La trasformazione digitale ha subito una notevole spinta a causa della pandemia. Sicuramente uno dei settori più colpiti da questa accelerazione è l’ambito lavorativo: stando alle stime di Manpower più dell’80% dei datori di lavoro ha incrementato la digitalizzazione in risposta al COVID-19.

La trasformazione digitale ridisegna il mondo del lavoro

Durante i lockdown, la riorganizzazione delle modalità di lavoro ha portato i lavoratori a riscoprire il valore del tempo e delle relazioni, con la conseguente aspirazione a godere di maggior flessibilità e autonomia. Abbiamo già parlato di come ricerche di settore abbiano descritto con il termine Great Resignation la tendenza ad abbandonare le vecchie professioni per cercarne altre più congeniali al raggiungimento della soddisfazione personale, soprattutto con riferimento al continente americano.

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La trasformazione digitale ha velocizzato il cambiamento e lo sviluppo di nuovi trend. Ritrovate consapevolezze guidano i lavoratori nella ridefinizione delle loro priorità. Nel suo studio “21 Tendenze per il 2021: la trasformazione dei Talenti e del Futuro del Lavoro”, Manpower ha dato a questo processo il nome di Great Realization, per bilanciare la tendenza precedente sopradescritta e indicare l’atteggiamento di chi è alla ricerca di condizioni che migliorino il proprio stile di vita. Infatti, stando all’indagine, oggi 2 intervistati su 3 vogliono lavorare per aziende che hanno i loro stessi valori.

Il benessere e la motivazione personale sono due grandi fattori di cambiamento. La trasformazione digitale sta favorendo il passaggio da una concezione del lavoro poco dinamica a una più flessibile a misura del lavoratore, infatti il 49% dei dipendenti cambierebbe organizzazione per ottenere maggior benessere. Se da un lato la trasformazione digitale ha facilitato il lavoro ibrido, permettendo una migliore conciliazione tra vita privata e lavorativa, è anche vero che essa necessita l’acquisizione di nuove skill, il cosiddetto upskilling, o l’aggiornamento delle vecchie competenze, in gergo reskilling. 

Il cambiamento richiede responsabilità

La personalizzazione dei percorsi lavorativi, lo sviluppo di nuove politiche aziendali e l’adattamento ai cambiamenti procedono di pari passo con la trasformazione digitale di interi settori della vita sociale, basti pensare a cosa è avvenuto con la didattica a distanza durante la pandemia o con le applicazioni del digitale nello smart working.

La rapidità dei processi e l’impatto sempre crescente delle tecnologie necessitano di una sinergica strategia di interventi, che coinvolga dipendenti, clienti, business model e datori di lavoro. È necessario dunque che alla trasformazione digitale si accostino figure dotate di capacità umane che permettano di governare il cambiamento. Sarà dunque doveroso riconoscere, tutelare e promuovere i talenti presenti nelle organizzazioni.

La trasformazione digitale pone queste sfide a quanti sono impegnati in quella che si configura come una vera e propria rivoluzione, che deve essere accompagnata da nuove consapevolezze e crescenti responsabilità che ridefiniscano il rapporto uomo contesto. I nuovi modelli di business devono intrecciarsi con la valorizzazione delle risorse umane. Il futuro ha il volto del digitale ma dal cuore umano.

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Giacomo Capodivento

Giacomo Capodivento

Insegno religione dal 2012. Laureato in Comunicazione e Marketing e studente in Comunicazione e innovazione digitale. Per me occuparmi di comunicazione è una questione politica. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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