Notre-Dame, la cattedrale bruciata nel 2019, tornerà presto all’antico splendore: grazie soprattutto alle nuove tecnologie.

Nell’aprile del 2019 tutto il mondo aveva seguito con il fiato sospeso l’incendio che divorava Notre-Dame, uno dei simboli di Parigi e dell’arte gotica. Oggi, a distanza di due anni, i lavori procedono speditamente e la cattedrale può aspirare a tornare all’antico splendore entro il 2024. Determinanti per la ricostruzione sono le nuove tecnologie.

Com’era, dov’era

Nella serata di lunedì 15 aprile 2019 il mondo intero aveva assistito impietrito alla distruzione di Notre-Dame a causa di un incendio. Nonostante le catastrofiche previsioni iniziali (“Non siamo certi di poter salvare la cattedrale”, aveva dichiarato il vice ministro degli Interni Laurent Nuñez), Notre-Dame era uscita acciaccata dalle fiamme, ma sostanzialmente integra.

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La torre nord era rimasta in piedi e la maggior parte della struttura portante aveva retto la prova delle fiamme. L’iconica guglia, progettata nel XIX secolo dall’architetto Eugène Viollet-le-Duc, però, era crollata e così gran parte del tetto. Il sottotetto di Notre-Dame era costituito in gran parte da legno e perciò soprannominato “la foresta”: le querce di un bosco di oltre 24 ettari hanno sostenuto per secoli la chiesa, ma nulla hanno potuto contro le fiamme.

Le proposte di ricostruirla dandole un accenno di modernità sono state un flop: il motto, fin dall’inizio, è stato “com’era, dov’era”. E così Notre-Dame si prepara a debuttare nuovamente sul palcoscenico internazionale in una veste tutta nuova, ma antica di secoli.

Notre-Dame e il suo clone

Per ricostruire la cattedrale nella maniera più accurata possibile è stato fondamentale affidarsi ai dati raccolti da Aïoli, una piattaforma di annotazione semantica collaborativa e tridimensionale. Notre-Dame era stata approfonditamente mappata e digitalizzata con scanner laser 3d in precedenza e proprio questo lavoro ha consentito di orientarsi nella ricostruzione.

Si tratta di uno dei primi esperimenti di ricostruzione di un manufatto storico basandosi in massima parte su dati digitali. L’ambizione era di creare una sorta di “cantiere digitale” che fungesse da punto di partenza per la ricostruzione. Fondamentali sono stati anche i lavori di mappatura post incendio: le fotografie di Notre-Dame dopo le fiamme sono state integrate in un software di calcolo del team del Cnrs (centro nazionale francese per la ricerca scientifica).

Più dati vengono inseriti, più la copia digitale di Notre-Dame prende vita. Per realizzare fotografie e raccogliere dati in punti sensibili e irraggiungibili dall’occhio umano, sono stati utilizzati droni di ultima generazione. “Dove non era possibile passare con il drone, abbiamo usato dei “cable cam”, robot collegati ad un cavo che hanno fotografato a 360 gradi tutti i resti di Notre Dame”, spiega Livio De Luca, direttore di ricerca nel Cnrs.

A che punto sono i lavori?

L’immenso lavoro di mappatura in cui è coinvolta Notre-Dame non servirà solo alla ricostruzione, ma anche per conoscere meglio la cattedrale, come è stata costruita e come meglio conservarla. L’obiettivo è condividere questi dati con tutto il mondo, per scongiurare altre tragedie come quella dell’aprile 2019. Ma a che punto sono i lavori e quando potremo rivedere la cattedrale ricostruita?

Le previsioni sono ottimistiche: Emmanuel Macron ha promesso che entro il 16 aprile 2024, data oltremodo simbolica, Notre-Dame sarà di nuovo agibile. Nonostante una pausa di tre mesi durante l’estate del 2020 a causa del Covid, i lavori continuano speditamente. Già nel novembre 2020 le impalcature che fasciavano la facciata erano state rimosse per essere montate all’interno: segno che non c’era più il rischio che la struttura crollasse.

Nell’estate del 2020 sono stati presentati anche i piani di ricostruzione della guglia, il cui crollo in diretta social aveva colpito profondamente i parigini e il mondo intero. Il Cnrs aveva approvato all’unanimità la decisione di ripristinare la struttura originale, con il materiale naturale delle foreste francesi.

Sono in corso anche i lavori di restauro del grande organo di Notre-Dame, il più grande di Francia, e sull’organo del coro. Il grande organo era miracolosamente uscito dall’incendio senza troppi danni. L’organo del coro, invece, era stato quasi interamente distrutto dalle fiamme e dall’acqua degli idranti: secondo le stime dei restauratori, potrebbero salvarsi solo le canne. I lavori di restauro, rimontaggio dell’organo e messa a punto dovrebbero concludersi entro aprile 2024.

Forse la previsione di Emmanuel Macron è troppo ottimistica, ma molto presto potremo tornare a visitare Notre-Dame. Le visite esterne sono già possibili, prenotandosi qui.

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Giulia Zennaro

Giulia Zennaro

sono una giornalista freelance di cultura e società, scrivo come ghostwriter, insegno in una scuola parentale e tengo laboratori di giornalismo per bambini. Scrivo per Hall of Series e theWise Magazine e, naturalmente, BuoneNotizie.it: sono diventata pubblicista grazie al loro laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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