Il Brasile si prepara alle riaperture nel post pandemia, nonostante le accuse a Bolsonaro. Le interviste di Buonenotizie.it.

Ogni giorno il numero di contagiati in Brasile diminuisce e più del 60% dei brasiliani ha scelto di vaccinarsi. Bar, cinema e ristoranti riapriranno entro metà novembre, consentendo ad uno dei Paesi più colpiti della Pandemia di rinascere.

Dopo mesi di blocchi, il Brasile sta lentamente riducendo il numero delle vittime e dei contagi. Nonostante ciò il governo di Bolsonaro è in bilico: accuse sulla cattiva gestione del Paese durante la Pandemia, il discredito dei vaccini e falsificazione di documenti, pendono come una spada di Damocle sulla testa del presidente. Seppure avvolti da queste ombre, i brasiliani sono pronti a riaprirsi al mondo.

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Maria Costela, originaria di San Paolo e residente a Venezia e Ricardo Melo di Manaus ora residente a Madrid, raccontano a buonenotizie.it le loro impressioni.

Il Brasile di Bolsonaro nel post Pandemia

La Pandemia non è stata l’unico freno per l’economia del Brasile. Il presidente Jair Bolsonaro, in una politica fatta di atti e misfatti, è stato accusato di aver commesso “crimini contro l’umanità”. Una commissione d’inchiesta del Senato brasiliano, infatti, accusa il presidente di aver screditato i vaccini, avvalendosi di teorie non scientifiche sulla cura del Covid e di non aver saputo gestire la situazione sanitaria durante l’evoluzione della Pandemia. 

Per me Bolsonaro è stato un vero dramma per il Brasile – racconta Maria – sono un’attivista e mi batto, seppur a distanza, per difendere il mio Paese. In questi due anni di Pandemia non sono potuta tornare dalla mia famiglia e ho vissuto nell’angoscia più totale, a causa dei contagi sempre in crescita. Ancora oggi i numeri sono altissimi rispetto al resto del mondo. Bolsonaro è sempre stato concentrato sugli interessi economici del Paese, sostenendo che il Covid potesse essere arginato con i mezzi propri del Brasile. 

Ovviamente questo è stato impossibile, essendo il Brasile una realtà con una grande disparità sociale, soprattuto per quanto riguarda la sanità. Sono convinta che la Pandemia sia stata sottovalutata, incrementando anche la discriminazione sull’efficacia dei vaccini, per mezzo di politiche di propaganda non veritiere”.

Vivo fra Madrid e Manaus e mi occupo di export fra Spagna e Brasile – si presenta Ricardo – Grazie al mio lavoro ho potuto viaggiare molto durante la Pandemia, anche se in alcuni momenti critici dell’anno mi sono dovuto fermare. Ho volutamente scelto di rimanere in Spagna (nonostante il quadro non fosse roseo), perché la situazione in Brasile pareva fuori controllo. Ho avuto paura per me e per i miei famigliari, in quanto ogni giorno il numero di malati e vittime era elevatissimo. Guardavo con critica la tv brasiliana, paragonandola a quella spagnola: si parlava in maniera superficiale del Covid e si trattava la questione della Pandemia senza prendere esempio dagli altri Paesi.

Ad oggi, la situazione sta migliorando e a breve il Paese riaprirà locali e attivitàCredo che il vero problema del Brasile sia la classe politica. Indipendentemente da Bolsonaro o da chi lo ha preceduto, il Paese è immenso, con un potenziale economico invidiabile, ma difficile da controllare e gestire. Sicuramente ci sono stati degli errori, ma nessuno poteva essere preparato ad una simile emergenza“.

Accuse e ripartenza: il Brasile è pronto a riaprire grazie alla responsabilità civica

Il Senato brasiliano si sta schierando contro Bolsonaro – continua Maria – Le accuse sono quelle di impeachment e, in particolare, di cattiva gestione della Pandemia. Al Senato è stato proposto di analizzare un documento che mostrasse il tentativo di rendere efficace, nella cura contro il Covid, un farmaco antimalarico. Questo fatto, oltre alla campagna di discrimine nei confronti del vaccino sono, a parer mio, un elemento sufficiente per una condanna al presidente. 

Nonostante ciò la popolazione è stata in grado di comprendere che la Pandemia era davvero fuori controllo e, grazie alla collaborazione di tutti, il Brasile è riuscito a frenare i contagi. Anche le famiglie numerose e le zone sovrappopolate delle megalopoli brasiliane, sono riuscite ad auto-regolarsi: anche in assenza di campagne pubblicitarie governative efficaci, la popolazione ha capito quanto grave fosse la situazione, autogestendo molte chiusure di attività. Per questo motivo sono orgogliosa dei miei connazionali e ogni giorno vedo i numeri delle vittime diminuire. A breve riapriranno i bar, i cinema e le attività e spero di poter presto tonare nel mio Paese”.

“Ho continuato a viaggiare per lavoro  – spiega Ricardo – la situazione ha iniziato a migliorare in maniera definitiva nell’ultimo mese. Nonostante la sanità non sia accessibile a tutti, le persone hanno davvero collaborato, comprendendo che , solo con un sacrificio collettivo, si sarebbe potuti uscire dalla Pandemia. Per questo ammiro tanto i miei connazionali, che ora iniziano a vedere un futuro migliore e la riapertura di tutte le attività. 

Per quanto riguarda il governo e il caso Bolsonaro, è giusto che ci si ponga dei dubbi. Il Senato ha tirato in ballo una legge degli anni ’50, che consente di accusare il presidente in carica qualora egli violi i diritti civili dei cittadini. Indubbiante c’è stata una minimizzazione della gravità della Pandemia, che ho potuto appurare confrontandola con le azioni compiute dai vari governi europei. Nonostante ciò mi auguro che ora il governo non crolli, perché è fondamentale che il Brasile torni a rinascere senza portare la popolazione in uno stato di caos e nuova instabilità. Intanto ci prepariamo alle ripartire, festeggiando con moderazione, ma con la voglia di riaprirci al mondo”.

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Erika Mattio

Erika Mattio

Erika Mattio, giornalista, autrice, archeologa, antropologa, viaggiatrice, dottoranda in Antropologia fra Madrid e Venezia. Ho studiato a Istanbul e Mashhad per poi intraprendere spedizioni in Medio Oriente e in Africa. Scrivo per BuoneNotizie.it e sono diventata pubblicista grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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