Lo stop alle grandi navi ha salvato la Laguna dalla black list del patrimonio Unesco. Quali gli effetti sul turismo?

Venezia è salva, rimarrà tra le meraviglie mondiali del patrimonio Unesco. Dopo il duro appello da parte di Mechtild Rössler, direttrice del centro Unesco – che criticava turismo di massa e inquinamento della Laguna – il Governo prende provvedimenti per ripristinare la reputazione della Serenissima. Lo fa con un decreto promosso dal ministro dei Beni Culturali che consiste nel cambio di rotta dal Bacino di San Marco verso Marghera per le navi superiori a 25 mila tonnellate. Il divieto di transito è in vigore dal 1° agosto e interessa anche il canale della Giudecca. Luogo, insieme a San Marco, di prim’ordine per crociere e turismo di lusso. Ma che effetti sta avendo tutto questo sul turismo? Parliamone a due mesi di distanza.

Il blocco delle grandi navi

Lo scorso 1 agosto è entrato in vigore il decreto riguardante il blocco di transito delle grandi navi verso il porto turistico di Venezia. Porto storico, famoso per il luxury travel, adesso praticamente in fermo. Le navi non più ammesse sono quelle di stazza superiore a 25 mila tonnellate, con lunghezza dello scafo a galleggiamento superiore a 180 metri e tiraggio aereo superiore a 35 metri. Il decreto ha stabilito delle compensazioni in favore delle compagnie di navigazione interessate dal divieto di transito, dei lavoratori di detto settore e delle imprese coinvolte. Non solo, anche la realizzazione di quattro punti di attracco temporanei nell’area di Marghera destinati a grandi navi.

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Secondo il Ministro Franceschini, l’intervento era improcrastinabile per lo stato di conservazione della città storica veneziana, e ciò è servito a mantenere lo status di città patrimonio Unesco.

Controversie e rischi sul turismo di lusso

È da anni che si riflette se allontanare o meno le grandi navi dal Bacino di San Marco al fine di preservare l’ecosistema naturalistico e artistico della città. Già manifestazioni dei cittadini con slogan “stop allo smog” avevano tentato di convincere il Governo a un passo simile. Inoltre gli incidenti avvenuti negli ultimi anni – come quello della nave da crociera MSC Opera, schiantata sulla banchina di San Basilio nel 2019 – hanno creato i giusti presupposti per un cambiamento.

L’investimento complessivo per trovare soluzioni alternative di attracco, previste a Marghera, è pari a 160 milioni di euro. Tuttavia, nonostante si siano già stanziati circa 2 milioni per far continuare le attività turistiche, il decreto ha messo in difficoltà il settore crociere e i lavoratori coinvolti. Sono 4mila infatti i posti a rischio. I primi a pagarne le conseguenze sono i transbagaglisti.

È infatti il turismo di lusso a essere attaccato per primo. Se i viaggiatori potranno comunque raggiungere Venezia tramite bus, treno o aerei, ciò non riguarderà quella categoria di turisti da crociera disposti a pagare un viaggio molto più costoso, contribuendo quindi all’economia della città.

Se dunque Venezia si affaccia a un miglioramento in termini di ecosostenibilità ed è salva dalla lista nera del patrimonio Unesco, dovrà comunque fare i conti con le conseguenze che a lungo termine porterà il decreto da un punto di vista economico

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Martina Tolaro

Martina Tolaro

Martina Tolaro, curator ed editor freelance. Ho collaborato con imprese culturali creative nazionali e artisti internazionali. Scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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