Attualmente, il 17% della popolazione mondiale soffre di Disturbo Post Traumatico da Stress o PTSD. Si tratta di una malattia mentale cronica che insorge in seguito a esperienze traumatiche di vario tipo e che genera un forte impatto, sia sociale che economico-sanitario, sulla vita di un individuo.

Un recente studio condotto dai ricercatori del Centro di riferimento per le Scienze Comportamentali e la Salute Mentale dell’Istituto Superiore di Sanità ha evidenziato la presenza di un possibile marcatore di suscettibilità a questo disturbo. Si tratta della proteina ematica MECP2, la cui carenza nel sangue può determinare un aumento del rischio di sviluppare il PTSD, soprattutto in persone che, durante l’infanzia o l’adolescenza, hanno vissuto particolari esperienze avverse o traumatiche.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Tali risultati suggeriscono come la regolazione dell’espressione di MECP2 possa rappresentare un meccanismo chiave sia nella patogenesi del PTSD che nella definizione di nuove strategie preventive.

Disturbo Post Traumatico da Stress: definizione, sintomi e conseguenze

Il Disturbo Post Traumatico da Stress o PTSD è un disturbo mentale cronico che insorge entro tre mesi dall’esposizione, diretta o indiretta, a un evento traumatico, cioè a una situazione non comune che rappresenta una minaccia per la sopravvivenza, come guerre, gravi lesioni fisiche, stupro, abuso sessuale, violenze fisiche e psicologiche, gravi incidenti stradali, catastrofi naturali, torture o genocidio.

I sintomi e le manifestazioni cliniche del PTSD sono molto variabili e condizionano in modo rilevante la qualità di vita di chi ne soffre, tra questi ci sono sogni e ricordi spiacevoli, ricorrenti e involontari, reazioni fisiche a fattori scatenanti che rievocano l’accaduto e reazioni dissociative o flashback dove chi è coinvolto sente o agisce come se il trauma si stesse ripresentando.

Sono comuni, inoltre, l’evitamento di stimoli rievocativi il trauma o di persone, luoghi e conversazioni che suscitano ricordi, pensieri o sentimenti collegati all’evento, l’incapacità di ricordare aspetti importanti dello stesso e la persistenza di convinzioni negative su se stessi e sugli altri.

Si hanno anche pensieri distorti sulle cause o sulle conseguenze del trauma, emozioni negative, marcata riduzione d’interesse o di partecipazione ad attività quotidiane, sentimento di estraneità o di distacco verso il prossimo, incapacità di provare emozioni positive.

Subentrano, infine, forte irritabilità ed esplosioni improvvise di rabbia, comportamenti spericolati, autolesivi od orientati al suicidio, l’aumento dell’allerta e della vigilanza, l’esagerata risposta d’allarme a stimoli innocui, problemi di concentrazione, insonnia e ansia.

Prevenzione del Disturbo Post Traumatico da Stress: il ruolo della proteina MECP2

Foto di Juan Pablo Serrano Arenas da Pexels

Insorgenza e prevenzione del PTSD: l’importanza della proteina MECP2

A luglio 2023, sulla rivista specializzata Translational Psychiatric è stato pubblicato lo studio Methyl-CpG binding protein 2 expression is associated with symptom severity in patients with PTSD in a sex-dependent manner, condotto dai ricercatori del Centro di riferimento per le Scienze Comportamentali e la Salute Mentale dell’Istituto Superiore di Sanità.

L’indagine ha lo scopo di approfondire il legame tra il Disturbo Post Traumatico da Stress e la proteina MECP2 o Methyl-CpG binding protein 2, indispensabile per il corretto funzionamento delle cellule nervose.

Nello specifico, analizzando i livelli ematici di MECP2 in 63 persone clinicamente sane, è stato dimostrato che questa proteina, oltre a essere coinvolta nel neurosviluppo, svolge un ruolo fondamentale nel definire l’influenza dell’ambiente sull’organismo.

Questo si verifica soprattutto nei processi che predispongono all’insorgenza di psicopatologie dovute all’esposizione a eventi stressanti. Nel sangue di 132 soggetti con PTSD si sono riscontrati, infatti, bassi livelli della proteina MECP2, indirettamente proporzionali alla gravità dei sintomi del disturbo: minore è la presenza di MECP2, più gravi risultano tali sintomi.

Nel loro insieme – spiegano i ricercatori alla rivista scientifica – i nostri studi forniscono una sostanziale indicazione che la ridotta espressione ematica del fattore epigenetico MECP2 indichi una aumentata vulnerabilità allo sviluppo di disturbi legati allo stress, incluso il disturbo da stress post-traumatico. Questa associazione si riscontra specialmente in persone di sesso femminile, più vulnerabili al disturbo da stress post-traumatico e sembra essere mediata dalla qualità delle prime esperienze di vita”.

Da questi risultati emerge come la regolazione dell’espressione di MECP2 può rappresentare un meccanismo chiave, sesso-specifico, nella patogenesi del DSPT. “Ulteriori studi finalizzati ad approfondire i meccanismi alla base di questa associazione potranno svelare nuovi bersagli per l’implementazione di interventi preventivi personalizzati” ha dichiarato, infine, l’Istituto Superiore di Sanità.

Leggi anche:

Salute mentale e adolescenza. Il Progetto WITHYOU di Unicef

Training autogeno e salute mentale. Un ulteriore aiuto contro ansia e depressione

Terapia EMDR per risolvere i traumi: più di 15.000 professionisti formati in Italia

Condividi su:
Brunella Mascolo

Brunella Mascolo

Logopedista e aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al progetto formativo realizzato dall'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo. Come professionista sanitario, nonché persona molto empatica e introspettiva, scrivo principalmente di tematiche inerenti alla crescita personale e alla prevenzione e alla tutela della salute e del benessere mentale.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici