Parlare di alimentazione e di dieta, oggi, significa davvero – fuor di metafora – sfondare una porta aperta. Il tema è nevralgico e all’ordine del giorno sulla maggior parte dei media: le informazioni in merito, decisamente, abbondano. Quantità, però, non significa qualità.

Da professionisti dell’informazione, su tematiche all’ordine del giorno (e ampiamente cercate dai lettori) come alimentazione e diete, abbiamo un problema e lo capiamo solo se ci mettiamo dal punto di vista “giusto”: quello del lettore.

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Su internet, le informazioni abbondano. Basta provare a fare una rapida ricerca utilizzando le giuste parole chiave, per rendersene conto. Il problema, in fondo, è proprio questo: la quantità. Le informazioni sono troppe e spesso e volentieri, fanno a pugni le une con le altre. Se proviamo a impostare la navigazione in incognito (perché non emergano le nostre ricerche precedenti) tra i primi risultati, ci sono le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, quelle del Ministero della Salute e le pagine di alcuni siti per la ricerca contro il cancro ma anche tantissimi siti di liberi professionisti che evidentemente – grazie a un buon lavoro sulla SEO – sono riusciti a balzare in testa ai risultati selezionati da Google. E’ la legge dell’algoritmo.

Cosa significa questo, dal punto di vista dell’utente? Provo a capirlo proprio mettendomi nei panni di qualsiasi internauta. Da una parte, leggerò tutto e il contrario di tutto, dall’altra rischierò che mi capitino sott’occhio soprattutto risultati di Sponsorizzate o di professionisti con una visione molto parziale su un tema ampio e complesso come l’alimentazione. Questo, se faccio una ricerca tramite navigazione in incognito. Se invece, come la maggior parte degli utenti, imposto una “normale” ricerca che tenga conto delle mie navigazioni precedenti, i risultati rischieranno di essere ancora più parziali. Voglio dimagrire e ho cercato su Google la keyword “prodotti per dimagrire”? Finirò solo per trovare diete dimagranti e perderò di vista il significato reale della parola “dieta” stessa, che in realtà significa semplicemente “modo di vivere” (in senso etimologico). E “modo di vivere sano” in senso più ampio.

Confusione e proliferare di fake news sono il risultato di questa situazione. Un’evidenza che risulta particolarmente grave se consideriamo, poi, l’aumento di problemi alimentari. Soprattutto fra i giovani, cioè (partendo sempre dal nostro punto di vista di noi professionisti dell’informazione) all’interno della fascia più fragile di lettori e di internauti. Quelli che rischiano di essere più spesso vittime di disinformazione e di fake news.

In sintesi: manca un punto di vista lucido e oggettivo che sia in grado di posizionarsi in testa alle richerche degli utenti. Usando non solo il megafono dei media tradizionali, ma anche i social (soprattutto quelli frequentati dai più giovani) e facendo uso – senza snobismo ideologico – delle stesse tecniche SEO usate da molti professionisti per mettersi in luce.

Manca un’ortodossia – il termine mi piace poco, ma in questo caso serve – che, al di là delle opinioni e dei diversi e legittimi punti di vista, parta dal lavoro degli enti più accreditati per aiutare i lettori a orientarsi.

Manca un sistema di strumenti e di bussole efficaci o meglio: questo sistema esiste ma (alla luce dei risultati che emergono sul più vasto e più fruito campo di ricerca attuale, l’universo internet) non hanno la giusta rilevanza. Sta a noi giornalisti lavorare in questa direzione.

E’ proprio partendo da questi presupposti che abbiamo deciso di offrire ai nostri lettori un’inchiesta che parla di dieta e di alimentazione e che lo fa dal punto di vista di uno degli strumenti attualmente più aggiornati e accreditati: le Linee guida italiane per una sana alimentazione, studiate e messe a punto dal CREA.

In questa inchiesta, parliamo di alimentazione e di fake news. Della validità o meno di diete proteiche. Di demonizzazione dei carboidrati. Di grassi e di alcol. Ma soprattutto, cerchiamo di fornire ai lettori un punto di vista oggettivo, professionale, libero da sponsorizzate e da altri fattori distorsivi. Un’ortodossia (la parola continua a non piacermi, ma continuo a usarla per necessità) che poi si può anche scegliere di abbandonare. Facendolo, però, a ragion veduta e con i giusti strumenti a disposizione per sapere da dove partire.

Tutti gli articoli dell’inchiesta:

Sana alimentazione: per dimagrire non esistono diete miracolose. Gli strumenti giusti per orientarsi

Dieta e alimentazione: alcune fake news da smentire subito

Ecco gli alimenti che dovremmo consumare di più per avere una dieta equilibrata

Una alimentazione sana passa dalla riduzione di grassi e alcol

Quanto fanno (davvero) bene dieta chetogenica e abbondanza di proteine?

Un punto di vista diverso sull’alimentazione. Ne parliamo con la dott.ssa Valeria Galfano

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Martina Fragale

Martina Fragale

Giornalista pubblicista dal 2013 grazie alla collaborazione con BuoneNotizie.it, di cui oggi sono direttrice. Mi occupo di temi legati all’Artico e ai cambiamenti climatici; come docente tengo corsi per l’Ordine dei Giornalisti e collaboro con l’Università Statale di Milano.

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