Capire il significato di populismo è utile per comprendere meglio i doni del progresso.

Dall’Illuminismo in poi, il progresso ha permesso di ottenere numerosi vantaggi. Basti pensare alle sfide vincenti della scienza, alla realizzazione del vaccino anti-Covid-19 in tempi record, alla vastità della conoscenza, alla realizzazione dell’epoca più pacifica della storia, alla diffusione planetaria della democrazia e alla scoperta della cura per l’epatite C, giusto per fare qualche esempio. Tutti questi progressi sono messi in discussione dal populismo autoritario, di destra o di sinistra che sia. Ma qual è (esattamente) il significato di populismo?

Il significato di populismo

Secondo il dizionario il Sabatini Coletti, il populismo è un «Movimento rivoluzionario russo della fine del sec. XIX, che propugnava l’emancipazione delle classi contadine e dei servi della gleba attraverso la realizzazione di una sorta di socialismo rurale». In senso lato, spesso il populismo si traduce nell’«atteggiamento demagogico volto ad assecondare le aspettative del popolo, indipendentemente da ogni valutazione del loro contenuto, della loro opportunità».

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Secondo la visione del populismo, la conoscenza non è all’origine del progresso. Di conseguenza, chi condivide questo tipo di visione spesso ha sfiducia nel progresso, trascurando il benessere umano in senso globale. Ecco, dunque, qual è il vero significato di populismo: la critica aprioristica di esperti (concepiti come élite) e delle idee illuministiche come la libertà di parola e la verifica delle affermazioni. Nonostante questo, però, non c’è motivo di credere che il progresso possa fermarsi. Questo perché è andato avanti per secoli.

Alcuni esempi dal mondo per capire meglio il significato di populismo

Cosa significa, in concreto, il populismo? Per capirlo, prendiamo in esame alcuni partiti di tre Paesi diversi, accomunati dal loro definirsi populisti. In tutti e tre i casi, l’elemento comune è rappresentato dal fatto di parlare “alla pancia” degli elettori, cioè ai loro sentimenti. In poche parole, questi partiti si sono fatti guidare dalle convinzioni e, anche, dalle false credenze dei cittadini.

Il significato di populismo in America

Negli USA, questo è accaduto durante le elezioni americane del 2016. In quel momento, il partito populista guidato dall’ex-Presidente Donald Trump ha raccolto in maniera illecita una grande quantità di dati – i cosiddetti big data – che gli elettori statunitensi hanno lasciato sui social network nel corso del tempo. Ha avuto, così, origine lo scandalo Cambridge Analytica. Questi dati si riferivano infatti ai gusti (i “Mi piace” su Facebook, ad esempio), alle preferenze e, soprattutto, alle insicurezze e false credenze dei soggetti considerati come campione. Il partito populista di Trump è andato avanti guidato non dalla conoscenza, dalla scienza e dal progresso, ma dalle convinzioni degli elettori. Ne sono esempi le passate dichiarazioni di Trump sull’inesistenza dei cambiamenti climatici. Ragion per cui, ad esempio, l’ex presidente americano non ha intrapreso una politica verde durante il suo mandato. Questo nonostante gli appelli della scienza in tale direzione.

La versione spagnola del significato di populismo

Anche in Spagna è riscontrabile un comportamento simile. Basti pensare al partito populista Podemos. Così come sostenuto dall’Istituto Affari Internazionali, questo partito è uno «“stato d’animo”. Un gruppo di politologi che hanno saputo parlare alla pancia della gente, capitalizzando il malessere causato dalla crisi economica e dalla sfiducia verso una classe politica ormai considerata vecchia e corrotta (“no nos representan”)». Inoltre, sempre secondo questa fonte, il carattere populista del partito sta nell’aver contrapposto nettamente, in due schieramenti frontali, i suoi sostenitori alla casta delle élite. Podemos, quindi, si mostra come l’unico punto di riferimento per tutta quella parte della società che è contraria al potere costituito. Anche in questo caso, tale partito è guidato da ciò che sostiene “la gente” e non la scienza o il progresso.

I vantaggi del populismo

Uno dei vantaggi del populismo è incentivare l’investimento del denaro nel proprio Paese, ad esempio per migliorare le infrastrutture e per stimoli di carattere fiscale. In questo modo, si passa da una politica monetaria incentrata sulle banche centrali a una gestita direttamente dal proprio governo. A livello elettorale, invece, il vantaggio è una maggiore, seppur non consistente, affluenza alle urne. A proposito di elezioni, il populismo sostiene l’affermazione della democrazia diretta, in cui le decisioni sulle leggi e sulle politiche del governo sono prese direttamente dai comuni cittadini.

Il significato del populismo, quindi, è ridare voce al popolo, eliminando le vecchie idee dell’élite corrotta, con cui non ci si riconosce più. In questo modo, si rinnova la democrazia e si restituisce il potere alle persone. Il vantaggio di tutto questo è rendere più attiva e partecipativa la vita politica dello Stato. Secondo il Guardian, il populismo è utile per rendere più vitale la politica moderna.

E gli svantaggi

Parlando di svantaggi, invece, ci sono alcune considerazioni da fare. Secondo Debating People, le soluzioni che il populismo intende realizzare, se sono efficaci nell’immediato, non lo sono altrettanto già nel medio termine. Il suo pensiero è ancorato al passato e, pertanto, non accetta in maniera positiva il progresso e i suoi benefici. Inoltre, tende a considerare l’altro come diverso, stigmatizzandolo come nemico interno o esterno e, quindi, come capro espiatorio. Come è accaduto nel corso della storia, anche contemporanea, secondo Debating People questo modo di fare politica potrebbe anche portare alla dittatura e alla guerra. Inoltre, il populismo tenderebbe a utilizzare strumentalmente la paura verso il capro espiatorio per mettere a tacere chi si oppone alle proprie idee.

Le alternative al populismo

Dunque, come si è potuto constatare, il partito populista nasce come una modalità per rispondere a ciò che non va in ambito politico e sociale. Eppure, ci sono diverse alternative per risolvere i problemi, senza ricorrere al populismo. Innanzitutto, non bisogna puntare a risolvere l’insicurezza economica, perché non è questo l’elemento che ha dato origine al populismo, quanto piuttosto ragioni di tipo culturale. Questo in quanto il populismo si fonda su un ipotetico ritorno al passato, cioè a un’epoca precedente a quella attuale nella quale non ci si riconosce più, perché i valori e i riferimenti sono cambiati.

Pertanto, è utile non estremizzare la retorica, il ricorso ai simboli e la politica dell’identità.

Il ruolo dei media nella diffusione del populismo

È opportuno, inoltre, un nuovo modo di comunicare da parte dei media. In particolare, serve un giornalismo che unisca la reputazione dei candidati politici a ciò che di buono hanno realizzato, senza focalizzarsi troppo sui loro spropositi. Infatti, i media hanno sostenuto indirettamente i populisti presentando la realtà  esterna come più catastrofica e in decadenza di quanto sia effettivamente. In questo modo, seguendo questo tipo di visione, solo una svolta autoritaria potrebbe sovvertire lo status quo. Perciò, se viene raccontata questa distopia di un Paese alla deriva, cosa può trattenere dal sostenere il populismo?

Per questo e per realizzare delle alternative al populismo e al suo significato, è utile un giornalismo più equo e costruttivo che racconti sia ciò che non va, sia quanto di buono si sta facendo per risolvere i problemi. Si scopre, così, una realtà da sempre sotto i propri occhi ma di cui non ci si era mai accorti. Una realtà di benessere, di libertà e di conoscenza. Tutti gli ingredienti “segreti” del progresso.

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Dario Portaccio

Dario Portaccio

Laureato in Informazione, Editoria e Giornalismo, oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al percorso di formazione biennale dell'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, con cui sono diventato giornalista pubblicista.

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