La scorsa settimana siamo arrivati qui: “Riconoscerti responsabile delle tue emozioni e nello stesso tempo, chiedere aiuto all’altro nel limitare quei comportamenti che ti disturbano.” Oggi, con la nostra consueta rubrica del giovedì, proviamo a fare qualche altro passo avanti.

Cosa sono i triggers e che impatto hanno sulle tue emozioni

Significa avere una consapevolezza di quali sono i tuoi triggers ed essere in grado di disinnescarli sempre più spesso e sempre più velocemente.

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Triggers sono quegli interruttori che ti fanno reagire al posto di agire.

Possono essere delle parole, dei modi di fare che richiamano in te stati d’animo e situazioni indesiderate o infelici o dolorose vissute nel passato che hanno ancora un potere emotivo su di te.

In coppia può capitare che un comportamento simile a quello del partner precedente, che ti aveva ferito, ti faccia reagire in modo spropositato col compagno attuale.

Quando accade ciò, che è importante è fare autoanalisi e rendersene conto e allenarsi a sciogliere questo ancoraggio imparando a distaccarsi emotivamente dalle esperienze passate.

In pratica, si tratta di riuscire a riconoscere la ferita, prendersene cura affinché si rimargini e limitare o eliminare quella reazione nel presente.

E per farlo, ciò che aiuta è anche comunicare l’emozione che quel comportamento genera in te.

Spiegare che ti sei resa conto che hai reagito in modo spropositato chiedendo consapevolmente aiuto quando ricapiterà.

Nel nostro rapporto con l’altro, il punto non sta tanto nel pretendere che il nostro interlocutore elimini quel comportamento, perché questo significherebbe bypassare il problema, ma aiutando l’altra persona, con toni e modi pacati, a riconoscere il trigger e disinnescarlo.

Aspettative o catene emotive? Ecco cosa c’è alla base di tanti triggers

Se mi hai seguita fino a qui avrai già capito che queste dinamiche accadono anche con tuo figlio, vero?

Ci saranno comportamenti che trovi irritanti, ci saranno momenti in cui reagisci al suo modo di fare o al suo stato d’animo invece di rimanere neutra.

A volte ciò dipende dal fatto che tuo figlio disattende le aspettative che hai nei suoi confronti, e che è bene ti impegni a limitare ed eliminare il più possibile. I figli sono esseri umani liberi, con una loro identità, il nostro compito è aiutarli a far emergere ed esprimere se stessi: non cercare di modellarli perché siano ciò che il genitore vuole o non è stato.

Altre volte può capitare anche che i comportamenti di tuo figlio accendano dei triggers dentro di te.

Come ti ho detto in passato, nei primi 6 anni di vita ciò che un bambino vive resta prevalentemente nella sfera inconscia perché non si sono ancora sviluppati i filtri cognitivi e percettivi.

Per questa ragione, è bene fare attenzione e mantenere la consapevolezza delle parole che si dicono e dei propri comportamenti.

Perché come tu li hai appresi in modo inconscio da tuoi genitori o dalle figure di accudimento primarie, così succede che i tuoi figli li apprendano da te.

Un consiglio? Puoi evitare di associare un determinato comportamento alla sua identità, per esempio.

Evitare di dire cose spiacevoli durante un picco emotivo, una crisi, quando tuo figlio ha più bisogno di supporto, rassicurazione ed è più fragile.

Ed è sempre per questo motivo che è importante che in famiglia impariate a comunicare le vostre emozioni e a disinnescare triggers del passato.

Solo così si può evitare di tramandare comportamenti tossici e tagliare le catene emotive che ti legano al passato impedendoti di vivere al meglio il tuo e il vostro presente.

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Sara Propoggia

Sara Propoggia

Sara Propoggia, sono una Parent Coach: facilito la vita ai genitori che scelgono la consapevolezza e agiscono per creare un mondo pacifico e armonico, un giorno alla volta.

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