Proposti nuovi standard internazionali per il controllo delle spedizioni di armi durante l’ottava conferenza del Trattato sul Commercio delle Armi ATT (Arms Trade Treaty). Europa e Italia ne supportano l’implementazione. In attesa della riadesione USA, la Cina invia il suo primo report. Da più parti è giunto un appello a non vendere armi alla Russia.

Cos’è l’ATT

L’Arms Trade Treaty ATT è lo strumento delle Nazioni Unite per monitorare il commercio internazionale dei sistemi d’arma convenzionali e frenare il mercato clandestino diretto sovente verso criminalità organizzata e terrorismo internazionale. La sua finalità è contribuire alla pace, alla sicurezza,  alla stabilità internazionale e regionale e ridurre le sofferenze umane.

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L’ATT è stato adottato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 2 aprile 2013 con i soli 3 voti contrari di Corea del Nord, Iran e Siria. Il trattato è entrato in vigore il 24 dicembre 2014 con l’adesione di 50 Stati,  che ad oggi sono diventati 111.

Report poco trasparenti

I dati evidenziati nell’ottava conferenza mostrano che, al netto dell’aumento numerico degli Stati aderenti, esiste una diminuzione del tasso di universalizzazione del trattato. Dopo le ultime 4 adesioni del 2020, tra cui Afghanistan e Cina, gli ultimi 2 anni sono andati praticamente a vuoto.

C’è anche minore chiarezza nei report annuali, quelli cioè che dettagliano il commercio di armi di ogni Stato per tipo d’arma, quantità esportata e destinazione. Le ONG autorizzate a monitorare la banca dati hanno fatto notare che esiste una riduzione della percentuale dei report annuali inoltrati e un aumento di quelli di cui è vietata la pubblicazione o in cui sono stati dichiarati omessi dati per sovrapposto segreto di Stato.

Lo status dei tre big internazionali

Nonostante questi elementi critici, nel 2022 la Cina ha iniziato ad inviare all’ATT i propri report annuali. Contemporaneamente gli uffici di Ginevra attendono la lettera USA di riadesione al ATT promessa da Biden. Gli Stati Uniti avevano aderito al trattato con l’amministrazione Obama, ma, Trump ne aveva dichiarato il ritiro della firma.

Sono giunti, inoltre, molteplici inviti a non vendere armi alla Russia come disincentivo alla continuazione del conflitto in Ucraina e nel rispetto degli articoli 6 e 7 del trattato in cui si delineano proibizioni alla vendita e garanzie necessarie per un utilizzo non destabilizzante della pace e sul rispetto del diritto umanitario internazionale. Russia e Bielorussia sono l’unica parte dell’Europa geografica a non aver firmato l’ATT.

L’Europa aderisce pienamente al ATT

L’Europa politica aderisce pienamente al trattato e ne promuove l’universalizzazione. L’Unione Europea nel dibattito generale della conferenza ha incentivato l’integrazione degli strumenti per il controllo delle esportazioni di armi nella fase pre-licenza con quelli per il controllo in itinere e post consegna. Questo per evitare dispersioni e deviazioni nel mercato nero interno ed estero, che ha come effetto l’aumento degli arsenali di criminalità organizzata ed organizzazioni terroristiche.

Stati che aderiscono al Trattato ATT e Stati che lo hanno firmato

Stati che aderiscono al Trattato ATT e Stati che lo hanno firmato – Fonte ONU ATT

Le misure proposte per il controllo delle spedizioni di armi

Il Presidente della conferenza Thomas Göbel, nel documento di lavoro presentato alle rappresentanze degli Stati, ha evidenziato una serie di misure di sicurezza, che chi ha aderito al trattato dovrebbe implementare per ridurre il rischio della dispersione di armi.

Si tratta di garanzie formali da parte dello Stato importatore, obblighi di comunicazione relativi all’effettiva esportazione, screening regolare delle segnalazioni di possibili incidenti di dispersione, audizioni dei soggetti esportatori da parte delle autorità competenti dello Stato di esportazione e misure che  consentono allo Stato esportatore di ispezionare, tramite sopralluogo presso l’importatore, il materiale effettivamente esportato.

La delegazione italiana sostiene le nuove misure

L’Italia dal 2015 invia con regolarità i suoi report presso l’ATT. La delegazione italiana ha confermato il proprio supporto al documento ma anche che i sopralluoghi presso l’importatore non sono previsti dalla legge italiana. Secondo quanto dichiarato dalla delegazione di Roma, però, questo limite merita una riflessione da accostare ad un lavoro ulteriore “per lo sviluppo di standard comuni tra gli Stati”.

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Pasquale De Salve

Pasquale De Salve

Sono laureato in Filosofia e scrivo per passione. Qui scrivo di ambiente, politica, diritti e qualche volta anche di altro. Cerco di intendere il mondo per quello che è, ma di utilizzare quelle poche parole che ho a disposizione perché possa migliorare. Il suo cambiamento, però, dipende dallo sforzo di ognuno di noi!

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