Tornano a far discutere le efficaci ma pericolose munizioni all’uranio impoverito. Alcuni governi vogliono inviarle in Ucraina insieme agli altri dispositivi d’arma per garantirne la difesa. Sono una scelta, infatti, che, per quanto legata all’efficacia contro i tank russi, è foriera di polemiche perché desta preoccupazione in quanto l’uranio impoverito è radioattivo e contaminante.

Che cos’è l’uranio impoverito

L’uranio impoverito è un sottoprodotto del processo di arricchimento dell’uranio. In pratica durante questo procedimento, che parte dall’uranio naturale, circa il 95% viene impoverito e trattato come scarto nelle centrali nucleari. L’uranio impoverito U238 è invece molto utilizzato nelle testate atomiche come involucro di metallo che aumenta l’efficacia della fissione e quindi dell’esplosione.

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L’efficacia dei proiettili all’uranio impoverito

Negli anni ’70 del secolo scorso alcune forze armate iniziarono a sperimentarlo nei proiettili perforanti contro i carri armati perché, al momento dell’impatto con le corazze dei carri, nel dardo sparato si produce una esplosione ad una temperatura, tale da fondere lo spesso strato protettivo dei tank. L’uranio fuso entra all’interno del tank e brucia, polverizza o fa esplodere tutto ciò che trova.

L’efficacia delle munizioni all’U238 è dettata anche dal fatto che come metallo è molto più resistente dell’acciaio e del titanio. Sono molti gli Stati che possiedono scorte di proiettili all’uranio impoverito: più di tutti USA, Gran Bretagna, Russia e Cina. La Nato ne ha fatto enorme uso nelle guerre del Golfo (soprattutto la prima) e nei conflitti scoppiati nei Balcani.

Come i proiettili arrecano danno alla salute

L’uranio impoverito ha un tempo di decadimento lunghissimo, pari a 4,5 miliardi di anni. Motivo per cui è stato utilizzato per datare l’età della Terra. Nonostante sia meno radioattivo dell’uranio arricchito, quello impoverito è comunque tossico e inquinante.

Oltre 235000 soldati statunitensi reduci dalla prima Guerra del Golfo ne hanno pagato le conseguenze in salute persa: decine di migliaia sono i morti dopo essere entrati in contatto con le carcasse dei tank distrutti o con l’ambiente contaminato dalle polveri radioattive dei proiettili esplosi.

 Anche l’Italia conta le sue vittime: secondo l’Associazione Nazionale Vittime dell’Uranio Impoverito al 2021 sarebbero 7600 i militari malati di cancro e 400 i deceduti a seguito dell’esposizione alle polveri contaminanti presenti nei teatri internazionali che hanno visto la presenza delle forze armate italiane.

Se buona parte dei danni è contabilizzabile dagli eserciti, l’incidenza dei danni sulle popolazioni è visibile, ma non ben accertata. Si notano, però, l’aumento dei morti, dei malati di cancro, dei linfomi e dei nati con malformazioni genetiche nelle popolazioni dei territori in cui l’uranio impoverito è stato utilizzato: soprattutto tra gli abitanti del sud dell’Iraq.

Perché l’Uranio impoverito non è ancora stato bannato

Nonostante siano altamente contaminanti, i proiettili all’uranio impoverito non sono ancora stati bannati a livello internazionale perché efficaci e dal bassissimo costo. Le risoluzioni in sede Onu, spesso promosse dagli Stati delle popolazioni colpite, hanno visto l’assenza, l’astensione o il voto contrario dei maggiori Paesi utilizzatori.

Per la messa al bando dell’uranio impoverito a scopi militari  qualcosa si è mosso a livello internazionale nonostante l’atteggiamento ostacolante o di scarso interesse mostrato dalle grandi potenze utilizzatrici. Due Stati, Belgio e Costa Rica, ne hanno vietato utilizzo e produzione. Fino al 2015 come discussione generale in sede Onu le mozioni sulle connessioni tra impatto ambientale e di salute e arma utilizzata non sono state poche.

C’è una coalizione di ben 155 Ong contro l’uranio impoverito

Una coalizione di ben 155 Ong continua a battersi per assicurare un ban completo di questo tipo di arma. In sede europea e in Irlanda si era quasi giunti al traguardo del ban, se Francia e Gran Bretagna non si fossero opposte. Per alcuni analisti un vero e proprio ban dell’Uranio impoverito arriverà solo quando altre munizioni avranno un efficacia tale da renderlo obsoleto.

Una discussione sugli effetti dell’U238 dovrà però prima o poi essere effettuata negli Stati ed in sede Onu almeno per garantire alle vittime e alle loro famiglie un sostegno che diversamente non riusciranno ad ottenere. Riguardo alla discussione sull’utilizzo in territorio ucraino la questione che ulteriormente si pone riguarda da un lato la tutela dei terreni fertili dell’Ucraina come Granaio d’Europa e, dall’altro, la garanzia della vivibilità necessaria dei territori perché esprimono una popolazione che anche l’Occidente vuole come libera e democratica.

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Pasquale De Salve

Pasquale De Salve

Sono laureato in Filosofia e scrivo per passione. Qui scrivo di ambiente, politica, diritti e qualche volta anche di altro. Cerco di intendere il mondo per quello che è, ma di utilizzare quelle poche parole che ho a disposizione perché possa migliorare. Il suo cambiamento, però, dipende dallo sforzo di ognuno di noi!

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