Dopo un consistente attacco missilistico russo all’Ucraina e l’esplosione di un razzo errante su territorio polacco, la Nato argina il pericolo di una escalation in attesa di una finestra invernale utile invece per eventuali trattative di pace.

Un missile “errante” finito in Polonia, la grande paura del 15 novembre

Nottata di paura per l’intero pianeta dopo che un piccolo villaggio polacco ai confini con l’Ucraina ha subito una esplosione successivamente attribuita a un “razzo errante” in relazione all’ondata massiva di missili lanciati dalla Russia in Ucraina il 15 novembre.

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Il missile caduto nella zona di Przewodow sul confine tra Polonia e Ucraina ha provocato due morti. È il primo evento di questa guerra che vede direttamente coinvolto il territorio di un Paese Nato.

Il fatto ha scatenato un clima di paura per il rischio di un coinvolgimento diretto nella guerra in Ucraina del Patto Atlantico. La successiva escalation, infatti, avrebbe portato il mondo verso un conflitto globale dagli esiti più che prevedibili.

La Polonia attiva l’articolo 4 del trattato Nato

Le reazioni composte della Polonia e dei Paesi Nato sin dai primi istanti hanno mitigato la gravità del rischio. In coerenza con l’approccio descritto nell’Articolo 1 del trattato atlantico, che invita le parti “a comporre con mezzi pacifici qualsiasi controversia internazionale in cui potrebbero essere coinvolte”, la Polonia ha richiesto l’attivazione dell’articolo 4. Questo prevede consultazioni “ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata”.

Gli Usa hanno spalleggiato l’azione di Varsavia focalizzando l’attenzione sulla necessità di capire l’accaduto senza giungere a conclusioni pericolose e affrettate. A indagini avviate, per Pentagono e autorità polacche sembra quasi certo che il missile errante appartenga alla contraerea antimissile ucraina S300. La questione si pone, quindi, come effetto collaterale del conflitto in corso più che come un attacco diretto ad un Paese Nato.

Per il segretario generale dell’alleanza atlantica Jens Stoltenberg infatti il missile, che ha disgraziatamente procurato la morte di due contadini, non è russo ma è comunque in maniera indiretta colpa della Russia.

Se scatta l’articolo 5 del trattato si è automaticamente in guerra?

La pericolosità dell’incidente è stata ridimensionata nel immediato rischio di escalation, ma, per un’intera giornata ha tenuto il mondo con il fiato sospeso. Persino su Twitter l’hashtag più utilizzato è diventato #WWIII. C’è stato il timore che il missile errante esploso in Polonia stesse per provocare l’attivazione del ben più preoccupante articolo 5 del trattato atlantico che rende la risposta armata possibile.

Bisogna aggiungere che anche nel caso di attivazione dell’articolo 5, nonostante sia possibile e probabile l’azione armata, questo dipenderebbe tanto dall’interesse generale dei Paesi aderenti al trattato di utilizzare il ‘“ivi compreso uso della forza armata”.  Ipotesi, questa, attuabile tra l’altro calibrando la risposta sulle dimensioni dell’eventuale attacco subito.

Con l’inverno una finestra utile per trattare la pace

Tutti i Paesi Nato si sono dichiarati pronti a difendere il territorio dell’Alleanza Atlantica e hanno dimostrato la propria vicinanza alla Polonia, ma affermando preoccupazione e prudenza. Non si può generare una escalation del conflitto proprio mentre si tenta di fermarlo.

Il mondo diplomatico durante il G20 si è impegnato anche nel tentativo di contenere il conflitto per arrivare a una sua cessazione. Da parte ucraina, c’è la convinzione che  questo difficilmente potrà accadere tramite un semplice cessate il fuoco.

C’è però da registrare un chiaro invito da parte statunitense a Zelensky, che a Bali ha presentato i dieci punti per aprire negoziati, a ipotizzare richieste più realistiche (si lascia la Crimea sotto controllo russo) da porre per eventuali trattative.

C’è da intendere adesso se esistano margini di manovra per reimpostare una trattativa senza rischiare di perdere la finestra invernale che rallenta le azioni militari ed evitare di arrivare ad una primavera invece particolarmente infuocata.

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Pasquale De Salve

Pasquale De Salve

Sono laureato in Filosofia e scrivo per passione. Qui scrivo di ambiente, politica, diritti e qualche volta anche di altro. Cerco di intendere il mondo per quello che è, ma di utilizzare quelle poche parole che ho a disposizione perché possa migliorare. Il suo cambiamento, però, dipende dallo sforzo di ognuno di noi!

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