Nasce un nuovo modo per contrastare il turismo di massa. È il “Tour per intenditori” ed è già un trend.

Il turismo di massa ha sempre più nemici: dopo il turismo sostenibile si aggiunge infatti il “Tour per intenditori”, ovvero una modalità di visite turistiche dedicate ad argomenti specifici e non inflazionati dalla cultura omologata. Questo fenomeno fa capolino nel circuito delle mostre tra l’America e l’Europa per poi sfociare nel mondo della ristorazione. Vediamo le sue caratteristiche.

Cos’è il Tour per intenditori

Il Tour per intenditori (dal francese tour de connaisseur) promuove la fruizione di opere di artisti minori o la conoscenza di personaggi originalissimi, spesso poco noti ai più, vissuti in epoche passate o recenti che godono di “memoriali” come case museo e simili. Il termine è una provocazione: niente di esclusivo, il Tour per intenditori è aperto a tutti i curiosi, stufi delle “mostre blockbuster. Quelle mostre cioè che propongono sempre i soliti grandi artisti o i temi più in voga.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Le mostre blockbuster, definite per la prima volta così nel 2001 dal critico d’arte Jonathan Jones, girano attorno a un argomento popolare o a un volto noto dell’arte insieme a un buon lavoro di marketing. Trasformano quindi, di fatto, il visitatore in consumatore e sfruttano il “superstar effect“, ossia la reazione compulsiva del pubblico alla presenza di un artista famoso. Queste mostre, pur portando soldi nel circuito museale, non permettono però a nuovi artisti o tematiche meno battute di emergere.

Democratico e libero

Il fenomeno delle mostre blockbuster è la conseguenza dei tagli ai finanziamenti pubblici sorti negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso. Se questa tendenza nasceva per fronteggiare una difficoltà, portando comunque rimedi immediati, a lungo andare si è dimostrata una ammazza cultura.

Il Tour per intenditori punta dunque a un rinnovato e libero senso democratico nella scelta delle tematiche e degli artisti da esporre. Questo attraverso l’organizzazione di occasioni d’arte programmate, ma con argomenti più specifici o poco noti. Una controtendenza molto gradita soprattutto ai micro musei o alle case museo, schiacciati maggiormente dalla pandemia da coronavirus.

Contro il turismo di massa

Questo trend non riguarda però solo i musei, bensì abbraccia l’intero settore del turismo. Esistono infatti Tour per intenditori nel mondo della ristorazione e della gastronomia, nonché pacchetti viaggio presso luoghi culturali poco famosi o non riconosciuti UNESCO.

Proprio durante il lockdown molti musei (compresi i più grandi come il Louvre) e diversi luoghi di cultura hanno approfittato per rifarsi il look, digitalizzarsi, ridefinire gli allestimenti e i progetti turistici. Un esempio tra i tanti è il Tour per intenditori organizzato in alcune città della Repubblica Ceca. Il Castello di Helfstyn in Moravia è uno dei tanti monumenti restaurati dal Paese durante l’obbligo di chiusura da pandemia. La fortezza fa parte di un circuito turistico per “intenditori” ed è accostata a una serie di esperienze presso situazioni culturali poco glitterate ma ricche di storia locale e tradizioni.

La Repubblica Ceca non si sofferma però solo sul passato, ma propone anche tour volti alla storia contemporanea come la collezione privata delle Skoda presso la città di Mrac. Una collezione specifica e aperta al pubblico in cui è possibile ammirare le vetture sportive del marchio, dalle più antiche alle più recenti.

Questa filosofia si allaccia così al turismo sostenibile e consapevole. Il turismo di massa è dunque messo a dura prova dai nuovi metodi di fruizione della cultura, volti a restituire valore a tutto ciò che la massificazione non ha reso comune o, peggio, scontato.

Leggi anche:

Cultura in digitale: come cambia il consumo dell’arte

Sms solidali, l’idea di Touring Club per rilanciare i luoghi della cultura

Come sta cambiando il turismo a Venezia dopo la prima estate senza navi da crociera?

Smart village: ecco perché bisogna parlarne di più 

 

Condividi su:
Martina Tolaro

Martina Tolaro

Martina Tolaro, curator ed editor freelance. Ho collaborato con imprese culturali creative nazionali e artisti internazionali. Scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici