Se usata in modo intelligente, la tecnologia può diventare fondamentale per la sicurezza sul posto di lavoro.

Siamo vicini a una svolta nell’ambito della sicurezza sul posto di lavoro. Se usati in modo intelligente, alcuni strumenti, integrati con l’intelligenza artificiale, potrebbero salvaguardare la sicurezza negli ambienti lavorativi più rischiosi. La tecnologia dunque potrebbe salvare delle vite nelle fabbriche, nelle industrie, nei cantieri e in tutti quei luoghi che registrano annualmente numeri di vittime troppo elevati.

I sistemi che prevedono gli incidenti

In Italia sono ancora pochi gli investimenti finalizzati alla prevenzione degli incidenti sul posto di lavoro. Molte realtà si stanno adoperando al fine di immettere sul mercato una tecnologia capace di ridurre al minimo le morti bianche. Tutte le innovazioni si baseranno sulla predizione.

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Attraverso algoritmi specifici, è possibile creare sistemi predittivi che possano intervenire in anticipo in caso di incidente. Perciò se usata in modo intelligente, la tecnologia può fungere da sistema di individuazione e avvertimento del rischio, prima che questo si trasformi in incidente.

La sicurezza made in Italy

Gli imprenditori Giulia Baccarin e Giovanni Presti sono alla guida di Mipu, gruppo aziendale che ha l’obiettivo di portare la predizione nelle fabbriche, valorizzandole in termini di sicurezza ed efficienza. La risposta di Mipu agli incidenti è l’intelligenza artificiale.

L’azienda si divide in Mipu Machine Care che si occupa di manutenzione predittiva, Inspiring Mipu che si occupa di creare le tecnologie alla base delle proposte teoriche. Le due realtà hanno già fornito uno strumento, il Wi-Care, sensore in grado di raccogliere dati durante l’utilizzo di un macchinario (es. vibrazioni, temperatura) grazie all’intelligenza artificiale. Una volta assorbite le informazioni necessarie, Wi-Care entra in funzione, riuscendo a predire un’anomalia nel funzionamento della macchina ed evitando a tutti gli effetti un incidente potenzialmente grave. Inoltre è in grado di prevenire i guasti, così da rappresentare anche un beneficio economico per la fabbrica, che non dovrà bloccare la produzione.

Smart Track è una startup innovativa ligure che ha sviluppato una piattaforma, basata sull’IA, in grado di proteggere i lavoratori. Si basa su sensori e dispositivi indossati dagli operatori in situazioni di rischio chiamati WeTAG. Gli strumenti possono prevedere le emergenze e minimizzare i tempi di risposta. I dispositivi indossati comunicano con dei sensori in grado di localizzare l’emergenza. WeTAG è un sistema automatizzato che permette di garantire un più semplice e rapido intervento in caso di incidente sul posto di lavoro. Qualora il dispositivo individuasse dei valori fuori dalla norma rispetto al normale contesto lavorativo, si attiverebbe il segnale di localizzazione per un soccorso tempestivo da parte di chi di dovere.

Gli investimenti italiani per valorizzare la sicurezza sul posto di lavoro

Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha suggerito un piano pluriennale di prevenzione degli incidenti sul lavoro e delle morti bianche. Si stanno stanziando fondi per ingaggiare 2100 ispettori in più che si occuperanno dei controlli. Qualsiasi carenza di misure di sicurezza verrà sanzionata duramente. Senz’altro è importante dare una spinta in questa direzione e risanare l’organico. Altrettanto importante è prendere atto del fatto che più controlli non basteranno per raggiungere l’obiettivo comune di rendere i luoghi di lavoro sicuri al cento percento.

Quello tra ministri, sindacati e regioni è un lavoro di squadra iniziale per sensibilizzare al tema del lavoro sicuro. Sarà inevitabile l’incontro con la tecnologia per rendere solidi, applicabili e proficui i piani nazionali di prevenzione della sicurezza sul posto di lavoro.

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Flavia Santilli

Flavia Santilli

Studio presso l'Università degli Studi de L'Aquila. Ho collaborato con diverse testate. Sportiva agonista e istruttrice di nuoto. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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