La permacultura può essere una valida proposta per adattarsi a un clima che sta cambiando molto velocemente e che pone la sfida di lunghi periodi di siccità. Questo perché uno dei suoi obbiettivi è quello di ridurre al minimo i consumi idrici ed energetici tramite cinque strategie.

Inoltre, è convinzione della permacultura che, applicando in maniera etica e responsabile i metodi ecologici nei sistemi produttivi agricoli, si possa creare un equilibrio perfetto tra uomo e natura indispensabile alla vita stessa.

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Le strategie per conservare l’acqua

La prima strategia della permacultura per conservare l’acqua è quella di avere un elevato contenuto di materia organica nel proprio suolo detto humus che, agendo come una spugna, ed è in grado di trattenere una grande quantità di acqua. La seconda strategia è quella di tenere sempre coperto il terreno tramite la pacciamatura. Questa operazione consiste nel ricoprire il terreno con uno strato di materiale, come paglia, foglie, fieno o simili al fine di impedire la crescita delle malerbe, ridurre l’evaporazione dell’acqua e tenere al fresco il terreno.

La terza strategia è quella di collocare le piante in base al loro bisogno di acqua. Si comincia, quindi,  con l’individuazione delle aree più umide e di quelle più secche per poi piantare di conseguenza ogni pianta nel luogo che predilige. La quarta strategia è quella di piantare in maniera molto fitta in modo da tenere sempre ombreggiato il terreno in modo da ridurre l’evaporazione, mantenere più fresco il terreno e soffocare le erbe spontanee. La quinta e ultima strategia della permacultura consiste nel modificare la topografia del terreno tramite fossi livellari, stagni e terrazzamenti per veicolare l’acqua dove ce ne sia più bisogno.

I tre principi etici

Cura della terra, cura delle persone e condivisione delle risorse. Questi sono i tre principi etici su cui si basa la permacultura. Con cura della terra non solo si intende il pianeta, con tutte le creature viventi che lo abitano, ma anche il suolo coltivabile. Avere cura della terra vuol dire prestare attenzione a tutti gli esseri viventi affinché si possa conservare la biodiversità e possano compiersi i cicli naturali che rigenerano ciclicamente tutte le risorse.

Un progetto in permacultura deve anche prendersi cura delle persone. Un fine meritevole, come la rigenerazione di un suolo o la difesa di un ecosistema, non possono essere perseguiti a discapito del benessere delle persone che sono coinvolte nel progetto, quindi, a partire dal progettista o dal conduttore dell’attività che si sta progettando, vanno soddisfatti i bisogno della comunità.

Questo è fondamentale  perché, nel caso non venissero salvaguardate le persone, l’impresa finirebbe con l’arrestarsi. Quindi, un progetto in permacultura, deve fare in modo che le persone possano accedere alle risorse necessarie alla propria esistenza. Infine, il terzo principio etico, la condivisione delle risorse, consiste nel mettere a disposizione  non solo il tempo, ma anche denaro ed energia in eccedenza a favore della cura della terra e delle persone.

La permacultura in Italia

Nel nostro paese sono almeno tre le principali associazioni che si occupano di permacultura a livello nazionale. La prima è l’Accademia Italiana di Permacultura, nata grazie all’Accademia Britannica di Permacultura di Andy Lagford e Richard Wade, che fa assistenza e offre percorsi per diventare diplomati in Italia. La World Permaculture Association, promossa da Giuseppe Tallarico, nata dalla collaborazione diretta con il PRI Permaculture Research Institute australiano, che ha come scopo promuovere e diffondere la produzione di cibo usando i principi della permacultura e infine l’Istituto Italiano di Permacultura.

Sul territorio, poi,  esistono a livello locale centinaia di realtà che non solo offrono corsi, ma realizzano progetti sia a livello rurale che cittadino, grazie ai principi e ai valori della permacultura. Alcuni esempi possono essere i Fruttorti di Parma ed i Fruttorti di Reggio Emilia, dei gruppi di cittadini che vogliono dare a tutti la possibilità di riappropriarsi della capacità e della responsabilità di prendersi cura della propria città, della propria vita, di quella delle altre persone grazie ai principi e i valori della permacultura. Un’altra realtà è Coltivare condividendo, che vede Tiziano Fantinel e tanti altri cittadini sparsi su tutto il territorio nazionale impegnati sul fronte del salvataggio dei semi e della biodiversità, che sta aiutando molti agricoltori a valorizzare e riscoprire varietà locali ormai quasi scomparse.

 

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Giovanni Binda

Giovanni Binda

Giovanni Binda, aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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