Il senso di colpa è un’emozione abbastanza comune che insorge quando si ritiene di aver fatto qualcosa di sbagliato secondo le regole morali ed etiche apprese nel corso della vita. Non è un’emozione innata, ma sviluppatasi nelle società arcaiche quando hanno cominciato a dotarsi di strumenti di autogoverno in grado di convogliare l’istinto primordiale e animalesco dell’uomo verso una dimensione più razionale e civile, basata su codici morali di comportamento collettivo e su un sistema di valori e credenze nel quale la comunità si identifica e riconosce.

Nel complesso, quindi, il senso di colpa è un’emozione positiva che permette di mettersi in gioco, sbagliare e migliorare, nonché sviluppare un giudizio razionale e oggettivo che, attraverso il rispetto di codici, leggi, regole e divieti, favorisce la crescita personale e il progresso sociale e spirituale di ogni individuo.

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La situazione cambia se il senso di colpa non deriva da un errore grave o da un comportamento non consono, ma da una sensazione soggettiva di dispiacere che si prova per azioni o pensieri ritenuti sbagliati dal singolo ma normali per la collettività. Lo stesso vale quando ci si scusa troppo, anche per delle piccolezze o quando ci si sente colpevoli per errori che si potrebbero commettere, ancora prima di agire.

In questi casi si parla di senso di colpa patologico, un’emozione negativa che mette a rischio la propria salute mentale e fisica generando depressione, ansia o altre problematiche a livello corporeo. Per evitare che ciò accada bisogna fare un importante lavoro di auto-riflessione e auto-consapevolezza, da soli o rivolgendosi a un professionista nei casi più gravi.

Senso di colpa patologico: quando si verifica?

Quando si sbaglia non bisogna abbattersi, piuttosto far tesoro dei propri errori e affrontarli per imparare, crescere e andare avanti. Spesso, però, questo non accade e la mente resta ferma all’errore continuando a rivangare quanto successo e riattivando, di volta in volta, le emozioni negative che ne derivano, in tal caso si parla di senso di colpa patologico.

Lo stesso vale quando ci si sente in colpa per una situazione immaginaria che non trova riscontro nella realtà, quando ci si focalizza sulle conseguenze di un ipotetico errore o quando si pretende troppo da se stessi, auto-convincendosi di essere inattaccabili sia nella vita di tutti i giorni che sul lavoro: non essere sempre al meglio o non riuscire ad aiutare il prossimo non vuol dire deresponsabilizzarsi, ma significa semplicemente essere razionali e concreti. È importante, infine, tenere a mente che tutti sbagliano e che non bisogna farsi influenzare dall’umore altrui con il rischio di sentirsi in colpa per errori non propri.

L’impatto sulla salute fisica e mentale

Quando il senso di colpa è perseverante e sottopone costantemente a giudizio ogni azione o pensiero, anche la salute psico-fisica è a rischio: quest’emozione non insorge mai da sola, ma è sempre accompagnata da sentimenti di bassezza morale, incapacità e inadeguatezza. Di conseguenza, sia il tono dell’umore che le proprie difese immunitarie si abbassano: avere una percezione esplicita dei propri errori può provocare disagi di natura psichica come depressione e ansia, mentre non averne consapevolezza rischia di creare problematiche fisiche come colite, cefalea da riposo o diarrea.

Come superare il senso di colpa patologico

Il primo importante passo per superare il senso di colpa patologico è rendersi conto del proprio disagio. Bisogna, poi, fare i conti con se stessi e auto-convincersi che la felicità e il benessere altrui non sempre dipendono dalle azioni del singolo e che un pensiero, seppur sbagliato, resta pur sempre qualcosa di astratto senza alcun riscontro nella realtà.

È necessario ricordarsi, inoltre, che ogni errore deve essere razionalizzato e associato all’idea che, nonostante tutto, si è dato il massimo e che sbagliare fa parte della vita e rappresenta uno dei modi più efficaci per crescere e imparare.

Bisogna tenere ben presente anche che il senso di colpa patologico, nella sua connotazione più negativa, può provocare delle fragilità emotive superabili solo l’aiuto di un professionista: seguire una terapia psicologica può aiutare a scavare profondamente dentro se stessi e capire realmente quale sia l’origine di questa emozione e come combatterla.

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Brunella Mascolo

Brunella Mascolo

Logopedista e aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al progetto formativo realizzato dall'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo. Come professionista sanitario, nonché persona molto empatica e introspettiva, scrivo principalmente di tematiche inerenti alla crescita personale e alla prevenzione e alla tutela della salute e del benessere mentale.

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