile

Il settore del trasporto merci nell’Unione europea è responsabile di circa il 30% delle emissioni del trasporto su strada. Nonostante questo, al momento non esiste un quadro standard per le aziende di trasporto merci che consenta di calcolare le emissioni. Questo comporta delle discrepanze nei risultati, favorendo una comunicazione poco trasparente da parte delle aziende.

La Commissione europea propone per quanto l’introduzione del regolamento CountEmissionsEU che definisce un quadro comune per il calcolo e la comunicazione delle emissioni di gas a effetto serra legate ai trasporti.

In particolare, la misura renderebbe obbligatorio il regolamento per le aziende che scelgono di pubblicare le proprie emissioni o di condividerle con i propri partner commerciali, sia per quanto riguarda il trasporto merci, che passeggeri.

Implementare il progetto TEN-T ha un impatto anche sulle persone

Il terzo regolamento prevede di rafforzare e migliorare il progetto TEN-T, che si focalizza sulla gestione del traffico transfrontaliero di merci e persone. In particolare, il progetto prevede la creazione di un insieme di infrastrutture lineari (ferroviarie, stradali e fluviali) e puntuali (nodi urbani, porti, interporti e aeroporti) considerate rilevanti a livello comunitario.

La priorità per una mobilità sostenibile è quella di assicurare la continuità dei servizi ferroviari, realizzando i collegamenti mancanti e assicurando collegamenti tra le differenti modalità di trasporto. Anche in questo caso la Commissione ha previsto delle misure di controllo. Verrebbe istituito un meccanismo di coordinamento centrale tra i gestori nazionali dell’infrastruttura e sarebbero introdotte sanzioni per coloro che prenotano slot non necessari.

La proposta della Commissione verrà ora presa in carico dal Parlamento europeo, che assegnerà i lavori ai vari gruppi parlamentari. Questo passaggio sarà fondamentale, perché lo schieramento di appartenenza dei gruppi determinerà le modalità con cui la proposta verrà messa a terra.

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Giovanni Beber

Giovanni Beber

Giovanni Beber. Studio Filosofia e Linguaggi della Modernità presso l'Università di Trento e sono il responsabile della comunicazione di un centro giovanile a Rovereto. Collaboro con alcuni blog e riviste. Mi occupo di sostenibilità, ambientale e sociale e di economia e sviluppo.

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